La Senatrice Pergreffi sui sequestri nelle Sale Lan: “A rischio migliaia di posti di lavoro. Chiediamo immediato incontro con Adm”

La Senatrice Pergreffi sui sequestri nelle Sale Lan: “A rischio migliaia di posti di lavoro. Chiediamo immediato incontro con Adm”

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Pergreffi Sale Lan – Attraverso un post pubblicato su Facebook, la Senatrice della Lega Simona Pergreffi ha voluto esprimere tutta la sua solidarietà ai lavoratori delle sale lan colpite lo scorso weekend dall’operazione dell’ADM.

La Senatrice ha definito “sconcertante” il sequestro messo in atto dall’ADM, ha evidenziato che è a rischio il posto di lavoro di molti operatori del settore, ed ha per questo richiesto un incontro con la direzione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Nella nota si legge: “Riteniamo sconcertante e grave il blitz messo in atto ieri sera dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nelle sale italiane di eSport dove sono stati messi sotto sequestro le apparecchiature e i computer. Gli eSport non sono sale Slot, non prevedono premi in denaro, ma semplicemente delle competizioni.

Secondo l’ADM non verrebbero rispettate le procedure e le norme di legge, ma di fatto tutto il comparto degli eSport non ha ancora una legislazione“.

Sulla cosa la Senatrice ha poi aggiunto: “Nonostante questo, con un autentico blitz in stile poliziesco, la Direzione delle Dogane sta criminalizzando un intero settore che in Italia garantisce migliaia di posti di lavoro, milioni di utenti, campioni a livello internazionale, come ad esempio la squadra Ferrari, campione mondiale di Formula 1 eSport, testimonial del calibro di Valentino Rossi, Charles Leclerc, Paulo Dybala, oltre che eventi da migliaia di partecipanti come Milan Games Week o Lucca Comics & Games.

Inoltre sono a rischio anche le possibilità di provare, presso un qualunque centro commerciale, un gioco su un dispositivo o una console in esposizione e persino i simulatori a disposizione dei visitatori nei musei delle più importanti case automobilistiche italiane. 

Mentre in tutta Europa le sale eSport si stanno diffondendo ovunque, in Italia vengono chiuse con i sigilli, con un provvedimento che all’estero viene definito addirittura ridicolo.

In merito a questo sconcertante provvedimento da parte dei Monopoli, presenteremo un’interrogazione urgente al Governo e chiederemo un incontro immediato con la direzione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli“, ha concluso la Pergreffi.

Streaming sulla questione lan: questa sera alle 21 sul canale Twitch di GamerTide si discuterà della vicenda sale lan, e di quelli che potrebbero essere i risvolti futuri.

ADM pubblica un Comunicato su LAN e Fiere: addetti ai lavori molto preoccupati

Oltre alle parole della Senatrice, giungono oggi in redazione anche quelle relative al comunicato di EGAMES365MSP ITALIA sul medesimo argomento.

SALE LAN di tutta Italia a rischio chiusura: una vergogna, ora serve la CLASS ACTION degli esports!

Nel comunicato stampa si legge:

Il sequestro delle Sale LAN disposto in queste ore su iniziativa dell’Agenzia Dogane e Monopoli, ha riacceso il dibattito sull’inquadramento fiscale e giuridico dell’attività videoludica in Italia e sull’ambiguo rapporto tra esports, intrattenimento e gambling.

Pietro Picardi, responsabile di Egames365 – MSP Italia, Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI tra i più attivi in ambito esports, è intervenuto sulla vicenda al fine di chiarire la posizione ufficiale del settore sport virtuali dell’ente in relazione all’attività delle Sale LAN.

“Occorre inquadrare giuridicamente gli Sport Virtuali e le Sale LAN definendone il perimetro normativo per evitare ulteriori sanzioni e sequestri. Lo Sport Virtuale non è in alcun modo assimilabile al gambling – sostiene Picardi – l’attività esportiva non può essere svilita a gioco d’azzardo e le Sale LAN non possono essere considerate le bische clandestine del nuovo millennio.

Gli Sport Virtuali non devono essere assimilati neppure alle attività meramente commerciali di entertainment e amusement. E’ evidente, infatti, che soggetti di natura commerciale, in assenza di specifici accordi con publisher e produttori, non possano pretendere di noleggiare al pubblico console e videogiochi con licenza d’uso privata e, meno che mai, di promuovere tornei videoludici con premi in palio in deroga degli adempimenti previsti dal D.P.R. 430/2001 in materia di concorso a premi”.

