La International Game Developer Association chiama all’azione sulle loot box
“Dobbiamo agire noi o il governo lo farà al posto nostro” dichiara la presidentessa Jen MacLean
Qualche giorno fa anche gli Stati Uniti, dopo Belgio e Giappone, hanno deciso di cambiare le politiche riguardo alle loot boxes, da molti considerate alla stregua di “gioco d’azzardo”. Oggi la direttrice dell’Associazione Internazionale Sviluppatori si è espressa in merito, chiamando tutti i developer ad impegnarsi per arginare il problema “prima che il governo lo faccia al nostro posto”.
Secondo la direttrice ci sono delle idee per arginare le problematiche che stanno scaturendo dall’utilizzo sempre maggiore di questi strumenti all’interno dei titoli moderni. Innanzitutto arriva un chiaro messaggio: “dobbiamo prenderci l’impegno come industria di non inserire più le loot boxes nei titoli dedicati ai bambini”.
Altri accorgimenti proposti comprendono la pubblicazione delle probabilità di vincita (come già avviene in Cina per effetto di una legge) e la sensibilizzazione dei genitori attraverso una campagna di comunicazione mirata. Secondo la direttrice MacLean, “se l’industria non comincia da sola a darsi delle regole i governi lo faranno per noi, magari anche attuando misure fin troppo rigide”.
Secondo la MacLean le loot boxes, che potrebbero arrivare ad avere un mercato da 50 miliardi di dollari l’anno entro il 2022, continuano ad attirare “sguardi, preoccupazioni e legislazioni” sull’industria videoludica. Dalla pubblicazione del titolo Battlefront 2, che prevedeva le loot boxes quasi come elemento integrante dell’esperienza di gioco, già Belgio e Giappone si sono mosse per limitare, o addirittura bandire, i giochi che utilizzano questa meccanica dai propri store fisici e digitali.