Campionato nazionale amatori di League of Legends – le interviste ai protagonisti
Anche quest’anno Lucca Comics and Games è stata protagonista del campionato nazionale di League of Legends.
Decine di team infatti si sono scontrati per oltre un mese, a partire dal 10 settembre scorso, fino ad arrivare alle finalissime della categoria amatori che si sono svolte nella giornata di sabato pomeriggio. Il match si è concluso con la vittoria di misura da parte del team Undergravity che, dopo un vantaggio iniziale, aveva subito una rimonta da parte degli sfidanti Bullet Club; la sfida si è conclusa quindi al 5° game di un entusiasmante Bo5 che ha dimostrato che anche i team non professionisti possono comunque offrire un grande spettacolo.
Facciamo comunque i complimenti a tutti i partecipanti e adesso passiamo alle interviste ai due team protagonisti di questa finale!
Intervista ad Undergravity Esports
Emppirk: Ciao Nebula e benvenuto su Powned.it
Come è nata l’idea di Undergravity? Puoi dirci 2 parole sul vostro progetto?
Nebula: Undergravity è nato un po’ per scherzo, abbiamo preso spunto dai Gravity Esports che giocano in Nord America. Avevamo deciso di partecipare a questo evento perché dava la possibilità anche ai gold di poter partecipare ad un torneo. Andando sempre più avanti abbiamo capito di avere le carte in regola per vincere, anche se oggi abbiamo avuto più difficoltà del previsto; oggi abbiamo portato a casa una vittoria che per noi è estremamente importante.
Per il futuro vorremmo provare, con l’aiuto del nostro coach, a partecipare a tornei sempre più importanti e a giocare con gente sempre più forte.
E:Progetto molto ambizioso, ma adesso parliamo un po’ del match di stasera.
Avete dimostrato di avere un ottimo carattere, nonostante questa fosse la vostra prima esperienza su un palco; dopo l’iniziale vantaggio avete avuto un po’ di smarrimento nel g3 e poi subito una sconfitta totale con Bullet Club nel g4. Quale è stata la chiave per reagire in una situazione del genere?
N:Il g3 e il g4 sono stati persi, a mio avviso, per un errore di valutazione da parte nostra; abbiamo lasciato aperti dei pick che avevamo inizialmente deciso invece di bannare. Nel g5 il nostro coach ci ha dato una grossissima mano, facendoci rielaborare le idee e siamo ripartiti come se fossimo sullo 0-0
E:Un’ultima domanda adesso riguardo alla posizione dei coach all’interno di un team. Precedente avete detto che l’intervento del vostro coach è stato determinante per effettuare un comeback nel g5 e vorrei approfondire un po’ la questione. Puoi dirci la tua opinione in merito all’importanza nell’avere un buon allenatore all’interno di un team?
N:Il coach è una figura determinante all’interno di ogni team; un bravo coach prevede gli avversari, riesce a giocarci contro ed elabora una strategia per poterci portare alla vittoria. Sfortunatamente non siamo stati in grado di sfruttare queste sue capacità perché il team avversario viene principalmente dalla solo queue, impedendoci quindi di poter fare scelte precise.
Fortunatamente sono comunque venute fuori le nostri doti meccaniche ed il nostro coach ci ha comunque supportato nei momenti di difficoltà, quindi il ruolo del coach è sempre importante a prescindere.
E:Bene nebula, grazie della tua disponibilità e ci rivediamo alla prossima occasione!
Intervista ai Bullet Club
emppirk: Ciao Santo e benvenuto su Powned.it
Come vi siete incontrati e come è nato il vostro team?
Santo rawr: Ci siamo entrati all’interno del gioco e piano piano siamo riusciti ad unirci per formare un team. Tre dei nostri giocatori si conoscevano già da tempo ed avevano come sogno di realizzare una squadra ed è qui che è nato il nostro progetto. Grazie a questo torneo siamo riusciti a creare una forte amicizia e a legarci ancora di più rispetto a prima.
E:Grazie Santo!
Indubbiamente il lato amicizia è stato fondamentale per creare affiatamento, ma quale è stato il segreto che vi ha consentito di ritornare in partita dopo lo svantaggio iniziale?
S:Siamo entrati sul palco poco carichi, non abbiamo mai urlato non ci siamo mai incoraggiati. All’inizio del g3 lo abbiamo fatto, ci siamo caricati e quindi siamo riusciti a prendere quella forza d’animo e quella carica che ci ha consentito di rientrare in partita. Non ci eravamo neanche mai incontrati tra di noi come team ed era la prima volta che ci trovavamo di fronte ad un pubblico.
E:Cambiamo invece completamente argomento e parliamo del panorama italiano. Pensate che lavorare sulle “nuove leve” e dare la possibilità a ragazzi senza esperienza di live di partecipare ad eventi del genere sia la chiave per far venir fuori nuovi talenti e migliorare il settore nazionale?
S:Assolutamente si, se non ci fosse stato questo torneo nessuno saprebbe di noi. Attualmente gli unici giocatori che hanno la possibilità di farsi vedere sono quelli che arrivano agli alti livelli delle classifiche, mentre tutto il resto rimane nell’anonimato. Grazie a questo torneo abbiamo avuto sia la possibilità di farci conoscere che di migliorarci mettendoci a confronto con altri.
E:Come ultima domanda, che progetti avete per il futuro?
S:Indubbiamente torneremo più forti di prima, più carichi, anche soprattutto dopo questa piccola delusione. Se ci sarà un altro torneo del genere parteciperemo sicuramente