Come si può, dunque, tirarsi fuori dall’empasse normativo garantendo alle Sale LAN la possibilità di svolgere serenamente la propria attività?

“Gli Sport Virtuali sono sport a tutti gli effetti – sostiene Picardi – noi Enti di Promozione Sportiva li consideriamo tali già da diversi anni nonostante, purtroppo, l’inserimento della disciplina nell’apposito registro CONI tardi ad arrivare, almeno per alcune categorie di essi.

Non esiste altra soluzione concretamente percorribile per assicurare un degno futuro all’esport italiano, che non sia la strada del terzo settore e del riconoscimento ufficiale in ambito sportivo”.

Per Egames365 – MSP Italia, dunque, gli Sport Virtuali sono attività sportive da considerare alla stregua delle altre già iscritte al registro CONI, da supportare ed incoraggiare, in virtù dell’elevato ruolo sociale di educazione e di catalizzatore dei valori universali di aggregazione e integrazione.

“Gli Sport Virtuali, se opportunamente inquadrati, regolamentati e vigilati nell’ambito specifico delle attività del terzo settore promosse dalle Federazioni o dagli Enti riconosciuti dal CONI, sono un veicolo di inclusione e partecipazione, nonché un irrinunciabile strumento di benessere psico-fisico e di prevenzione, soprattutto tra i giovani, rispetto ai fenomeni di auto-isolamento e utilizzo compulsivo dei videogiochi connessi alle dipendenze e alle ludopatie.

Le Sale LAN – prosegue Picardi – vanno considerate, alla stregua delle palestre, come luoghi di utilità sociale idonei all’esercizio della pratica culturale – esportiva, promossa da ASD e SSD regolarmente affiliate alle Federazioni e agli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI”.

Con riferimento alle specifiche contestazioni descritte nell’esposto che ha indotto ADM a sanzionare alcuni operatori, Picardi sostiene che le ASD e le SSD che esercitano regolarmente la propria attività presso le Sale LAN, non violino le normative attualmente in vigore:

“Ove la pratica dell’attività esportiva e culturale all’interno delle Sale LAN sia inquadrata nell’ambito del terzo settore, per definizione scevro da qualsiasi finalità lucrativa e commerciale, non ha alcun senso contestare al soggetto promotore, sia esso un’ASD o una SSD, le violazioni di cui si è discusso in questi giorni.

Le Associazioni hanno, infatti, tutto il diritto di riscuotere dai soci e dai tesserati dell’ente una quota d’iscrizione intesa come corrispettivo specifico per la partecipazione alle attività istituzionali.
Gli eventuali premi in palio, elargiti in favore dei tesserati che prendono parte all’attività videoludica, sono semplicemente compensi sportivi dilettantistici funzionali all’ampliamento della base partecipativa e al perseguimento delle finalità di aggregazione e di inclusione sociale specifiche del terzo settore.

I tornei esports con premi in palio, promossi e organizzati dalle ASD e SSD presso qualsiasi location, incluse le Sale LAN, sono civilisticamente esenti dagli obblighi previsti dal D.P.R. 430/2001 in materia di concorso a premi, in quanto trattasi di manifestazioni esportive/culturali ufficiali svolte sotto l’egida di un Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI.

La fruizione delle console di gioco e di videogiochi, la cui licenza d’uso prevede esclusivamente l’home entertainment, è del tutto lecita se l’utilizzo non è consentito indistintamente al pubblico ma riservato ai soci e ai tesserati che praticano l’attività esportiva allenandosi o gareggiando all’interno delle Sale LAN.

L’errore di fondo commesso da molti titolari di Sale LAN risiede nell’essersi ostinati a voler operare nel settore degli Sport Virtuali attraverso la creazione di soggetti giuridici di natura commerciale non idonei allo scopo, destinati ad essere inevitabilmente bersaglio di provvedimenti sanzionatori purtroppo legittimi, alla luce dell’attuale quadro normativo. L’attività esportiva, e la relativa promozione in senso stretto, non deve e non può essere animata da finalità lucrative, a differenza del gambling, dell’entertainment e dell’ amusement ma deve limitarsi a fungere, eventualmente, da volano per lo sviluppo di un ecosistema commerciale a latere (ristorazione, merchandising, sponsorizzazioni, servizi ecc..), così come avviene nell’ambito di qualsiasi altra disciplina sportiva.

