Il manuale del gamer: cosa serve per cominciare e come si diventa professionisti
Da qualche anno a questa parte, giocare con i videogiochi è ben più di un hobby o un passatempo. Detto che i veri appassionati di gaming difficilmente consideravano il cimentarsi in ore di sessioni di gioco un “passatempo”, con la crescita del settore dei videogiochi e in particolare degli eSports si sono moltiplicati i videogiocatori professionisti.
I pro gamer, cioè i videogiocatori che hanno fatto della propria passione un lavoro retribuito (e bene), stanno diventando delle vere star e in molti ambiscono a seguire le loro orme. Ma come si diventa gamer professionisti? Quali sono i passi da compiere per tentare la carriera nel mondo degli eSports?
Prima di capire qual è la strada da percorrere, vediamo qualche numero.
I numeri degli eSports in Italia raccontano di un mercato di appassionati di tutto rispetto e in costante crescita. Secondo quanto riportato da Corriere Comunicazioni, che riprende un’indagine di IIDEA, nel nostro paese abbiamo 1,6 milioni di appassionati; tra questi, 475mila hanno dichiarato di seguire eventi competitivi ogni giorno. Il 63% è costituito da uomini.
Per giocare, il 56% preferisce il PC, mentre il 54% gioca da smartphone. I generi preferiti? Gli sport, ovviamente, e il genere Battle Royale, che comprende titoli come Fortnite, Apex Legend e PUBG mobile.
Diventare un gamer professionista: cosa fare
Intanto, subito una precisazione: diventare un gamer professionista è tutt’altro che facile. Benché i tornei siano moltissimi e i giochi con cui cimentarsi altrettanto numerosi, la competizione è tanta e non è facile entrare nel circuito. Per trasformarsi da giocatore “dilettante” a videogiocatore professionista, ci vogliono talento, capacità, metodo e applicazione.
Il primo passo da fare è scegliere il videogioco più adatto alle proprie capacità e ai propri gusti. Sostanzialmente, si tratta di scegliere tra un titolo già affermato (i vari Fortnite, League of Legends, FIFA) o un titolo emergente. La scelta non va fatta a cuor leggero: se è vero che un gioco famoso, con milioni di gamer in tutto il mondo, offre più opportunità in fatto di tornei e competizioni, è altrettanto vero che un titolo emergente permette più margine per migliorare e avere successo.
Per esempio, sia FIFA che eFootball possono contare su milioni di giocatori in tutto il mondo, ma la competizione è agguerrita e diventare un pro può essere una salita impervia.
Scelto il gioco, si deve passare alla strategia e all’allenamento. Per diventare un gamer professionista, è bene avere chiaro nella mente il percorso da fare e studiare una strategia per raggiungere i propri obiettivi: proprio come un’azienda che vuole entrare nel mercato o un professionista che vuole affermarsi in un qualsiasi settore.
L’allenamento, la pratica, l’applicazione fa parte della strategia. Bisogna allenarsi con costanza e metodo, metodo soprattutto: bisogna scoprire punti di forza e punti di deboli e lavorare per potenziare i primi e cancellare i secondi.
Lunghe sessioni al PC o alla console? Dipende: non sono tante le ore passate a giocare, conta piuttosto allenarsi il giusto, cercando di capire dove migliorare e come.
La prassi è cominciare affrontando il computer e poi altri giocatori “umani”: il computer serve a impratichirsi, a conoscere bene il gioco e le sue dinamiche, mentre affrontare altri giocatori in carne e ossa permette di raffinare le proprie capacità.
L’allenamento metodico permette, dopo aver acquisito capacità sufficienti, di partecipare a tornei e competizioni ufficiali. Disputare le competizioni ufficiali significa in concreto scalare le classifiche e aumentare le possibilità di farsi notare.
Una volta diventati abbastanza bravi, è importante curare anche l’aspetto comunicativo: molti gamer pro hanno raggiunto il successo grazie alle live sulle varie piattaforme social, tra cui YouTube, Twitch, anche Facebook. Curare il lato comunicazione è tutt’altro che un aspetto secondario.
Naturalmente, in previsione delle sessioni di gioco, particolare attenzione dev’essere prestata alla postazione di gioco: una sedia ergonomica evita problemi alle articolazioni, alla schiena soprattutto, mentre se si gioca al pc serve un ottimo monitor e, ovviamente, un computer potente, da gaming. Com’è ovvio, la connessione dev’essere stabile e veloce (meglio la fibra). Non devono essere trascurate le luci: la postazione e la stanza di gioco devono essere adeguatamente illuminate, meglio dalla luce naturale.
Insomma, per diventare un gamer professionista servono disciplina, studio, allenamento e strategia. Pur essendo tutt’altro che facile, gli spazi ci sono, vista la notevole crescita del settore: impegno e tenacia sono fondamentali