Storia delle Carte: Leviatano delle Fiamme!
“Presto! Manovre evasive, manovre evasive!”
Oggi facciamo la “conoscenza” di uno dei più potenti (e odiati) macchingegni del mondo di Warcraft, il carrarmato-prototipo Leviatano delle Fiamme. Costruito da Mimiron, uno dei guardiani di Ulduar, è il baluardo delle difese esterne della gigantesca prigione. Per saperne di più su di lui, leggete la sua storia, che abbiamo pubblicato qualche settimana fa.
I giocatori di World of Warcraft lo conoscono fin troppo bene. Il “Flame Leviathan” (all’epoca di Ulduar il gioco era solo in inglese) è stato uno dei boss più innovativi a livello di meccaniche e, soprattutto, il primo fight di quello che da molti viene riconosciuto come il raid più bello nella storia del gioco. Ma andiamo per gradi…
ULDUAR, UNA PRIGIONE PER GLI DEI
Costruita dai Titani migliaia di anni prima degli eventi di Wrath of the Lich King, la città-prigione di Ulduar aveva un unico e solo scopo: contenere il terribile potere di Yogg-Saron, una delle entità primordiali provenienti dallo spazio che hanno afflitto il mondo di Azeroth fin dalla sua creazione e note a noi come gli Antichi Dei.
Durante la campagna di Nordania, il millenario sonno di Yogg-Saron fu interrotto. Avvertiti da Brann Barbabronzea, leader della Lega degli Esploratori, i leader di Orda e Alleanza e i maghi del Kirin Tor inviarono una task force per infiltrarsi dentro Ulduar e investigare. Arrivati all’ingresso del gigantesco complesso, però, trovarono una sgradita sorpresa: la potente e deviata mente di Yogg-Saron aveva corrotto i Guardiani, i suoi millenari carcerieri, e rivolto le impenetrabili difese di Ulduar contro chiunque volesse entrarvi per dargli la caccia. E al centro delle difese esterne della prigione c’era proprio “lui”: il Leviatano delle Fiamme, il primo capolavoro di Mimiron. Potenziato da quattro torri, ognuna caricata con il potere di uno dei Guardiani, questo carrarmato era in grado di affrontare da solo un piccolo esercito. Ed è proprio quello che fece, per mesi e mesi di raid, durante il Tier 8 di Wrath of the Lich King.
IL FIGHT
Affrontare il Leviatano, con le sue stats all’epoca decisamente inarrivabili per qualsiasi personaggio, non era cosa da fare a piedi. Infatti, sia per la trash che per il boss vero e proprio, si doveva salire su tre diversi veicoli d’assedio: la moto, il demolitore o la macchina d’assedio a vapore. Era la prima volta in assoluto che in una boss fight non si usavano le skill del proprio personaggio ma quelle di un veicolo e fu, come già detto, una delle idee più innovative della Blizzard durante l’espansione.
Alcuni pezzi di equipaggiamento fornivano un bonus alle stats del veicolo ed ogni veicolo era fondamentale per la riuscita del fight, comprese le piccole moto, incaricate di raccogliere barili di saronite, per ricaricare l’arma più forte dei demolitori. Qui sotto, trovate un video sulla strategia dell’hard mode, la modalità eroica di Ulduar, che si attivava semplicemente non distruggendo le torri di potenziamento del Leviatano.
Video:
LO STRANO CASO DELLA MARTIN’S FURY
Il Leviatano fu anche protagonista di una delle più strane e celebri storie avvenute all’interno di World of Warcraft e fu proprio la sua incredibile pool di HP ad aiutare la Blizzard a scoprire il più famoso cheater di Azeroth.
Tutto ebbe inizio quando Karatechop, leader di una piccola gilda sul server americano Vek’nilash, ricevette una mail con dentro la Martin Fury, una camicia heirloom dotata di un’abilità incredibile: uccidere tutti i nemici nel raggio di 30 yard! Incredulo, il nostro Karatechop la provò subito su un boss, il nostro povero Leviatano, che venne malamente one-shottato da questo piccolo gnomo appiedato.
Investigando, la Blizzard scoprì che il colpo più potente mai sferrato dal sedicente gnomo ammontava a 354 milioni di danni. Non male per un soldo di cacio coi baffi, eh? Guarda caso, quella era esattamente la vita del Leviatano in hard-mode.
Nonostante le scuse di Karatechop, che si giustificò dicendo di non aver compreso che l’oggetto gli fosse arrivato per sbaglio e di averlo interpretato come una specie di “premio”, la Blizzard lo punì in maniera esemplare con un ban definitivo dell’account e il reset del progress della sua gilda, compresa la distruzione di tutto il gear droppato da Ulduar grazie alla Martin Fury.
HEARTHSTONE: UNA CARTA INUTILE?
Il Leviatano in Hearthstone non è certo fra le carte più giocate: esclusiva del mago, la sua abilità di fare due danni a tutti i personaggi potrebbe certamente essere un potente metodo di pulizia del board…se non fosse che viene attivata quando il Leviatano viene PESCATO!
Il che significa che potrebbe risultare alquanto controproducente, specie in un mazzo Mech pieno di carte piccole, con 3 di vita come il Roboevocatore. Certo, rimane un solido robot 7/7 e, con un po’ di fortuna, potrebbe anche regalarvi una vittoria o due. Di certo, è una mossa che pochi si aspetterebbero. A voi la scelta: vale la pena rischiare?