Warzone, nuovo cheater nel radar di Kyborg, ancora una volta la scusa è “non avevo mai cheattato prima”
Ancora una volta Kyborg al centro di una diretta borderline con un cheater colto in flagrante mentre settava i suoi programmi illegali per Warzone. Una volta giunto nel Discord di Kyborg, il giocatore accusato di essere cheater ha provato a difendersi, affermando “è vero, ho usato i cheat. Ma li ho installati pochi giorni fa per la prima volta e sono stato legit per anni. “; sull’argomento ha poi proseguito “volevo rankare, ma già in Cremisi sono tutti cheater; o cheatti, o non puoi raggiungere il vertice delle classificate“…
Come se non bastassero le solite, trite e ritrite scuse del cheater in questione, nel corso della live abbiamo anche dovuto assistere (ahinoi) all’ennesimo atteggiamento da bullo che chiede un incontro vis a vis al giocatore del team DSYRE…
Tralasciando il fatto che proprio non comprendiamo cosa dovrebbe avere in “più” rispetto ad una call su Discord un “dibattito” di 20 minuti tenuto in un chiassoso bar… Siamo davvero stufi di un modo di fare che non trova più riscontro nella società contemporanea.
Visto che tutti questi giocatori “ingiustamente” accusati di cheating tengono particolarmente ad incontrare Kyborg di persona, potremmo organizzare un Meet & Greet dedicato durante la prossima MGW di Milano… “Kyborg, PERCHE’ NON CI INCONTRIAMO DI PERSONA?1!” il titolo della sontuosa iniziativa.
Il video di Kyborg
“Cheatto, ma non troppo” – Tipica dichiarazione del cheater di Warzone
Cheattare su qualsiasi videogioco multiplayer è contro le regole. Comprare cheat illegali, anche per una sola volta, alimenta e “sostiene” l’industria dei cheat, componente tossica e negativa del mercato videoludico.
Non esiste alcuna possibilità che il cheating venga tollerato. Neanche quando utilizzato per un singolo minuto. Anche il solo e semplice acquisto di uno di questi software è da ritenere un’azione dannosa… A prescindere dal fatto che poi questi cheat vengano utilizzati o meno.
Un po’ come non è accettabile che qualcuno accusato di omicidio si difenda dicendo “credetemi, è la prima volta che ammazzo“, allo stesso modo è inaccettabile che dei giocatori accusati di cheating rispondano con “è la prima volta che cheattavo“.
Nel 2023 anche la community di videogiocatori italiani dovrebbe ormai aver abbondantemente superato il concetto che “cheattare è sbagliato e contro le regole, e NON SI FA“… Invece ancora purtroppo registriamo un lagnoso vittimismo per il quale “tutti cheattano, quindi cheatto anche io“.
I Cheater andrebbero bannati dai multiplayer di tutti i titoli
Chi scrive ha sempre sostenuto che gli IP dei giocatori beccati ad acquistare/possedere dei cheat vadano permanentemente allontanati dalla community online. Dovrebbero essere i publisher i primi a trovare una formula che “terrorizzi” gli imbroglioni, ma non può bastare solamente questo.
Come negli sport tradizionali la battaglia per il contrasto al doping è stata combattuta anche sul fronte della sensibilizzazione, lo stesso dovrebbe avvenire anche all’interno degli esports. Perchè quando un giocatore risponde alle accuse con un “a me diverte usarli, e poi è solamente un videogioco;” vuol dire che alla base c’è un problema ben più vasto del “banale” acquisto di un cheat.
Vuol dire che alla persona in questione manca un principio fondamentale: quando si gioca, si rispettano le regole del gioco…imbroglioni smidollati!
- Articolo realizzato in collaborazione con la community di riferimento di Warzone d’Italia (Facebook – Instagram)
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