Fortnite: Ninja parla del matchmaking, è così necessario?
Il meta di Fortnite è probabilmente tra i più misteriosi e complessi tra quelli esistenti. Diversi pro player e streamer, primo fra tutti il noto Ninja, reputano il gioco ormai troppo difficile da approcciare per i nuovi giocatori.
- Fonte copertina: DesignPhilled
Dal suo lancio nel 2017, Fortnite ha visto la base di abilità dei suoi player aumentare sempre di più, man mano che aumentavano gli aggiornamenti e la stabilità delle armi.
Questo è sicuramente un aspetto comune di tutti i giochi, ma c’è però un piccolo problema: non esiste un matchmaking sicuro e perfetto all’interno del gioco.
Un nuovo giocatore, alla sua prima partita, potrebbe trovarsi contro un pro player e rimanere interdetto e senza il tempo di risposta necessario.
Immaginate se tutto ciò si dovesse ripetere per più partite. La maggior parte delle persone potrebbero abbandonare il gioco, frustrate dalla troppa differenza di livello presente.
In una recente stream, Ninja ha spiegato molto bene il concetto:
“Fortnite ha un assoluto bisogno di un matchmaking. Ogni partita vengo circondato da diversi team e player, mi costruiscono attorno. Un nuovo giocatore non può vincere e sopravvivere in queste situazioni“
“Per abbattere le difese avversarie non hai solo bisogno di sparare, ma devi avere esplosivi, granate ed altri oggetti. Devi saperli utilizzare al meglio, e ci vuole tempo. I nuovi giocatori vengono sopraffatti da tutti gli altri senza possibilità di reagire“
Link clip:
https://clips.twitch.tv/DarlingFuriousDaikonTheTarFu?tt_medium=clips_api&tt_content=url
Cerchiamo di capire meglio la situazione osservando gli altri giochi:
Rocket League è un popolare gioco che si sta prendendo pian piano il suo spazio nei titoli Esports.
Nell’immagine, potete vedere una parte del sistema di rank presente sul titolo in questione. Si parte dal livello più basso, il Bronzo, fino al più alto, il Grand Champion.
Ogni categoria di rank è divisa in tre sezioni, ad esempio Bronzo I, Bronzo II e Bronzo III. Tutte ad eccezione del rank più alto, che comprende tutti i giocatori che hanno almeno un determinato numeri di punti rank (1500).
All’interno di ogni sezione, sono presenti quattro divisioni. Quindi, un Bronzo I avrà al suo interno la Divisione I, II, III e IV. Vincendo un determinato numero di partite, si sale di divisione. Dalla Divisione IV, si passa poi al rank successivo. Ad esempio, da Bronzo I Divisione IV, si passa a Bronzo II Divisione I, e così via dicendo.
Tutto ciò, come già detto, non riguarda la categoria più alta, i Grand Champion, che non possiede alcuna sezione o Divisione.
Durante le partite classificate, ma anche quelle no, il sistema di matchmaking calcola tutti questi dati per abbinarti a giocatori del tuo stesso rank e sezione in primis, e se possibile il più vicino a te come Divisione.
Non esiste quindi un dislivello di abilità ad ogni partita, ma sfiderai il 95% delle volte avversari del tuo livello. 95% perché, come ogni sistema, esso non è infallibile. Come per ogni gioco, esistono smurf o pochi player del tuo rank, con il gioco che potrebbe abbinarti a questi account o con giocatori di un rank superiore o inferiore al tuo.
Pensate se tutto ciò dovesse venire implementato su Fortnite. Potrebbe essere un ottimo metodo per non scoraggiare i nuovi arrivati e permettere partite più equilibrate ed entusiasmanti?
Sicuramente, in un battle royale, dove la componente fortuna è più presente che in altri giochi, sarà difficile costruire un sistema di rank adatto. Ma crediamo in Epic Games affinché possa regalare ai suoi giocatori la migliore esperienza possibile