La storia delle carte: chi è Cairne Bloodhoof?
Bentrovati, amanti della storia che narra gli avvenimenti del mitico mondo di Warcraft!
Torniamo a parlare della Storia delle Carte di Hearthstone ricordandovi che potrete leggere una delle tantissime altre puntate presenti sul sito cliccando nella sezione apposita di Powned.it: Storia delle Carte di Hearthstone!
Quest’oggi vi racconteremo la storia di uno dei personaggi più ammirevoli di tutta la lore di Warcraft, nonché di una delle carte che, dopo essere stata relegata nel dimenticatoio per molto tempo dopo il rilascio di GvG, ora sta rientrando sempre più in pianta stabile nell’attuale meta; stiamo parlando del formidabile Cairne, un valoroso condottiero dell’Orda altrimenti riconosciuto come il “Prescelto da Madre Natura”; partiamo proprio da qui per rafforzare quest’ultima affermazione con la intro che potremo ascoltare quando facciamo scendere il mitico Cairne sul nostro campo di battaglia:
“Abbi fede, giovane. La Madre Terra è vicina.”
“Take heart, young one. The Earthmother is near.”
Ma ora passiamo senza indugi a raccontarvi la sua Storia:
Cairne era il saggio e temerario gran capo delle tribù unite dei Tauren, un’importante razza del mondo di Warcraft dall’aspetto appunto “taurino” umanizzato che si stanziarono nelle vaste pianure di Central Kalimdor; egli era a capo della città di Thunder Bluff (Picco del Tuono) oltre che ultimo impugnatore della mitica arma “Bloodhoof Runespear”.
Il popolo dei Tauren
Egli viveva vicino le rive del Grande Mare (l’oceano che separa le varie terre di Azeroth) nella terra delle Savane. Tra i suoi più fedeli amici troviamo certamente l’amico d’infanzia Hamuul Runetotem (Arcidruido dei Tauren) nel quale trovava uno strenuo sostenitore. La sua compagna di vita era Tamaala, che diede alla luce suo figlio Baine (suo futuro successore alla guida dei Tauren) ma che morì prima degli avvenimenti che portarono allo scoppio della Terza Guerra.
Cairne era un guerriero senza eguali, nonché un saggio condottiero della sua antica stirpe. Nonostante fosse rallentato dal peso degli anni era capace comunque di distinguersi sul campo di battaglia per la sua grande forza ed il suo immenso valore.
Egli sapeva che la sua gente era a grave rischio di sterminio da parte dei terribili centauri saccheggiatori (una razza di centauri famosa per la sua tipica brutalità); nonostante ciò, non si diede mai per vinto nel cercare una maniera per condurre il suo popolo in una terra che li potesse ospitare per vivere una vita serena.
Preoccupato per la crescente minaccia dei terribili centauri, Cairne cercò di guidare la sua gente nella terra di Mulgore per trovarvi dimora,dopo l’ennesimo attacco dei centauri.
Le cose cambiarono quando Cairne incontrò un personaggio a noi certamente familiare: stiamo parlando di Thrall, giovane condottiero della nuova Orda; guardandolo combattere e distruggere un gruppo di centauri che stavano attaccando un Tauren, Cairne rimase affascinato dalla grandiosità e dalla ferocia del giovane Thrall. Quando Thrall disse a Cairne di essere giunto sin lì per conoscere il suo destino, Cairne lo indirizzò a Nord, dove avrebbe trovato un Oracolo.
Nel frattempo Thrall riferì a Cairne di aver avvistato un esercito di centauri dirigersi proprio a Nord, al che Cairne si mobilitò istantaneamente per difendere il suo villaggio; Thrall portò con sé i suoi seguaci e seguì Cairne per aiutarlo nella difesa del suo villaggio. Dopo essersi difesi da ondate e ondate di guerrieri centauri, Cairne raccontò a Thrall della sua spiacevole condizione come leader dei Tauren così Thrall promise di proteggere il popolo dei Tauren durante la traversata per Mulgore, in cambio delle indicazioni precise per l’Oracolo (che altri non è che il profeta Medivh).
Cairne e Thrall furono in grado di contrastare e sconfiggere i centauri e finalmente arrivarono a Mulgore. Una volta raggiunto Mulgore, Cairne indica che l’Oracolo era nei pressi di Stonetalon Peak; arrivati a Stonetalon i due si separano entrando all’interno e Cairne troverà una pietra incantata che attiverà un ponte che conduce all’Oracolo. Una volta trovato l’Oracolo, i nostri Cairne e Thrall noteranno che Jaina Marefiero è già lì da prima di loro. Tutti e tre parlano all’Oracolo che gli dice che devono tutti allearsi se sperano di sconfiggere la Legione Infuocata. I tre accettano con non poca esitazione.
