Chi pagherà per la morte di Inquisitor?
Da diverse ore la community italiana è stata colpita da una notizia terribile, la prematura morte del popolare cosplayer Inquisitor, suicidatosi alla giovanissima età di 23 anni.
Inquisitor è stato vittima del bullismo, è stato imbrogliato, deriso, umiliato e reiteratamente (e verbalmente) aggredito da decine e decine di persone, che lo accusavano di essere un pedofilo.
Ha impiegato davvero poco parte della community a bollare come “mostro pedofilo” un ragazzo che, al contrario, non aveva nessuna colpa, e che fino al giorno prima quegli stessi giocatori osannavano.
Troppo spesso ci si dimentica che dietro quei monitor, dietro quelle centinaia di dirette, di video e di reel, ci sono dei normalissimi ragazzi, che come tutti gli altri trasudano sogni e speranze, e sono fatti di forze e di debolezze.
I mostri, quelli veri, sono i personaggi che hanno attaccato e giudicato Inquisitor, senza ascoltare l’opinione del diretto interessato, arrendendosi al facile odio piuttosto che prestarsi alla ricerca della verità… O al massimo tacere.
Chi deve pagare per la morte di Inquisitor?
Chi dovrà pagare ora per questa immane tragedia? Perché il tutto pretende giustizia, una giustizia che sarà comunque amarissima, visto che sarebbe raggiunta al costo di una vita umana. Di un ragazzino, innamorato di Call of Duty, capace di strappare con i suoi contenuti una risata ed un momento di gioia a centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.
Perché il problema non é rappresentato solamente dai protagonisti di tutta questa terribile vicenda, ma anche da un’attitudine, un modo di fare aggressivo e troglodita per il quale, purtroppo, aprono la bocca umani che dovrebbero invece solamente tacere.
Volete giustizia per Inquisitor? Benissimo, allora iniziate a sensibilizzare i vostri amici, i giocatori del “vostro clan” o della vostra “gilda” sul fatto che, almeno nel “nostro mondo” ed in tutto quello che è l’universo Nerd, non ci deve essere più spazio per la tossicità e la cattiveria. Mai, in nessuna circostanza. Neanche un singolo millimetro deve essere più concesso, il “punto di non ritorno”, purtroppo, è stato già abbondantemente superato.
Inquisitore, Cosplayer italiano di COD, si toglie la vita a 23 anni
Come Powned, saremmo lieti di fungere da “megafono” per qualsiasi iniziativa volta a sensibilizzare sul tema. Che siate un team, un’organizzazione esports, dei content creator o una community di cosplayer non conta: noi siamo qui, ed insieme possiamo fare la differenza.