Storia delle Carte: Y’shaarj
Ben ritrovati appassionati della storia che racconta le vicende dei protagonisti del mitico mondo di Warcraft!
Rimangono da trattare le particolarità e la storia delle altre due terribili entità che hanno governato il mondo primordiale di Azeroth insieme agli altri due Dei Antichi C’thun e Yogg-Saron; come potete aver già intuito stiamo parlando degli altri due mostruosi Old Gods Y’shaarj e N’zoth.
Essi hanno inciso e hanno avuto un ruolo molto rilevante su quelli che poi sono stati gli accadimenti che si sono susseguiti durante la saga di Warcraft, segnando in maniera incontrovertibile le sorti del mondo di Azeroth.
Ma ora, senza ulteriori indugi, andiamo a raccontarvi la Storia del potentissimo Y’shaarj!
Y’shaarj
Contrariamente a quello che un giocatore di Hearthstone senza un background di Warcraft potrebbe pensare, Y’shaarj era il più maligno e potente dei quattro Old Gods che afflissero con la loro influenza maligna il preistorico mondo di Azeroth.
Y’shaarj fu anche l’unico dei quatto Dei Antichi ad essere stato ucciso dai Titani, con il suo cuore imprigionato nella cella sotterranea di sicurezza della “Vale of eternal blossoms”. Egli era anche conosciuto come “la Bestia dalle sette teste” oppure “Colui dalle sette teste” e si dice che fosse in grado di inalare coraggio per poi trasformarlo in paura.
Quando morì, col suo ultimo respiro generò i sette primitivi Sha (degli Spiriti maligni che troviamo nella zona di Pandaria e che rappresentano le manifestazioni fisiche delle emozioni negative): Rabbia, Odio, Violenza, Paura, Dubbio, Disperazione e Superbia.
Inoltre Y’shaarj era anche fortemente venerato dalle Mantidi, una razza di violenti insettoidi che presidiavano la zona delle lande Ovest del muro Serpent’s Spine.
Prima dell’ordine di Azeroth
Y’shaarj fu il più distruttivo dei quattro Dei Antichi a piombare nel mondo di Azeroth dal Great Dark Beyond e, anche dopo la sua morte, mantenne la sua grandissima importanza in quanto la più grande roccaforte del Black Empire fu costruita proprio attorno alla sua spropositata mole.
Quando giunsero i divini Titani per riuscire a dare un ordine ad Azeroth, crearono la Forgia dei Titani per combattere gli Old Gods e i loro servi Elementali. Grazie alla Forgia dei Titani ebbero successo nello sconfiggere ed imprigionare i Signori Elementali senza troppi problemi ma si accorsero in seguito che sfidare Y’shaarj era una prova troppo grande persino per loro; difatti, non appena i Titani mossero guerra verso la città-tempio che giaceva nel cuore del Black Empire, Y’shaarj distorse i loro pensieri e fece emergere i sentimenti più oscuri del loro animo rendendoli prede facili da manipolare e distruggere.
A questo punto, Aman’Thul (il supremo leader dei Titani) raggiunse il mondo di Azeroth attraverso i cieli e sollevò il Dio Antico dalla superficie del pianeta per poter sradicare la sua influenza maligna dal mondo di Azeroth. In quel momento, l’enorme mole di Y’shaarj fu ferita mortalmente e il suo ultimo rantolo causò il crollo di intere catene montuose e centinaia di Titani persero la vita istantaneamente.
Aman’Thul aveva inavvertitamente aperto una voragine sulla crosta terrestre ed il sangue arcano dell’anima del mondo cominciò a scorrere su tutta la superficie di Azeroth. Fu in quel momento che il Pantheon capí che gli Dei Antichi erano così radicati profondamente nel loro mondo che la loro distruzione avrebbe potuto anche condurre all’annientamento di Azeroth; così cercarono di debellare la loro terribile influenza imprigionando per l’eternità i tre rimanenti Dei Antichi in particolari prigioni sotterranee invece di ucciderli.
Influenza dopo la morte
Mentre il Gran Guardiano Ra era alle prese con lo stabilimento della fortezza di Uldum nella zona Sud-Ovest di Azeroth, ad un certo punto durante il suo cammino trovò le spoglie del defunto y’shaarj, la cui parte che sembrava essere rimasta più integra era proprio il suo cuore contorto. I frammenti del suo corpo, inoltre, avevano infuso il territorio circostante con la sua malvagità.
A quel punto Ra convenne che bisognava sigillare il cuore della bestia dalle sette teste in una cella di sicurezza sotterranea nei pressi della “Vale of eternal blossoms”, nella speranza che, studiandolo, i Titani avrebbero avuto una maggior conoscenza sugli Dei Antichi ed il Vuoto. Dopodiché Ra incaricò alcuni dei suoi seguaci Mogu di sorvegliare la cella e l’ambiente circostante, prima di continuare verso Ovest.
Inoltre, dopo la guerra tra gli Aqir e i Troll, avvenuta molto anni dopo, una colonia di Aqir si andò a stanziare nella zona Sud di Azeroth. Senza che però potessero saperlo, essi caddero sotto la persistente influenza dell’ “Antico” e furono presto tramutati in una nuova razza meglio conosciuta come Mantidi. Le Mantidi continuarono ad adorare il Dio Antico Y’shaarj per i millenni a venire.
Infine, ancora dopo, la presenza costante che Y’shaarj esercitava sul mondo anche da morto diede l’impulso anche all’ascesa degli Sha, che alimentavano le emozioni negative degli esseri con cui entravano in contatto.
