“Ellie” si rivela: non ero io a giocare durante gli allenamenti
La “giocatrice” sarebbe invece un giocatore chiamato con il suo nickname, Punisher
Pochi giorni fa la community di Overwatch ha vissuto una situazione molto particolare. La questione sollevata da “Ellie”, nuova giocatrice del team nordamericano dei Second Wind, si è ripercossa in tutto il globo sui social e sui canali Twitch di molti popolari streamer.
Ma cosa è successo? Come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa, al team nordamericano Second Wind si era aggiunta da poco tempo una new entry, chiamata solamente “Ellie”. Questa giocatrice non aveva nè un canale Twitch nè una presenza social, e l’unica testimonianza della sua presenza era un account top 10 nella scala Competitiva nei server NA.
Il mistero sull’identità di questa giocatrice si è andato sempre più infittendo: nell’unica livestream dove è apparsa, infatti, si sente solo la sua voce ma non si vede mai il viso. Molti pro e streamer si sono svelati durante le loro live su twitch: Dafran, dopo averla incontrata in un match, ha espresso dei dubbi sulla identità della giocatrice, dato che secondo lui chi giocava e chi parlava erano due persone differenti.
Il mistero si è risolto stanotte con un tweet del giornalista american Rod “Slasher” Breslau, che ha svelato l’arcano mistero. Proprio come diceva Dafran, “Ellie” non è chi diceva di essere: la voce di donna apparteneva ad una diciassettenne che, stando al tweet, “non era brava a giocare ad Overwatch”
Regarding Ellie:
– Ellie has said in private messages to teammates in the last hour confirming she has not been the one playing, she is a 17-year old girl but is ‘not good’ at OW, no Second Wind players/mgmt knew
– Blizzard is currently holding a meeting with SW players/mgmt— Rod Breslau (@Slasher) January 4, 2019
Fortunatamente, sempre secondo Slasher, nè i giocatori nè lo staff di management dei Second Wind sapeva che “Ellie” non fosse chi diceva di essere. Sembra infatti che dietro lo pseudonimo di “Ellie” si nascondesse Punisher, un giocatore molto noto nella ladder nordamericana, che ha cercato di far passare come “esperimento sociale” il suo inganno ai danni sia del team che della community di Overwatch.
Stando alle fonti, infatti, Punisher avrebbe contattato diverse giocatrici della scena nordamericana per avere in “prestito” la voce di Ellie. Una di queste donne contattate, nota come Catsui, ha condiviso con la community degli screenshot di una conversazione avvenuta tra lei ed il giocatore incriminato.
Catsui tells me over the phone that Punisher also proposed to her a similar ‘social experiment’ as his playing through/with Ellie, and she says that he apparently had asked several women in the Overwatch community the same.
— Rod Breslau (@Slasher) January 5, 2019
La community è esplosa, anche se qualcuno in una direzione abbastanza dubbia. Alcune gamer girls, infatti, hanno approfittato dell’occasione per portare acqua al loro mulino, asserendo che Punisher abbia terminato l’ “esperimento” in seguito alle ritorsioni avute per aver giocato “in quanto donna”. Delle utenti sono arrivate ad affermare che “lui non lo poteva sopportare quindi ne è uscito (dal ruolo di donna, n.d.t.). Quando è la MIA occasione di uscire dalla misoginia?”
very cool also that this dude decided he didn’t feel like dealing with the backlash of being a woman in gaming anymore so he just got to stop. where’s MY opportunity to opt out of misogyny
— bonnie 🌻 (@bonniequeue) January 4, 2019
hey punisher im so glad you had a fun time seeing what its like to be a girl playing an online video game for *checks calendar* about 12 days. glad you can go back to ur normal life now and not have to deal with any of that anymore. wish i knew what that felt like!
— nika (@runchranda) January 4, 2019
Queste visioni sono, a mio avviso, inutili e controproducenti. “Ellie” non è stato attaccato perché donna (anzi, il presunto sesso del giocatore ha generato una immediata risposta positiva da parte della community), l’account è stato preso di mira perché, sin dall’inizio, in molti avevano capito che qualcosa non quadrava. Non solo Dafran, ma anche altri pro, streamer ed elementi della community esportiva avevano immediatamente dubitato di “Ellie”. Se c’è una cosa che questo “esperimento” ha dimostrato è che ci sono elementi che farebbero carte false pur di girare un avvenimento tanto famigerato in loro favore.
Negli anni molti sono stati i casi che, nel mondo esportivo, hanno minato il ruolo delle donne. Parliamo di elementi come il Team Siren di League of Legends o il team cinese scelto esclusivamente per il bell’aspetto e non per le skill delle giocatrici. Molte donne di talento si stanno avvicinando agli esport: parliamo di nomi come Geguri in Overwatch League, o delle nostrane Taiga e Yocto94. Queste persone, però, vanno valutate come ogni altro player: per le loro capacità di gioco.
Prendo in prestito le parole di Geguri per salutarvi: non vogliamo che le donne pro siano rispettate in quanto donne, ma in quanto giocatrici di altissimo livello e in quanto professioniste. Non importa che una persona sia donna o uomo, bella o brutta, alta o bassa, nera, bianca o di qualsiasi altro colore: negli esport deve regnare la meritocrazia, ovvero chi è bravo deve poter giocare. Punto.