In questa ottica, Egames365 – MSP continuerà a favorire e promuovere la diffusione della Sale LAN in Italia considerandole infrastrutture essenziali per le attività del terzo settore, nonché imprescindibilmente funzionali all’esercizio della sana pratica esportiva – conclude Picardi – fermo restando la necessità di creare al più presto un tavolo tecnico di confronto tra enti sportivi, soggetti istituzionali e publisher al fine di restituire serenità e fiducia a tutti gli operatori del settore”

Anche un nuovo DOOM nei piani (leakati) di Bethesda

Anche un nuovo DOOM nei piani (leakati) di Bethesda

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19/09/2023 11:51 di Marco "Stak" Cresta
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Bethesda, Doom & leak – Nel corso della disputa legale tra Microsoft ed FTC, sono stati condivisi dei documenti estremamente importanti che dovrebbero anticipare la roadmap ufficiale per Bethesda.

Publisher noto ed apprezzato in tutto il mondo, Bethesda è protagonista da qualche settimana per l’attesissimo lancio di Starfield, uno dei titoli di punta dell’azienda.

Oggi Bethesda torna nuovamente sotto le luci della ribalta, grazie a delle informazioni assolutamente interessanti riguardo all’uscita dei loro prossimi titoli.

Nel documento erano infatti riportate le date per la pubblicazione si svariati titoli, tra cui anche alcuni tra i più celebri franchise della storia dei videogame.

Il documento dei Leak di Doom e degli altri titoli Bethesda 

Scopriamo quindi che è in arrivo una versione remaster di The Elder Scrolls IV: Oblivion, un gioco dedicato ad Indiana Jones, dei nuovi DLC per Starfield ed anche un nuovo Doom, chiamato DOOM: Year Zero.

Non solo però, perché sempre da questo documento sono saltati fuori i nomi di Fallout 3 (che dovrebbe ricevere una remaster), il nuovo Dishonored 3 ed ovviamente il sequel di Ghostwire: Tokio.

Tantissima carne al fuoco quindi, per una lista di titoli e nuove DLC davvero estremamente importante. Quale di questi titoli è quello che aspetterete maggiormente? Fatecelo sapere nei commenti, la discussione è aperta!

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Starfield: recensione dell’epopea spaziale di Bethesda

Starfield: recensione dell’epopea spaziale di Bethesda

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18/09/2023 17:16 di Mario "Rios" Cristofalo
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Recensire un’epopea come Starfield in poche parole è un compito arduo, vista l’immensità e la grandezza dell’opera pubblicata da Bethesda. Infatti abbiamo tra le mani un titolo che , al pari dei suoi predecessori, continuerà a farsi scoprire ed a regalare sorprese per molti anni a venire.

Eppure, in un modo o nell’altro, dobbiamo analizzare il lavoro svolto dalla storica casa di Rockville. Perché questa nuova IP riesce ad essere diversa in molti aspetti rispetto a The Elder Scrolls e Fallout, ma al contempo ricalca quella classica formula amata dai fan che però sente il peso del tempo sulle spalle.

Insomma, allacciate le cinture e mettetevi comodi perché stiamo per partire per un viaggio che ci porterà tra le stelle e ci farà scoprire un titolo che vuole essere innovativo ma rimane fortemente ancorato al suo retaggio.

Recensione di Starfield

Trama

Non possiamo non iniziare la nostra recensione di Starfield partendo proprio da uno degli aspetti più forti del titolo: la trama (o forse sarebbe meglio dire le trame) e la narrazione. In questo aspetto Starfield differisce moltissimo dai suoi illustri predecessori, in quanto riesce a discostarsi da quella narrazione blanda e poco profonda tipica di Bethesda (almeno per quanto riguarda la main quest).

Gli autori della casa di Rockville hanno fatto un salto in avanti di anni luce rispetto al passato, riuscendo a tessere una trama solida e ben strutturata, accompagnata da una narrazione profonda che strizza l’occhio al cinema sci-fi. Questa profondità è accentuata ancora di più dai dialoghi che si hanno con il resto dei personaggi, che riescono ad avere una loro personalità ben definita e soprattutto utile allo sviluppo della trama e delle diverse sottotrame disponibili.

