Olympics Virtual Series: il CIO si apre agli “esports”
Dopo anni di tentennamenti, battaglie, conferme e smentite, il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha deciso di aprirsi agli “esports”. Per farlo, ha annunciato il suo primo evento completamente digitale: le Olympics Virtual Series. Diversi titoli andranno a comporre il roster dei vari tornei, ma non è tutto oro quello che luccica.
Le Olympics Virtual Series
I titoli partecipanti
Il team che si è occupato dell’ideazione e della creazione delle Olympics Virtual Series ha vagliato diverse opzioni, lavorando anche a strettissimo contatto con gli sviluppatori dei titoli scelti. Alla fine sono stati scelti ben cinque videogiochi, che di seguito vi elenchiamo:
- eBaseball Powerful Pro Baseball 2020 (di Konami)
- Zwift (piattaforma online di ciclismo)
- World Rowing (simulatore di canottaggio)
- Virtual Regatta (simulatore di vela)
- Gran Turismo
Un roster di titoli decisamente deludente, che non ha minimamente a che fare con il mondo esportivo di massa. Il CIO è comunque rimasto coerente con le sue idee, escludendo titoli del calibro di League Of Legends, Call Of Duty e CS:GO perchè considerati violenti e non in linea con lo “spirito olimpico“. Persino la scelta di Gran Turismo come simulatore di guida lascia un po’ perplessi, in quanto nel mercato sono presenti delle alternative decisamente migliori nel campo dei racing games realistici.
Data d’inizio e dubbi
Le Olympic Virtual Series prenderanno il via, ufficialmente, il 13 maggio e dureranno fino al 23 di giugno. Questo evento sarà un campo di prova per il CIO, che valuterà l’effettiva fattibilità di questo tipo di competizioni in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2021.
Con un parco titoli così povero, ristretto ad una piccolissima nicchia di appassionati, l’evento rischia di essere un colossale fallimento. Escludere i titoli che, attualmente, muovono il mercato esports è una mossa senza senso, che dimostra un’impreparazione generale da parte del comitato sull’argomento.
Per quanto sia apprezzabile la volontà del CIO di gettarsi in questo mondo “sconosciuto”, le Olympic Virtual Series risultano un tentativo maldestro e poco credibile per il settore esports. Mai come ora risuonano potenti le parole di Carlo Barone (brand manager per l’Italia di Riot Games), che aveva già parlato di questo argomento in una lunga intervista.
“A livello personale, non credo ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di distinguere l’esport dallo sport, sono due forme d’intrattenimento diverse e secondo me andrebbero considerate tali. Ci sono pro e contro nell’una e nell’altra, però cerchiamo di tenerle separate. Riguardo a Riot Games, da quello che ho potuto vedere, sui movimenti di parificazione sport/esport è sempre stata sempre abbastanza contraria.“