Hogwarts Legacy: perché l’1/10 dato da Wired non ha senso?
La recente recensione di Hogwarts Legacy pubblicata su Wired ha fatto scalpore, visto il voto di 1 su 10 dato al gioco di Avalanche Studios. Un articolo che ha di fatto demolito il gioco, non analizzandone i problemi oggettivi ma trasformando il tutto in un “manifesto politico“.
Jaina Gray si è infatti scagliata contro le posizioni “transfobiche” di J.K. Rowling, in una recensione che avrebbe dovuto analizzare un prodotto in maniera oggettiva e senza connotazioni di questo genere. Un articolo privo di qualsiasi contenuto tecnico.
Andiamo quindi a capire insieme perché il voto dato dall’autrice non ha senso nel contesto di una recensione e svilisce solo il lavoro di chi ha materialmente costruito quest’opera.
Wired contro Hogwarts Legacy: una battaglia giocata sul terreno sbagliato
Perché è una “manifesto politico”?
Partiamo da quello che dovrebbe essere: una recensione deve analizzare oggettivamente (o quasi) tutti gli aspetti dell’opera o dell’oggetto preso in esame. Un compito che per un autore navigato pare semplice, ma che apparentemente non lo è più.
Infatti, come detto in precedenza, Jaina Gray e Wired hanno riscritto il compito della recensione. L’articolo pubblicato è diventato un editoriale, un manifesto politico appunto, volto a demolire il gioco non per i suoi difetti ma per una chiara scelta perpetrata dall’autrice.
Jaina Gray è una donna trans, che da sempre osteggia le posizioni “transfobiche” espresse chiaramente e/o velatamente da J.K. Rowling negli ultimi anni. Questa sua battaglia personale l’ha portata, di fatto, a lasciare da parte i veri pregi e difetti di Hogwarts Legacy per concentrarsi su una filippica intrisa di messaggi discriminatori e diffamatori nei confronti di chi il gioco l’ha creato.
In tutto l’articolo è abbastanza chiaro il nocciolo dell’opinione della Gray, che purtroppo non si discosta mai dall’eterna lotta personale contro la discriminazione (vera o presunta che sia). Addirittura l’autrice dichiara che il piattume dei personaggi e della storia è causata proprio dalla presunta assenza di persone queer o appartenenti alla comunità LGBTQIA+, perché questi ultimi sono “le persone più creative e brillanti di questo mondo“. Delle dichiarazioni durissime, che fanno passare la Gray dalla parte di chi realmente discrimina.
“Nel vuoto abissale di Hogwarts Legacy riconosco la solidarietà silenziosa delle persone queer e dei nostri alleati nel settore dello sviluppo di videogiochi. Le persone che hanno detto di no quando sono arrivate le offerte di lavoro; quelli che non hanno risposto alle email di Portkey Games [l’etichetta di proprietà di Warner Bros. Games che ha pubblicato il gioco, ndr]; chi ha fatto capire con gentilezza ai propri colleghi che lavorare a un gioco di Harry Potter sarebbe stato dannoso per la comunità trans, e chi ha ascoltato e ha risposto: “Ok, grazie di avermelo detto”; le persone che hanno anteposto i loro principi morali e i loro cari ai soldi facili.”
Divisione
Gli stralci dell’articolo proposti precedentemente sono stati tratti dall’articolo della Gray, da un paragrafo chiamato “Unità“, che vuole sottolineare la compattezza della risposta della comunità LGBTQIA+ alle offerte di Portkey Games. Un’unità sempre presunta, lo ricordiamo, che però paradossalmente crea (come sottolineato dall’autrice stessa) ulteriore divisione.
Attraverso le sue parole, Jaina Gray, divide ancora di più la comunità trans di cui fa parte. La ghettizza non volendo, escludendola di fatto da un genere umano che dovrebbe realmente vivere senza divisioni. Dire che le persone queer sono “le persone più creative e brillanti di questo mondo” discrimina chi non non fa parte della comunità LGBTQIA+. Una sorta di guerra ulteriore, che ribalta quanto visto in passato ma non lo risolve.
E’ chiaro che ancora oggi, nel 2023, ci siano discriminazioni e divisioni in tutti gli ambiti della vita, ma non è così che si cambiano le cose. Articoli del genere alimentano chi razzista o omofobo lo è realmente, ed al contempo fa perdere credibilità agli attivisti che davvero lottano per far capire che non ci sono differenze tra gli esseri umani.
Analisi troppo influenzata dalla politica
Nonostante Jaina Gray parli concentri 3/4 della recensione sull’aspetto politico del suo articolo, in una piccola parte di esso prova anche ad analizzare il gioco. L’autrice dice che la storia è piatta e priva d’interesse (vero n.d.r.), che i personaggi sono dimenticabili (vero n.d.r.) e che anche il comporto tecnico non brilla per bellezza o innovazione (falso n.d.r.).
Ma benché la Gray dica delle cose vere o parzialmente vere, le connota sempre di una vena politica. Infatti, come mostrato anche in precedenza, le sue critiche confluiscono tutte sullo stesso punto: la presunta assenza di persone queer nel team di sviluppo che ha creato Hogwarts Legacy. Una motivazione piuttosto debole, che non analizza realmente i problemi che il gioco ha.
Ad esempio: la storia è sicuramente poco brillante, ma al contempo non tra spunto dall’antisemitismo come dichiara la Gray. Semplicemente ci troviamo in un contesto fantasy, genere che è sempre stato un allegoria della realtà medioevale. L’accostamento tra ebrei e goblin non è nato dalla “mente malvagia” di J.K. Rowling, ma è lo specchio distorto della realtà visto attraverso la letteratura (come accade in tutti i generi letterari).
Capite perché quella di Jaina Gray non può essere chiamata recensione? Questo è un editoriale politico, creato per rispondere alle posizioni estreme delle Rowling con delle posizioni altrettante estreme. Un articolo che distrutte Hogwarts Legacy con un voto totalmente inventato e non frutto di un’analisi oggettiva, creato semplicemente per far parlare di sé. Sensazionalismo allo stato puro, atto a fare rumore ed utile per dividere ulteriormente un mondo già fin troppo diviso.