Infatti per quanto Starfield abbia una main quest davvero brillante con Constellation, il livello si alza ancora di più quando si ha a che fare con le storie delle fazioni che popolano lo spazio dei Sistemi Colonizzati. Queste quest sono delle vere e proprie gemme, dei piccoli film di fantascienza, che ci faranno ripercorrere le atmosfere di Alien, ci faranno vivere intrighi politici/corporativi o ancora ci metteranno nei panni di un ranger alle prese con delle indagini scomode. In Starfield potete essere chi volete. Letteralmente. Non è necessario essere un eroe (come in Skyrim) oppure un supercattivo, si inizia come un Carneade e si sceglie la propria strada. Potrete intraprenderle tutte. Oppure nessuna. Sarete soltanto voi.

Insomma, il team di Todd Howard è riuscito a costruire delle storie tanto credibili quanto diverse tra di loro. Una diversificazione profonda, che rappresenta al meglio la divisione che il genere umano ha attuato dopo aver lasciato la Terra ed essersi insediato nei Sistemi Colonizzati.

Un mondo che non risponde

Nonostante il giocatore possa decidere d’intraprendere la propria personalissima carriera, con un background che si riflette nella crescita del personaggio anche nei dialoghi intrapresi, le azioni compiute non avranno quasi alcun effetto sul mondo che ci circonda. Infatti, al netto di qualche scelta importante, tutto sarà vissuto in maniera passiva dalle fazioni e delle persone che popolano i Sistemi Colonizzati.

Avete appena estirpato uno dei predatori più letali dello spazio? Benissimo! Prendete qualche complimento, qualche credito, qualche dialogo unico e dimenticatevi di ciò che avete fatto. Le vostre scelte non avranno effetto sul mondo di gioco e nulla cambierà l’immutabile presente che state vivendo. Un modo di fare le cose che Bethesda si porta dietro ormai da troppo tempo, e che ora come ora risulta essere anacronistico (a dir poco).

Ambientazione

Come già accennato in precedenza, Starfield ci catapulterà all’interno dei Sistemi Colonizzati, un centinaio di sistemi stellari che sono diventati la casa dell’umanità dopo l’abbandono della Terra. All’interno di questo contesto spaziale, il genere umano non è riuscito ad unirsi sotto un’unica egida, ma si è diviso ed ha imbracciato nuovamente le armi.

La terribile Guerra Coloniale ha posto le basi per il presente di Starfield, spaccando i sistemi colonizzati in tre grandi fazioni: le Colonie Unite, Il Collettivo FreeStar e la Casata Va’Ruun. Un delicato equilibrio raggiunto a caro prezzo, pagato in sangue e morte. Questa divisione la si nota bene non soltanto attraverso la storia raccontata ad inizio gioco, ma anche e soprattutto nelle diverse scelte stilistiche di ogni fazione.

Se infatti le Colonie Unite possono sfoggiare una capitale pulita ed all’avanguardia tecnologica come Nuova Atlantide, il Collettivo FreeStar ha assunto dei tratti completamente diversi. Akila City (capitale del Collettivo) sembra una città venuta fuori dal Selvaggio West, fortificata e molto meno “pulita” nel look a differenza della sua controparte. E’ una città che ancora ha ben visibile le cicatrici della guerra e che sarebbe ancora pronta ad imbracciare le armi per difendere la sua libertà.

Ma oltre alle due grandi capitali c’è la splendida Neon: un mostro in stile cyberpunk dove sono le corporazioni a farla da padrone. Il classico covo pieno di criminali dove poter far ottimi affari mettendo anche in conto di poter rischiare la pelle. Infine c’è la poverissima Cydonia, avamposto minerario che sfrutta il sottosuolo di Marte e “schiavizza” i suoi abitanti senza nessuna remora.

Abbiamo davanti una fetta di galassia davvero tanto variegata, da cui è impossibile non farsi affascinare. Sarà difficile non farsi rapire dalla bellezza dei mondi costruiti dagli artisti di Bethesda.

Esplorazione: il tallone d’Achille di Starfield

Se fino ad ora abbiamo visto una Bethesda capace di evolversi sotto molti punti di vista con Starfield, ora dobbiamo analizzare il punto più debole di questa enorme epopea spaziale: l’esplorazione. Se siete fan dei prodotti della casa di Rockville, sapete bene quanto questi spingano il giocatore ad esplorare l’ambientazione costruita con cura, quasi obbligandolo a cercare anche negli anfratti più nascosti.

