Riot pagherà 100 milioni alle dipendenti vittime di discriminazione sul lavoro
Nel 2018, alcune ex-dipendenti, hanno denunciato Riot a causa di alcune molestie e discriminazioni sessuali sul posto di lavoro. Dopo anni di battaglia legale, andata avanti tra smentite e scandali, l’azienda ha deciso di accordarsi con le sue accusatrici.
Infatti, secondo quanto riportato dalla società, le parti avrebbero trovato il modo giusto per terminare questa guerra: un risarcimento monstre. Infatti la compagnia ha accettato di pagare ben 100 milioni di dollari (80 alle vittime e 20 di spese legali), per chiudere qui la faccenda.
Una svolta quasi inaspettata di un processo davvero lungo e confuso, che forse è finalmente arrivato al capitolo finale dopo tanto tempo.
Riot chiude una brutta vicenda giudiziaria
Accordo storico
Già diverso tempo fa, vi avevamo parlato dello scandalo giudiziario che ha travolto Riot nel 2018. Un gruppo di ex-dipendenti donne e lavoratrici a contratto esterno ha denunciato l’azienda a causa delle continue molestie e discriminazioni subite sul posto di lavoro.
Dopo anni di battaglia legale, però, sembra che tutte le parti coinvolte abbiano trovato un accordo. Infatti, secondo quanto riportato da un report del The Washington Post, Riot si sarebbe accordata con il Division of Labor della California, il Fair Employment and Housing e diversi avvocati privati, per pagare una risarcimento di ben 100 milioni di dollari da dividere tra tutte le impiegate che hanno intentato la causa.
L’accordo coinvolge tutti i soggetti che si identificano come donne, e che hanno lavorato per Riot dal novembre 2014 ad oggi con qualunque tipo di contratto (circa 2300 persone). Nonostante l’accordo sia ormai stato raggiunto, il processo non è ancora ufficialmente terminato.
Benché tutte le parti abbiano accettato le condizioni, il tribunale deve ancora ratificare ed approvare il tutto. Presumibilmente non dovrebbero esserci problemi nella chiusura di questa faccenda, ma dovremo aspettare ancora qualche mese per avere tutte le ufficialità del caso.
Questo accordo, tuttavia, ha decuplicato la cifra del risarcimento accordato nel 2019. All’epoca fu pattuita una somma complessiva di 10 milioni, proposta subito bloccata dal DFEH (Department of Fair Employment and Housing) in quanto ritenuta non congrua con la gravità dei reati commessi.
Riforme sul posto di lavoro
Nell’accordo (che potete leggere integralmente qui), inoltre, Riot ha anche accettato di introdurre delle riforme per i suoi luoghi di lavoro. Queste includono una maggiore trasparenza nelle tabelle salariali per i candidati all’assunzione ed altre modifiche per rendere tutto più chiaro.
Inoltre sarà anche introdotta una nuova politica secondo la quale sarà necessaria la presenza di una donna o di un membro delle comunità poco rappresentate all’interno dei comitati di assunzione.