Lo scavo e il ritrovamento
Al comando di Garrosh Malogrido, gli ingegneri goblin cominciarono gli scavi del misterioso artefatto rappresentato dal cuore di Y’shaarj nella zona della “Vale of eternal blossoms”, ma essi trovarono addirittura più di quanto si potessero aspettare.
Il team degli scavatori rimase terrorizzato dall’antico potere che si percepiva mentre si scendeva sempre più nelle profondità e, dopo aver ripulito la miniera che si era riempita del sangue del Dio Antico, gli avventurieri si ritrovarono di fronte ad una stanza sotterranea; quella era proprio la cella di sicurezza di Y’shaarj, dove essi trovarono uno scrigno, sospeso dalle catene, che conteneva il cuore di Y’shaarj.
L’ultimo sospiro
Il Warchief dell’Orda, Garrosh, riuscì a ripristinare il cuore di Y’shaarj utilizzando le Polle di Pandaria; fortunatamente non fu possibile resuscitare integralmente il Dio Antico.
Il cuore fu trasportato sino ad Orgrimmar e custodito all’interno della roccaforte con l’intenzione di conferire i suoi poteri a tutto il resto degli Orchi dei quali il primo ad offrirsi volontario fu il suo Luogotenente Malkorok).
Dopo la sconfitta di Garrosh, il cuore subì delle conseguenze negative date da quel fallimento e il suo tenue respiro aleggiò ancora brevemente sul suolo della roccaforte di Orgrimmar, per poi attenuarsi sempre di più sino a che cessò del tutto interrompendo l’influenza e la corruzione che Y’shaarj era in grado di portare con sé.
Ad esclusione dei primitivi Sha e del suo cuore senza vita, non rimane traccia del suo potere sulla Terra.
Lo sapevi che..?
- Il potere che Y’shaarj conferisce agli Sha per la loro esistenza è solamente un piccolo residuo di quello che è il suo vero potere; infatti si pensa che un semplice sospiro del Dio Antico fosse in grado di manifestare terribili stati d’animo nel raggio di chilometri, causando la completa caduta di interi villaggi nella paura e nel dubbio.
- Basandosi sull’appellativo “Il caprone nero dai sette occhi” che ritroviamo nell’enigma di Yogg-Saron, è possibile ricondurre il Dio Antico Y’shaarj ai racconti sullo Shub-Niggurath di H. P. Lovecraft, nei quali lo Shub-Niggurath viene descritto con epiteti molto simili a quelli di Y’shaarj; tuttavia non è perfettamente accertata questa teoria, anche se molto plausibile.
- Inoltre, Y’shaarj presenta diverse analogie con il drago Tathamet dell’universo di Diablo. Difatti sia Y’shaarj che Tathamet sono delle entità caratterizzate dalla presenza di sette teste ed entrambi furono catturati da delle entità divine millenni orsono (Aman’Thul per il primo e Anu per il secondo), oltre ad aver creato, con la loro morte, sette entità maligne che incarnano diversi caratteri negativi (gli Sha per Y’shaarj come i Sette Grandi Maligni per Tathamet).
La carta
Con l’avvento dell’espansione Sussurri degli Dei Antichi c’è stata una forte spinta da parte dei giocatori a testare le potenzialità di ciascun Old God. Certamente, tra questi, Y’shaarj è sinora il Dio Antico che ha trovato meno spazio nel contesto competitivo della locanda.
Il suo body è sicuramente il più bilanciato se rapportato al suo costo in mana; infatti per il costo di 10 mana, otterremo un body 10-10 che risulterà difficile da buttar giù, soprattutto con la comparsa sempre minore dell’ Esperto di Caccia. In più, con il suo effetto, avremo in eredità alla fine di ogni turno un servitore evocato casualmente dal nostro mazzo.
Proprio da qui capiamo il motivo del fatto che non sia ancora riuscito a trovare spazio in queste prime fasi dopo l’uscita dell’espansione. Il suo inserimento in un mazzo, infatti, dovrebbe essere giustificato dalla forte presenza di servitori dal costo altrettanto elevato che sarebbero in grado di conferire un discreto valore al suo effetto. In più c’è la problematica che se Y’shaarj evocherà un servitore con un grido di battaglia dal nostro mazzo, quest’ultimo non potrà attivare il suo effetto (cosa alquanto scomoda se colpisce alcune carte chiave di alcuni mazzi come la Giustiziera Cuorsincero o lo stesso Esperto di Caccia).
Nella primissima fase successiva al lancio, fu provata la consistenza dell’effetto di Y’shaarj tentando di inserirlo in liste caratterizzate da una curva molto alta con minion che non avessero effetti con grido di battaglia, ma che riuscissero ad impattare già al loro ingresso il campo di battaglia (come ad esempio gli effetti di Ragnaros e Thaurissan); tra questi mazzi possiamo ricordare alcuni mazzi Taunt Warrior costruiti in via sperimentale.
Al momento Y’shaarj trova spazio più che altro in alcune delle risse settimanali nelle quali sono da giocare particolari combo o servitori dal costo piuttosto alto, quindi possiamo dedurre che sostanzialmente il suo uso sia al momento più incline ad un contesto piuttosto “for fun” e, aldilà di tutte le considerazioni fatte poc’anzi, il suo effetto randomico unito alla particolarità dei mazzi in cui viene inserito si adatta bene a delle partite di puro divertimento.