Overwatch è un gioco morto? Secondo il famoso insider Herc assolutamente no
Herc ha rilasciato le sue considerazioni sullo stato del titolo, e sembra che il gioco non ci lascerà presto
Overwatch nello scorso anno non ha continuato il trend crescente che gli aveva garantito un posto quasi immediato nell’Olimpo dei videogame. Alcuni giocatori hanno abbandonato il titolo, e la community si lamenta incessantemente dello stato dei bilanciamenti e delle feature che, a loro dire, mancano ancora in Overwatch. Secondo molti critici questo significa solo una cosa: il gioco sta morendo. Ma è davvero così?
Secondo Herc, no. Alberto Pahle è uno dei volti più noti della scena Overwatch italiana; insider, influencer e caster, Herc non ha dubbi: Overwatch continuerà a prosperare.
Dopo queste dichiarazioni abbiamo voluto chiedere direttamente a Herc quali siano le sue considerazioni sullo stato del gioco. In questa veloce intervista, svolta tra un impegno e l’altro, il volto della serie Contenders in Italia ci ha assicurato che per Overwatch non è assolutamente giunta la sua ora.
Secondo molti Overwatch non è più un titolo che attira, ma anzi continua a perdere giocatori. Secondo te cosa causa questa fuoriuscita di persone?
In titoli multiplayer online come Overwatch che sono dei franchise destinati a perdurare ben oltre l’anno di uscita è piuttosto normale a parer mio che ci sia un continuo ricambio di playerbase e che dopo un tot di tempo il gioco possa stufare. Più che la mancanza vera e propria di contenuti è il fatto che ormai molte persone ci stanno giocando da praticamente quasi 3 anni e come sappiamo è difficile non stufarsi dopo così tanto tempo in ambito videoludico. Più che fuoriuscita quindi io lo definirei un ricambio, il gioco ha venduto negli anni oltre 40 milioni di copie, recentemente con l’abbassamento di prezzo il gioco ha potenziale per attirare ancora nuovi giocatori. Non dimentichiamoci inoltre che ogni volta che c’è un evento o un nuovo eroe ci si ritrova in coda con oltre 20mila persone davanti sui server EU e ancora di più sui server NA, sintomo che si, la gente si allontana ma poi ritorna per le novità.
Recentemente la struttura interna di Blizzard è cambiata molto, e tanti fan ritengono che l’influenza di Activision sia negativa sulla società. Secondo te c’è il rischio che questi cambiamenti possano influenzare Overwatch?
Non sono un analista di mercato ma da quello che ho percepito io come “insider” è che le decisioni del gruppo siano più aspetti legati la mondo della finanza che a vere e proprie scelte di carattere creativo / gameplay. Blizzard è una compagnia (cosa che in pochi hanno l’età per dire di esserne stati testimoni) che ha avuto una storia piena di riorganizzazioni e cambi di proprietà, basta ricordarsi del periodo Vivendi e ora Activision. A parte alcuni errori che a quanto pare sono stati capiti e riparati, la qualità dei loro titoli è sempre stata TOP. Quello che voglio dire è che le persone che ci lavorano non possono perdere le competenze dall’oggi al domani a causa di una capogruppo, e basta farsi un giro negli uffici di Irvine per capire la passione e la dedizione delle singole persone che lavorano ai vari progetti. Proprio l’amore per quello che fanno è stato uno degli aspetti che mi ha stupito di più nella mia ultima visita ad Irvine, ad aprile dell’anno scorso.
Insomma sappiamo bene come funziona nel web, il sensazionalismo in termini negativi fa molta piu notizia, e spesso gli scivoloni in borsa vengono utilizzati come dati e prove dimenticandoci che gli andamenti dei mercati sono ciclici e le oscillazioni durante i periodi di dichiarazioni e cambi al vertice sono normalissimi per tutte le grandi multinazionali.
A livello internazionale c’è sempre più accanimento contro le Loot Box, anche quelle solamente cosmetiche come il tipo presente in Overwatch. Secondo te Blizzard sta cercando di adattarsi ad un Overwatch senza Loot Boxes?
Sinceramente non ne ho la più pallida idea, ma sono sicuro che stanno pensando sicuramente ad una contromossa perché con la legge dei vari paesi non si scherza e in genere Blizzard è sempre una delle prima ad adattarsi. Loro sono stati tra i primissimi, per esempio, ad utilizzare il token di sicurezza che adesso anche in altri ambiti dovrà diventare uno standard per proteggere i dati personali.
Il succo delle mie riflessioni è che di sicuro gli sviluppatori non se ne stanno con le mani in mano, ma continuano a darsi da fare. Lo abbiamo sentito nello streaming tra Matthew Hawley e FRAN, il lavoro su Overwatch non si ferma. Lo hanno definito il primo capitolo di questo franchise, e le idee che circolano sono molte: da una vera e propria modalità storia, ad un toolkit che permetta a sviluppatori ed utenti di inventare nuove idee per i titolo. Questo è il futuro del gaming: uno sviluppo su due lati, grazie al quale potremo ottenere magie come i MOBA, che sono figli di un toolkit di Warcraft 3, oppure titoli come Team Fortress 2, che è nato come una mod di CounterStrike.
Overwatch quindi non è ancora un gioco morto. Con la Overwatch League in ritorno a breve e i Contenders in costante evoluzione, secondo te come sarà il futuro del lato esport di questo titolo?
Non posso dire molto sulla parte competitiva, ma ci sono buonissime prospettive sia per la Overwatch League che per la serie Contenders. Recentemente sto giocando molto oltre che analizzare le varie pugs e i trials locali, e questo meta è forse uno dei migliori dopo moltissimo tempo. Sono convinto che quello che abbiamo visto qualche giorno fa è solo un assaggio di quello che vedremo in OWL: ci sono diversi eroi al momento che se non counterati sono devastanti. Spero di vedere diverse botte e risposte e mindgames. Tutto questo gioverà moltissimo al settore esport, ed il livello in queste competizioni non può che aumentare. Io continuerò ad essere in prima linea come caster e content creator anche per la serie Contenders, come faccio ormai da un anno, ma le novità potrebbero essere così tante che nemmeno io so cosa aspettarmi.