La saggezza e la forza di Cairne,unita alla potenza dei suoi guerrieri Tauren, aiutano Thrall a recuperare Grommash Malogrido. Per purificare l’influenza demoniaca da Grommash, però, servirà il contributo della magia di tutte e tre le razze. Uniti in battaglia, Cairne giura lealtà della sua razza all’Orda e insieme riescono a sconfiggere nuovamente la Legione Infuocata.
Affrontate queste peripezie, Cairne aiutò gli orchi a fondare la nuova nazione di Durotar prima di congedarsi per portare il suo popolo in una nuova terra a Mulgore. Lì furono capaci di allestire una solida difesa contro i continui attacchi dei centauri e delle arpie (che, secondo alcune ricerche compiute dal buon Brann Barbabronzea, sono le dirette discendenti di Aviana). Qualche mese più tardi, Baine (il figlio del nostro Cairne) fu rapito dai terribili centauri. Questo avvenimento scosse a tal punto Cairne da fargli temere il peggio, facendolo piombare in una profonda depressione.
I suoi seguaci si precipitarono per guidare la propria gente e sostituire in maniera adeguata il loro leader; nonostante ciò, la saggezza di Cairne risulterà impareggiabile oltre che insostituibile. Il suo braccio destro Tagar fece persino un tentativo per aiutare Cairne ad uscire da quella condizione, ma egli non volle dargli ascolto, così che Tagar iniziò a temere che senza la leadership di Cairne il popolo dei Tauren non sarebbe sopravvissuto per molto tempo.
Quando Rexxar (orco campione dell’Orda e appartenente al clan Mok’Nathal) e Rokhan (il miglior scout dell’Orda capeggiata da Thrall) arrivarono da Cairne per chiedere il supporto dei Tauren nell’imminente battaglia contro l’Ammiraglio Marefiero (il grande ammiraglio dell’Alleanza durante la Seconda Guerra, nonché padre di Jaina) e le sue forze armate della città-stato di Kul Tiras, Cairne disse loro di andarsene e di riferire a Thrall che lui (sé stesso) era morto. A quel punto Tagar raccontò a questi ultimi della cattura di Baine in modo da poter investigare sulla scomparsa del figlio del sommo leader dei Tauren. Con l’aiuto di Bovan Windtotem (uno dei Tauren che avrà un ruolo fondamentale in questa vicenda) riuscirono a recuperare Baine per restituirlo al suo amorevole padre.
Cairne, colmo di gioia, disse a Rexxar che non solo avrebbe promesso l’aiuto del suo popolo a Thrall ancora una volta ma che lo avrebbe assistito in prima persona. Una volta unitosi a Rexxar e alla sua banda di guerrieri e tornato a Dustwallow, Cairne aiutò a respingere le forze armate capitanate da Marefiero. Cessata l’invasione di Marefiero, Cairne tornerà dalla sua gente, nonché dal suo amato figlio a Mulgore.
Arriverà un momento nel quale Cairne si accorgerà come la tradizione nomade del popolo dei Tauren rappresenti un pericolo per la sopravvivenza della sua gente. C’erano pochi Tauren e il loro stile di vita errante significava che sarebbero stati vulnerabili ai continui attacchi dei centauri, dei Quilboar e altre razze. Così, grazie all’aiuto dell’Orda, Cairne riuscì a rafforzare le misure di sicurezza di Mulgore rendendola una degna dimora per tutte le tribù Tauren.
Nel tempo tutte le tribù di Tauren sparpagliate da una parte all’altra si ricongiunsero sotto il regno di Cairne. C’era una minoranza di tribù che non era d’accordo con la direzione che la loro nuova nazione stava prendendo ma tutti erano concordi nel pensare che Cairne fosse l’individuo più saggio e più indicato per guidarli in futuro. Certamente non mancavano i detrattori dello stesso Cairne ma nonostante ciò egli accolse tutte le tribù nella nuova capitale di Thunder Bluff; difatti l’anziana stregona Magatha Grimtotem (matriarca della tribù Grimtotem) spesso entrò in conflitto con il gran capo dei Tauren in quanto credeva che dovesse essere lei a guidare il popolo dei Tauren.
