Squid Game: una petizione vuole censurare la serie in Italia
Una recente petizione, lanciata su Change.org dalla Fondazione Carolina, vorrebbe censurare la celebre serie Squid Game nel nostro paese. Questa richiesta arrivata da alcuni genitori preoccupati dalla violenza dell’opera, in quanto influenzerebbe negativamente i bambini.
Proprio come già successo per i cartelloni pubblicitari di Sex Education (anche se in altri modi), in Italia si preferisce censurare e non educare. Un ritornello fin troppo comune di questi tempi, che va a poggiarsi su delle basi tanto deboli quanto ridicole.
Insomma, la classica commedia italiana che ormai non fa più ridere nessuno, ma dimostra solo l’infinita ignoranza di alcuni concittadini.
La petizione che vuole censurare Squid Game
Il comunicato della Fondazione Carolina
“Da oggi è possibile firmare la petizione per bloccare questo contenuto, micidiale per gli utenti più piccoli e i giovani più fragili. Come Fondazione Carolina ci siamo già attivati con l’AgCom, nell’ambito della nostra collaborazione con Corecom Lombardia, mentre abbiamo chiesto di incontrare il Garante Infanzia e Adolescenza per rappresentare il disagio vissuto da tante famiglie a fronte di questo fenomeno.
[…] L’unica soluzione possibile sembra la censura vecchio stampo. Qualcuno storcerà il naso, ma oramai sembra l’unico strumento possibile a difesa del principio di incolumità dei minori.”
Una cosa sbagliata sotto tanti punti di vista
E’ vero: Squid Game non è una serie adatta ai bambini. Per quanto ovvia questa frase possa sembrare, non va comunque a favorire il punto di vista della Fondazione, che purtroppo non riesce a centrare il punto corretto della situazione.
Partiamo da una solida base, che dovrebbe essere chiara e lapalissiana per tutti. Netflix dichiara, esplicitamente, che la visione di Squid Game è consigliata ai maggiori di 14 anni. E già qui, i nostri genitori allarmati, dovrebbero farsi un attimo i conti in tasca.
Se un bambino molto piccolo, di età inferiore a 14 anni appunto, riesce a guardare la serie in qualche modo, non è colpa di Squid Game, di Netflix o di chissà quale complotto mondiale. Tutta la responsabilità ricade sui genitori, eh si.
E’ una verità amara da digerire, ma purtroppo è così. Ormai sembra che sia più facile chiedere di censurare le opere, piuttosto che educare i propri figli. Perché questi genitori non passano più tempo con i loro figli? Perché non li educano? Perché non li controllano e li lasciano liberi con uno smartphone in mano?
Il mondo di internet è bellissimo e pieno di opportunità, ma è pericolosissimo per un bambino. Senza i corretti filtri e le corrette attenzioni, i bambini possono accedere a tante cose che non sono proprie della loro età. Ma nel 2021 i genitori non hanno tempo per i propri pargoli, è più facile ignorarli e darli in pasto ad internet. Poi però è ancora più facile chiedere la censura quando il danno è ormai fatto.
Un fenomeno troppo ricorrente
Negli ultimi mesi, troppo spesso abbiamo avuto a che fare con richieste di censura strampalate, proveniente non solo da genitori ma anche da alcuni gruppi politici. Prendiamo, ad esempio, ciò che è successo con i cartelloni pubblicitari di Sex Education.
Alcuni politici di Fratelli d’Italia (Giorgia Meloni in primis) hanno provato a far rimuovere questi cartelloni dalle vie di Milano, in quanto li ritenevano pericolosi per l’educazione dei bambini piccoli (sempre loro ci sono in mezzo. Alla fine la soluzione è sempre quella: la censura.
Forse è un retaggio che alcune persone si portano dietro per questioni ideologiche, ma la censura non è una soluzione, anzi aggrava il problema e mette dei paletti che nel 2021 non dovrebbero più esistere. Se una cosa è proibita, invoglia ancora di più le persone a volerla conoscere, fare o scoprire.
Insomma, cari genitori preoccupati e politici nostalgici di un ventennio oscurantista, provate ad educare i vostri bambini. Provate a promuovere il corretto uso dei social. Provate ad insegnare ed a capire gli interessi dei pargoli a cui avete scelto di dare la vita. Squid Game non è una serie adatta ai più piccoli, lo ripetiamo, ma la censura è un metodo medioevale e dittatoriale, utile solo a chi non vuole assumersi le responsabilità del proprio fallimento personale.