Ebbene, con Starfield, questo paradigma viene completamente stravolto. Infatti l’esplorazione dei pianeti viene guidata dalle missioni e dalla narrazione, diventando di fatto uno sfondo tanto bello quanto trascurabile. Per quanto i corpi celesti siano visitabili senza dover per forza fare affidamento alle quest, non sono realmente liberi da confini ed “open world”.

Quando si atterrerà in un punto di un pianeta, il gioco genererà una macroarea da esplorare, che però ha dei limiti che sono raggiungibili anche a piedi. Sono presenti dei muri invisibili che chiudono queste aree, e costringono il giocatore a rimanere nel seminato. Non saranno nemmeno disponibili veicoli per l’esplorazione terrestre, che avverrà soltanto a piedi e sarà aiutata dal boostpack in dotazione. Un approccio ben diverso da quanto visto nei moderni giochi di esplorazione spaziale (No Man’s Sky ed Elite Dangerous in primis), e che costringe il giocatore a percorrere enormi distanze in molto tempo.

Inoltre la nave spaziale funge quasi interamente da hub per il viaggio rapido, in quanto non sarà possibile pilotarla per spostarsi sulla superfice dei pianeti. Il nostro vascello sarà utilizzabile soltanto quando si entrerà nell’orbita di un pianeta per affrontare una battaglia spaziale, per attraccare ad una stazione o per decidere in quale punto atterrare.

Mancanza delle mappe

Un’esplorazione quindi mozzata, sacrificata e resa macchinosa dal continuo passaggio in diversi sottomenù poco intuitivi e leggibili. Infine bisogna dire che mancano delle mappe dettagliate dei luoghi che visiteremo, cosa che renderà ancora più difficile orientarsi all’interno del gioco. Una mancanza non da poco, un errore da matita rossa, che non ci aspetta da una casa sempre attenta ai dettagli come Bethesda.

Speriamo che il team di sviluppo posa implementare almeno le mappe delle location principali tramite degli aggiornamenti e/o dei DLC successivi, in quanto in questo modo si perde gran parte dell’esperienza che Starfield può offrire.

Strutture procedurali

All’interno delle macroaree create casualmente su ogni pianeta ci saranno, a fare da cornice, diverse strutture da poter scoprire ed esplorare. Queste saranno completamente procedurali, ed inizialmente vi faranno davvero sentire il piacere della scoperta e del viaggio verso l’ignoto.

Con il passare delle ore, però, si inizierà a notare una certa ripetizione nell’architettura e nello stile di questi edifici. Ci ritroveremo sempre davanti a a crio-laboratori abbandonati, miniere e fabbriche pullulanti di nemici, che però non offriranno nulla di nuovo dopo un po’ di tempo.

Tutto risulterà essere sempre uguale a se stesso, facendo aumentare nel giocatore quel senso di ripetitività dato da un sistema procedurale che non funziona proprio benissimo. Questo va a snaturare ancora di più il piacere dell’esplorazione dei pianeti che, come detto in precedenza, diventano solo un bellissimo contesto che fa da sfondo alle varie quest che il giocatore sta affrontando.

Gameplay: il cuore dell’azione

Al centro dell’esperienza di Starfield vi è, senza ombra di dubbio, lo shooting e la fasi action. Come più volte detto da Todd Howard in fase di presentazione, infatti, sarà davvero impossibile finire una run senza aver sparato nemmeno un colpo o averne inferto uno con un’arma corpo a corpo.

Una scelta che non dipende interamente dal giocatore, visto che i nemici saranno sempre molto aggressivi e votati al combattimento. Tra creature aliene ostili, mercenari, pirati spaziali e chi ne ha più ne metta, ci si ritroverà sempre ingaggiati in una lotta di qualche tipo.

Lo shooting ed il combattimento in generale riescono ad essere molto soddisfacenti, grazie ad un sistema già rodato in Fallout 4 e limato ulteriormente per essere più coerente con la struttura sci-fi del titolo. A questo aggiungete l’importantissima feature del boostpack, che da solo contribuisce a rendere i combattimenti ancora più profondi del passato. Inoltre il boostpack cambia completamente l’approccio nei combattimenti a gravità zero, dove usare le armi balistiche è fortemente sconsigliato a causa del rinculo che vi farà volare all’indietro.