Ad un certo punto le Polle della Visione (la zona abitata dal popolo Forsaken) rimasero misteriosamente infestate da un potentissimo Elementale della Terra. Cairne non era convinto a pieno che la mossa migliore fosse semplicemente scacciarlo in quanto voleva capire cosa lo avesse risvegliato o comunque cosa lo avesse spinto ad infestare quel posto per scoprire quale fosse la causa che disturbava il naturale equilibrio di Azeroth.
Si dice che, durante una notte, Cairne lasciò la città e che il campione dei gladiatori Lo’Gosh, nel mentre, sia stato capace di sconfiggere l’elementale così da ripulire le Polle della Visione. Magatha Grimtotem osannò la vittoria di Lo’Gosh per screditare Cairne in quanto, a detta sua, non era stato capace di liberarli dall’elementale. Ad ogni modo Hamuul Runetotem, Rehgar (uno dei consiglieri personali di Thrall) e I suoi gladiatori erano convinti che l’elementale fosse opera di Magatha.
Dopo un susseguirsi di eventi, Cairne viaggiò sino a Warsong Hold per incontrare Garrosh. Il Warchief Garrosh accompagnò personalmente Cairne sul luogo dove avrebbe dovuto attraccare la sua nave; nel frattempo però i due subirono un attacco da parte di un Kvaldir che li costrinse alla ritirata; sorprendentemente Garrosh uscì allo scoperto mostrando a Cairne delle granate che teneva nascoste e che usò contro il Kvaldir. Una volta entrati nella nave di Cairne, i due veleggiarono verso Orgrimmar. Tuttavia una catastrofe naturale colpì e quando fu placata una nave dell’Alleanza arrivò per constatare lo stato delle cose, ottenendo come unico risultato la testimonianza della brutalità e spietatezza di Garrosh. Cairne rimase impressionato nel constatare le doti di comandante di Garrosh dopo aver visitato Warsong Hold.
Dopo essere entrati ad Orgrimmar, Cairne, Hamuul e gli altri rappresentanti dei Tauren presero parte alla cerimonia di Garrosh, dove fu deciso che Hamuul avrebbe partecipato ad un incontro tra i druidi del Circolo Cenariano per ottenere un aiuto per i materiali di cui l’Orda aveva bisogno.
Un passaggio che si rivelerà molto importante sarà quello che vedrà Magatha e Garrosh confabulare alla fine della cerimonia, cosa che non sfugge agli occhi di Cairne.
Più tardi Cairne si confronterà con Hamuul per discutere su come Garrosh abbia ricostruito Orgrimmar. A Cairne non sono mai piaciute le maniere, ritenute troppo aggressive, della vecchia Orda e ora Orgrimmar pare addirittura essere la sua nuova roccaforte.
Dopo essere venuto a conoscenza da Hamuul che il nuovo Warchief Garrosh aveva approvato l’uccisione di alcuni druidi innocenti, Cairne annunciò un mak’gora (duello d’onore) sfidando Garrosh per il comando dell’Orda.
Qui vi riportiamo la intro di Cairne in Hearthstone quando lo evocheremo trovandoci contro un avversario che utilizza Garrosh:
“Garrosh, non sei adatto a guidare l’Orda!”
“Garrosh, you are not fit to rule the Horde!”
Garrosh accetta ma solo a condizione che dal combattimento debba uscire uno solo dei due vivo, differentemente da quanto approvato da Thrall bensì rispettando le antiche tradizioni, quindi sino alla morte. Cairne accetta e i combattenti si incontrano nell’arena di Orgrimmar.
Ad ogni combattente è concessa una sola arma e nessuna armatura o protezione; Cairne inforca la sua Bloodhoof Runespear (una sacra arma dei comandanti Bloodhoof) mentre Garrosh sceglie la Gorehowl (Urloatroce) che altri non è che l’arma appartenente a suo padre Grommash Malogrido. Le armi vengono benedette dagli sciamani e qui notiamo come la Gorehowl venga benedetta da Magatha Grimtotem, che sembra approvare il nuovo Warchief.
Sin dall’inizio del duello Garrosh sembra tenere in pugno Cairne dopo aver fatto a pezzi la Runespear con la Gorehowl e avergli inferto un taglio di striscio sul torace. Improvvisamente Cairne diventa debole ed addirittura incapace di risollevare ciò che era rimasto della sua Runespear per difendersi, così capisce che Magatha ha avvelenato la lama dell’arma di Garrosh.
L’ultimo pensiero di Cairne è un rimpianto: che lui, che ha vissuto in maniera sempre onorevole, sia ucciso in conseguenza di un tradimento; questo proprio mentre l’ascia ululante di Malogrido gli trafigge il collo. Il leader dei Tauren muore prima ancora di toccare il suolo.
