Andrew Tate, la CONFESSIONE di una VITTIMA del traffico di esseri umani: “Non c’è stata nessuna vittima, la polizia è corrotta”
Confessione della vittima – Nelle ultime ore è affiorata su internet un video molto interessante pubblicato da una delle presunte vittime contattate dall’accusa nel caso Andrew Tate, accusato insieme al fratello Tristan di traffico di esseri umani.
Secondo il resoconto della giovane, la polizia romena non starebbe tenendo in considerazione alcune prove chiave e starebbe accusando due persone, detenendole anche se non ci sono assolutamente i motivi legali per farlo.
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Senza ulteriori indugi ecco alcuni estratti dal resoconto della ragazza, agli atti Jasmine, che racconta tutta la sua esperienza.
La CONFESSIONE di una VITTIME di Andrew Tate: per lei nessuna prova ancora
“Prima di tutto vorrei dire che non ci sono vittime in questo caso. Ad Aprile del 2022 due ragazze che vivevano nella mia stessa casa, si sono chiuse in camera ed hanno denunciato di essere state imprigionate lì. Ma ecco cosa non sapete: quando la polizia ha fatto irruzione nelle loro stanze, ha scordato di menzionare una cosa molto importante – ossia che le chiavi delle stanze erano dentro la stanza stessa, in un caso addirittura sul letto.”
“Ora, non credo più che siano solo le vittime a mentire, ma a questo punto anche la polizia. C’è un motivo per cui lo stanno facendo ed è abbastanza ovvio. Le elezioni per il posto vacante di leader della DIICOT.”
“Le altre vittime dell’accaduto saremmo io e Beatrice. Finora siamo state ascoltate 3 volte dalla polizia e tutte le volte abbiamo ribadito di non essere vittime e di non aver mai lavorato con o per Andrew e Tristan Tate. La polizia ha scelto sempre di non includere le nostre confessioni nei documenti del caso. […]”
“Inoltre hanno anche eliminato tutte le registrazioni delle telecamere di sorveglianza dentro e fuori dalla casa perchè non le consideravano delle prove valide. prove che dimostravano che le ragazze che erano lì (insieme a lei n.d.r.) erano libere di uscire a fare passeggiate, uscire di casa ed usare i telefoni quando e come volevano. Vogliamo giustizia, ma le mie dichiarazioni continueranno ad essere ignorate dalla polizia”
A questo punto della vicenda è lecito iniziare a chiedersi se sotto ci sia veramente una sorta di accanimento verso i due milionari, oppure si tratterà solo di un inciampo in un caso già deciso? Come al solito la discussione è aperta.
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