Grazie a questo, infatti, sarà possibile navigare gli spazi in modo completamente diverso dal solito. Si potrà sfruttare di più la verticalità delle mappe, create ad hoc per dare ai giocatori molte più possibilità in più. Purtroppo l’IA di Bethesda continua a non essere al passo con i tempi, e non farà troppo altro rispetto al nascondersi dietro le coperture e provare delle timide manovre di accerchiamento. Questo faciliterà di molto i combattimenti, concedendo più spazi di manovra anche contro nemici di livello molto più alto.

Gameplay: il loot ed il crafting

Come da tradizione, il sistema di loot svolge un ruolo fondamentale all’interno di Starfield. I nemici e le mappe offriranno ai giocatori una mole di materiali, equipaggiamenti e risorse enorme, che metteranno a dura prova le capacità dell’inventario dei nostri personaggi, compagni di viaggio e navi.

Gli oggetti utilizzabili (come tute spaziali, caschi, zaini ed armi) avranno una classificazione in rarità, che andrà ad influenzare direttamente le caratteristiche dell’oggetto in questione ed il suo valore in una possibile rivendita.

A questo unite un sistema di crafting molto profondo, mutuato e migliorato da quanto visto in Fallout 4. Tra progetti di ricerca e modifiche varie, gli appassionati avranno davvero milioni di possibilità con cui sbizzarrirsi e creare tutto ciò che il gioco gli concede. Fortunatamente non si tratta di un sistema che bisogna utilizzare obbligatoriamente, ma starà alla discrezione dei giocatori scegliere se usarlo o meno.

Gameplay: il cantiere navale

Se il sistema di crafting risulta essere immenso e profondo, lo stesso si può dire del cantiere navale. L’editor, infatti, ci darà la possibilità di creare il vascello dei nostri sogni, tramite la vasta scelta di oggetti puramente estetici e funzionali al volo ed al combattimento. Parliamo di possibilità di una capacità di personalizzazione quasi illimitata, che può stravolgere e modificare non soltanto l’aspetto e le prestazioni della nave, ma anche la sua architettura interna. Insomma, una vera manna dal cielo per gli appassionati del genere, che avranno pane per i loro denti e probabilmente perderanno le ore per creare la nave perfetta in ogni singolo dettaglio.

Gameplay: il sistema di volo

Per quanto il sistema di volo sia limitato esclusivamente a pochi momenti nel corso dell’avventura, riesce ad essere una feature ben realizzata e divertente per quanto estremamente semplice. Il tutto ruota attorno alla corretta gestione dell’energia della nave, che dovrà essere destinata a questo o quel sistema in base alla necessità del momento. In uno scontro, ad esempio, dovrete dare massima priorità agli scudi deflettori, non dimenticando di dare il giusto peso alle armi di cui è dotato il vostro vascello.

Ma non è tutto. Anche il motore ha bisogno di essere preso in considerazione, in quanto sarà cruciale avere una buona mobilità per provare ad evitare più colpi possibili. Inoltre, se le cose si mettono veramente male, potete deviare tutta l’energia verso il gravimotore e tentare un salto disperato verso un sistema vicino e mettere al sicuro la pellaccia.

Realizzazione tecnica

Come aspetto finale di questa nostra disamina, prendiamo in considerazione tutto l’impianto tecnico di Starfield, forse quello che destava più preoccupazione tra il pubblico. Dopo circa 50 ore di gioco, possiamo dirvi che Bethesda ha fatto un ottimo lavoro dal punto di vista grafico, che esalta il Creation Engine 2 pur con tutti i suoi limiti.

Il motore proprietario di Bethesda è stato sfruttato fino all’osso per offrire un’esperienza bella da vedere che, pur non essendo rifinita in ogni piccolezza, lascia a bocca aperta (anche aiutata dal lato artistico del titolo). La luce dinamica è stata studiata alla perfezione dagli sviluppatori, che l’hanno resa reale pur non utilizzando la tecnologia RTX. Questa riesce a cambiare drasticamente l’estetica dei corpi celesti, degli esterni e degli interni in varie situazioni di luminosità. Una precisione maniacale in ogni singola fonte di luce, che porge il fianco soltanto alla realizzazione delle ombre non sempre precisissima, ma che esalta le superfici, gli oggetti ed i materiali in un modo mai visto prima d’ora in un titolo di Bethesda.