Grommash vittorioso dopo lo scontro con Cairne (che giace privo di vita)
Non appena Cairne muore, Magatha ordina alla tribù dei Grimtotem di prendere il controllo di Thunder Bluff e delle città circostanti, uccidendo chiunque gli sia di ostacolo. Baine, figlio di Cairne nonché erede al trono, riesce a fuggire e a mettersi in salvo e, con l’aiuto di Jevan Grimtotem (Sciamano Tauren della tribù dei Grimtotem ma anche grande estimatore del leader Cairne) e Gazlowe (leader dei goblin di Ratchet), riprende il controllo di Thunder Bluff ed esilia Magatha e i Grimtotem sopravvissuti che scelgono di seguire lei invece di Jevan. Da quel momento Baine diventa a tutti gli effetti il leader di Thunder Bluff e dei Tauren.
Le spoglie di Cairne vengono messe su una pira funebre (struttura simile a quella utilizzata per i riti funebri vichinghi) insieme ai resti della sua Runespear. Thrall ritorna dalla Outland per piangere il suo amico, rimpiangendo di essersi lasciati senza un degno congedo. Piange per la perdita di un amico di una vita, per la sua gentilezza, valore e saggezza. Thrall parla al vento, nella speranza che lo spirito del suo amico Cairne lo ascolti, per dirgli che lui (Cairne) e i Tauren sono sempre stati il cuore dell’Orda, il loro vero fulcro spirituale, di compassione e di guida. Dopodiché poggia con rispetto la sua mano sul volto ormai sereno di Cairne per un ultimo addio al suo vecchio amico e prende con sé il pezzo più piccolo della Runespear per avere sempre il ricordo di lui e rimanere in contatto con il suo spirito; il frammento è stato intagliato da un’unica runa, il quale significato non sfuggirà a Thrall: “Guarigione”.
Durante la cosiddetta “Settimana dei Guardiani”, Cairne verrà onorato da suo figlio Baine e dai più anziani di Thunder Bluff. Questo gli permetterà di raggiungere gli altri anziani nel Mondo degli Spiriti.
Lo sapevi che…?
- Durante la Terza Guerra Cairne aveva 99 anni; è morto all’età di 106 o 107 anni.
- Svelando un particolare retroscena, pare che Cairne stesse vincendo il mak’gora contro Garrosh; difatti per Cairne sarebbe stato quasi un gioco da ragazzi contrastare la furia sconsiderata di Garrosh nei suoi confronti; nonostante ciò non poté nulla contro l’avvelenamento.
- I suoi occhi erano di un verde pallido.
La carta
Cairne Bloodhoof è una delle leggendarie del set classico; dopo un iniziale periodo nel quale vide un ampio utilizzo nel meta della fase post lancio, continuò a rimanere un solido drop sino all’uscita dell’espansione Goblin Vs Gnomi; qui con l’accelerazione del meta e l’introduzione di carte che si adattavano meglio a quel meta, è finito col rimanere in disparte per molto tempo; ultimamente con l’introduzione della modalità standard questa carta è tornata alla ribalta mettendo in luce tutte le sue doti; questo, probabilmente, è dovuto alla scomparsa di carte come il Segatronchi Pilotato o lo Sputafango: carte più funzionali e versatili ma che comunque garantiscono meno valore intrinseco rispetto a Cairne.
Proprio parlando di “valore intrinseco” dobbiamo sottolineare come la forza di questa carta risieda nel fatto di avere la certezza che, al costo di 6 mana, avremo in campo un solido body 4-5 che una volta eliminato lascerà in campo un altro body 4-5 (a patto che non ci venga silenziato) che generalmente forza l’avversario a trade poco convenienti o all’utilizzo di più rimozioni su una singola carta, tenuta presente la frequenza sempre minore di imbatterci in qualche silence dopo il nerf al Gufo Beccoforte.
Al momento trova facilmente spazio in praticamente tutti i deck che includono anche N’Zoth (quindi deck con una forte presenza di rantoli di morte), oltre che essere presente ormai in pianta stabile nel tempo warrior o comunque nei deck che tovano nel controllo del board (la funzione principale di questa carta) la loro miglior connotazione.
In generale quello di Cairne risulta un ritorno agli antichi albori che alcuni “vecchi” giocatori (come il sottoscritto) e gli amanti della storia di Warcraft auspicavano già da molto tempo e che non può che farci piacere.