La parola ai cosplayers #1: Vale Imriel Cosplay
Oggi parliamo di cosplay!
Se non lo sapete già, il cosplay è l’arte o l’hobby di calarsi nei panni di personaggi tratti da anime/manga/videogiochi/film. C’è chi lo fa, appunto, come hobby e chi l’ha reso un vero e proprio percorso di vita o addirittura un lavoro – ci sono tanti ragazzi e ragazze che preparano questo genere di costumi su commissione.
Vogliamo far conoscere meglio questa passione dando la parola a cosplayer italiani affermati. Ed è con nostro sommo piacere che inauguriamo questa rubrica con l’intervista a Vale Imriel Cosplay, che a nostro avviso è uno dei più bravi cosplayer italiani in circolazione. Ha persino rappresentato l’Italia alla scorsa edizione dell’Eurocosplay [ecco qui il video della sua performance sul palco].
Ma basta con i convenevoli, eccovi l’intervista!
– Come è nata questa tua passione? Cosa ti ha spinto a buttarti nel mondo del cosplay?
Ho iniziato davvero solo nel 2003 ma ho conosciuto questo mondo l’anno prima, a Romics 2002. All’epoca facevo parte di un fan club di Star Wars e mi ero vestito da Obi-Wan Kenobi per l’occasione, senza nemmeno conoscere il termine cosplay. Nella community starwarsiana era comune vestirsi dai personaggi, ma quando in fiera ho scoperto il mondo del cosplay mi ci sono trovato tirato dentro prima ancora di avere il tempo di pensarci. Da fan del Giappone quale sono sempre stato, il passo è stato naturale.
– Qual è stato il tuo primo cosplay ed in che occasione l’hai indossato?
Escludendo Obi-Wan, è stato Tidus da Final Fantasy X. L’ho portato per la prima volta al Romics 2003, dove con due amiche del fan club avevamo deciso di iniziare a fare cosplay insieme. In fiera abbiamo incrociato altri appassionati di Final Fantasy e ci siamo uniti, così sul palco alla fine eravamo ben nove! Spero non esistano video, però, perché se qualcuno ne avesse sarei ricattabile!
– Il personaggio che hai interpretato a cui sei più affezionato in assoluto?
Direi Arthas Menethil, il Re dei Lich della saga di Warcraft. Io l’ho interpretato nella sua versione Cavaliere della Morte tratta dallo strategico Warcraft III. Ci sono affezionato perché rivedo molto di me stesso in lui, o meglio in come lui era prima di diventare malvagio. La sua storia mi commuove sempre e le ragioni della sua caduta mi affascinano molto, perché sono umane e molto condivisibili. Portarlo sul palco mi è sempre piaciuto proprio perché in fondo rappresenta un po’ il lato oscuro di ognuno di noi.
– Ed il tuo videogioco/anime/manga preferito?
Come videogame, certamente World of Warcraft. Per me è stato ed è più di un gioco, è un mondo virtuale dove ho conosciuto amici e vissuto grandi avventure.
Per quanto riguarda i manga e gli anime, anche qui ho pochi dubbi: Fullmetal Alchemist, specie nella sua riedizione, Brotherhood. Adoro i personaggi, la trama, le profonde domande che solleva e a cui in parte tenta di rispondere. Mi ha fatto molto avvicinare, nella mia adolescenza, al mondo dell’alchimia e dell’occulto, dei temi che mi affascinano da morire e che ho indagato più volte come scrittore.
– Questa è un’attività che, come tutte le attività svolte con passione, a volte richiede anche qualche piccolo sacrificio; tu hai dovuto rinunciare a qualcosa o ‘sacrificare’ qualcosa per dedicarti completamente al cosplay?
Beh, sicuramente ho dovuto rinunciare a mangiare qualche volta. A parte gli scherzi, ovviamente dedicarsi così tanto ad una passione dispendiosa come il cosplay porta via tempo, soldi ed energie. Ho dovuto a volte rinunciare ad uscite o vacanze per finire un costume o per andare in fiera, ma difficilmente sono stati sacrifici che mi hanno pesato. Quando ancora studiavo, credo di aver sacrificato anche qualche voto!
– Cosa dicono di questa tua passione i tuoi amici che non sono del giro?
Per lo più, si incuriosiscono o mi dicono che sono matto! In realtà, la cosa è molto migliorata negli ultimi anni, adesso la maggior parte della gente chiede informazioni e si interessa, o comunque in generale la trova una cosa forte. Una volta non mancavano né le prese in giro né gli insulti, ma è acqua passata.
– Quanto tempo a settimana dedichi alla preparazione dei tuoi costumi/accessori?
Dipende dai periodi, ma molto. Sotto le fiere più importanti, trovo a fatica il tempo per fare qualsiasi altra cosa! A ridosso dell’Eurocosplay, mi presi addirittura due settimane di vacanza per finire il costume in tempo e ci ho lavorato 24 ore su 24, a parte quando dovevo dormire (poco) e mangiare (ancora di meno).
– Qual è stato il personaggio più difficile da preparare?
Sicuramente, il mio Guerriero di World of Warcraft per l’Eurocosplay. Visti gli standard richiesti da quella gara, ho dovuto lavorare anche a cose come le suole degli stivali e stare attento che tutto fosse estremamente preciso fin nel minimo dettaglio, e quell’armatura (Il set T16 dell’Assedio di Orgrimmar) è molto complessa anche a livello strutturale. Ci ho lavorato per mesi e sclerato non poco, di certo è stata la sfida più dura fino ad oggi.
– Cosa fai nella vita, oltre al cosplay?
Ho appena concluso un master in Relazioni Internazionali all’Università di York e attualmente sto cercando lavoro. Il mio sogno sarebbe una carriera nella difesa dei diritti umani presso un’organizzazione internazionale, ma è un percorso lungo e difficile. Quindi, mentre provo a trovare la mia strada, mi guadagno qualche soldo lavorando la sera come cameriere e facendo qualche commissione cosplay.
– Se puoi farci uno spoiler, su che personaggio stai lavorando al momento?
Su uno non posso davvero dire nulla, perché è il costume che porterò per le selezioni WCS al prossimo Romics di Ottobre assieme alla mia ragazza, Daisy. Ma posso dirvi che al prossimo Lucca, tempi permettendo, porterò una nuova versione del mio amato Arthas, ovvero la skin “Frost Wyrm” dal nuovissimo MOBA della Blizzard, Heroes of the Storm.
Noi della redazione facciamo tantissimi complimenti a Vale per le sue stupende creazioni ed un grosso in bocca al lupo per la sua carriera lavorativa!
Ci vediamo il mese prossimo con una nuova intervista, stay tuned ;)
Erinny & Witchcat