Una realizzazione tecnica di portata enorme, specialmente se si considerano i compromessi a cui si è scesi per ottimizzare al meglio il titolo su console. Su Xbox Series XStarfield viaggia tranquillamente a 30fps fissi che, stranamente, non fanno sentire la mancanza dei 60. In alcuni punti e nelle situazioni più concitate possono capitare dei cali di frame saltuari, ma non siamo mai arrivati ad avere dei crash o dei freeze totali del gioco.

All’interno della produzione sono tuttavia presente alcuni sporadici bug, perlopiù visivi, che ogni tanto vanno a minare la solidità tecnica di Starfield, che in ogni caso rimane il titolo tecnicamente più curato della storia di Bethesda.

Conclusioni

In definitiva, Starfield è un capolavoro o un flop? Ad essere sinceri, non è nessuna delle due cose. E’ un titolo ottimo sotto diversi punti di vista, ma per altri risulta essere un gioco “nato vecchio”. Questo perché Bethesda non riesce a discostarsi da una formula tanto rodata e vincente quanto vetusta e non al passo con le esigenze dei giocatori più giovani e non.

Starfield è un territorio di comfort per i vecchi appassionati dei GDR, quelli a cui piace essere guidati ed immergersi in una storia capace di far emozionare anche i cuori più duri. E’ come un’antica tradizione a cui si è particolarmente affezionati, ma di cui si riconoscono i limiti e gli aspetti incompatibili rispetto al tempo in cui viviamo adesso. Starfield è il paradiso degli appassionati dei giochi Bethesda, ed al tempo stesso potrebbe essere un’esperienza non brillante per chi è cerca un open world a tutti gli effetti.

Insomma, noi ci sentiamo di promuovere questa enorme epopea spaziale sotto molti punti di vista, ed al contempo vi consigliamo d’immergervi nel suo mondo fatto di storie e personaggi che meritano di essere ascoltati.

VOTO: 8,5

Only Up RIMOSSO da Steam a causa dello “Stress” del creatore

Only Up RIMOSSO da Steam a causa dello “Stress” del creatore

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08/09/2023 13:55 di Amin "Gosoap" Bey El Hadj
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Il successo travolgente di Only Up ha subito una svolta sorprendente dopo che il suo (unico) sviluppatore, ha deciso di rimuovere il gioco dallo store di Steam, citando lo “stress” come la motivazione principale dietro questa drastica mossa.

A volte, un gioco emerge dal nulla e diventa una vera e propria sensazione. Attrae streamer e creator che lo sviscerano sotto ogni aspetto. Questo è ciò che è successo con Among Us, e nel 2023, ed è anche ciò che è successo nuovamente con Only Up, un platform che sfida i giocatori a superare una serie apparentemente infinita di ostacoli sempre più complessi.

Dietro questo fenomeno si cela SCKR Games, uno studio gestito da un singolo individuo.

Il peso (metaforico) del gioco ed anche il suo smodato successo hanno avuto un impatto significativo sul suo creatore.

Una dichiarazione del creatore spiega le ragioni dietro la rimozione del gioco:

“Sono uno sviluppatore solitario, e questo gioco rappresenta la mia prima esperienza nel mondo del development. L’ho creato per esplorare la mia creatività e mettermi alla prova, ma ho commesso molti errori lungo la strada. Il gioco mi ha causato un’enorme quantità di stress durante questi mesi. Ora voglio lasciarmi il gioco alle spalle, ed è per questo che ho deciso di rimuoverlo dallo store di Steam.”

“Ciò di cui ho bisogno ora è pace mentale e la possibilità di guarire. Ho in programma di fare una pausa, proseguire la mia formazione e, con una nuova esperienza e conoscenza, dedicare le mie energie al mio prossimo progetto, dal titolo provvisorio ‘Kith’.”

“Sarà un’esperienza completamente nuova, con un approccio realistico e un contesto completamente diverso, con una forte enfasi sulla cinematografia. Questa volta spero che il progetto possa essere realizzato da un piccolo team. Si tratta di un progetto ambizioso che mi consentirà di migliorare notevolmente le mie competenze nel game design. Vi ringrazio per la vostra comprensione.”

Sebbene la decisione di rimuovere un prodotto così popolare possa sorprendere molti, sembra che questa scelta sia stata presa per il benessere del creatore. Nel frattempo, i fan di Only Up possono trovare consolazione nel fatto che il gioco che ha ispirato Only Up, “Getting Over It with Bennett Foddy” è ancora disponibile su Steam.

Che ne pensate? Come al solito la discussione è aperta!

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