Kyborg smaschera un creator italiano che in diretta ammette: “sono cheater su Warzone, ed ho bottato il mio canale Twitch”
Creator Picho & Cheat – Quanto andato in scena durante una delle ultime dirette di Kyborg segna un nuovo punto nell’ormai vecchissima discussione sui cheat ed i cheater nel mondo dei videogiochi.
Kyborg è un esperto di Call of Duty che da tempo si occupa a tempo pieno di una vera e propria missione: scovare tutti i cheater che dilagano su COD, ed in particolare sul suo BR Warzone. Questa volta (ri)finisce sotto al suo radar il creator italiano Picho, a quanto pare anche streamer del team ufficiale di creator dei MKERS.
Scriviamo quel “ri” perché sempre Picho era stato già reduce di un confronto con Kyborg, anche se più di due anni fa e durante i quali tra i due c’è stato un sostanziale “silenzio”. Oggi però scoppia una vera e propria “bomba”, almeno se si osservano le caratteristiche decisamente uniche della vicenda.
Per la prima volta nella recente storia dell’entertainment italiano targato esports, un content creator professionista, e quindi anche presumibilmente sotto contratto con un team italiano, ammette e riconosce in diretta streaming sul canale di Kyborg, di essere un cheater. Non solo, aggiunge anche di aver consapevolmente “bottato” il suo canale Twitch (al fine di “drogare” il numero di visualizzazioni, cosa ovviamente vietata dalla piattaforma).
L’estratto della diretta di Kyborg sul cheater creator Picho
Non ci sono voluti neanche troppi minuti perché Picho “riconoscesse tutte le colpe”, non appena entrato sul Discord di Kyborg ha prontamente liquidato ore ed ore di analisi e speculazioni sul suo “essere cheater” con un banale “di cosa ti meravigli Kyborg? Io sono cheater, non ho problemi ad ammetterlo, l’avrò già detto 3 mila volte nelle dirette”. Agghiacciante.
Premesso che tutta questa situazione dovrebbe avere delle “naturali conclusioni”, è comunque inaccettabile con quanta naturalezza un creator “rivendichi” l’essere un cheater… Come se la cosa fosse assolutamente nella “norma”, o anche solo lontanamente “comprensibile”…
Scriviamo “naturali conclusioni” perchè possiamo immaginare/presumere che Picho abbia firmato un qualche tipo di contratto con il team MKERS (al momento della scrittura di questo articolo la pagina di Picho non è più reperibile sul sito ufficiale del team, la troverete qui)… In questo presunto contratto, è altamente probabile che ci sia almeno una sezione dedicata al “trattamento dell’immagine e del nome” suo e della sua squadra, con delle rigidissime clausole relative all’associazione del nome del team a quello di un reo-confesso imbroglione.
Visto che Picho ha detto a Kyborg di aver “già pubblicamente ammesso” il suo essere cheater (sottolineando che lo ha fatto “moltissime volte“) questa situazione non riguarda potenzialmente solo il suo team ma anche tutti i giocatori che insieme a lui hanno rankato su Warzone, quelli con cui ha giocato tornei, o che comunque hanno costruito contenuti sopra le sessioni di gioco di queste ultime settimane.
Non resta che attendere un sicuro comunicato stampa del team, che al momento della scrittura di questo articolo non è ancora stato pubblicato. Non appena disponibili, provvederemo ad informarvi con nuove e più dettagliate informazioni.
Ricochet il “grande assente”: basta cheater nel mondo dei titoli multiplayer!
A margine di tutta questa vicenda, vorremmo anche sapere quante altre “settimane” impiegherà l’anti-cheat Ricochet a bannare permanentemente questo personaggio.
E soprattutto, quando i publisher si decideranno a discutere una politica di azione comune contro i cheater, che porti alla situazione ideale per la quale un giocatore bannato per cheating su Warzone, come su qualunque altro gioco, venga estromesso (per “tot” tempo, o definitivamente, poi si discuterà…) da qualsiasi titolo multiplayer disponibile.
I cheater sono una componente tossica che rischia di compromettere la credibilità di un intero settore, è assurdo come alcuni personaggi (in questo caso Picho) ancora non lo comprendano.
- Articolo realizzato in collaborazione con la community di riferimento di Warzone d’Italia (Facebook)