Il Presidente UEFA Ceferin tuona da Bratislava: “eSports nostri concorrenti”
Nei giorni scorsi si è tenuto a Bratislava un congresso UEFA che ha visto protagonisti diversi importanti personaggi del mondo del calcio e, tra questi, spiccava anche la figura di Aleksander Ceferin, Presidente della UEFA e dirigente sportivo sloveno che ha voluto dire la sua riguardo gli eSports ed il legame che questi possono avere con le altre discipline sportive.
Il Presidente Ceferin, pur riconoscendo le competizione eSportive come forma d’intrattenimento ormai diffusa in tutto il mondo, ha voluto però presentare il settore eSportivo in un modo abbastanza unico (almeno stando alle varie opinioni fin qui espresse dai grandi protagonisti del mondo sportivo) e che certamente genererà non poche discussioni nei giorni che seguiranno.
Ceferin ha infatti affermato che gli eSports sono un competitor diretto degli sport tradizionali (e quindi anche del calcio) e che non notare e riconoscere questo concetto è da persone ingenue.
Ceferin ha inoltre aggiunto che dal suo punto di vista gli eSports catturano l’immaginazione dei giovani, quegli stessi giovani che possono potenzialmente comporre un bacino strategico e che rappresentano un target globale per il mondo del calcio.
“Esports e videogiochi sono i nostri concorrenti, il mondo in cui vivono i giovani è virtuale e globale. Non possiamo essere ingenui per non tenerne conto”
Certamente queste dichiarazioni rappresentano una novità nella grande discussione che ormai da mesi accompagna l’evoluzione e la crescita degli eSports, da sempre divisa tra chi è favorevole allo sviluppo del mondo competitivo dei videogiochi e chi, al contrario, si sente in qualche modo minacciato dall’avvento di questa nuova forma di competizione e di intrattenimento.
Il fatto che molte squadre decidano di investire negli eSports è spesso da ricondurre al fatto che le varie dirigenze lavorano in modo incessante per la continua crescita del brand che rappresentano, a prescindere dal luogo o dalla competizione in cui questo viene sfoggiato.
Per la UEFA il discorso è certamente diverso dato che l’approccio di un’organizzazione del genere all’interno del nuovo settore eSportivo non segue gli stessi principi rispetto all’approccio che può fare una squadra di Serie A ma resta comunque significativo il fatto che Ceferin abbia voluto rilasciare queste dichiarazioni certamente consapevole degli strascichi che avrebbero generato.
Come se non bastasse in questi giorni abbiamo assistito anche ad un altro tipo di intervento, lanciato direttamente dal celebre ed amatissimo difensore Nicola Legrottaglie, ex giocatore della Juventus e della nazionale italiana, che dal suo profilo Facebook ha duramente attaccato gli eSports affermando che questi non rappresentino la cultura del sacrificio e del lavoro fisico e chiedendosi anche come fosse possibile “far crescere il valore del gruppo, della squadra se puntiamo sul legame tra uomo e televisore”?
Quanto affermato da Nicola Legrottaglie dimostra in modo inequivocabile quanta strada ci sia ancora da fare nel processo di sensibilizzazione e di radicamento degli eSports nel territorio nazionale dato che, purtroppo, ancora tante sono le errate convinzioni sul mondo eSportivo (su tutte manca certamente la dovuta ed obbligatoria differenziazione tra il generale mondo dei videogiochi e le attività competitive ed agonistiche che racchiudono il settore degli Sport Elettronici).
E’ comunque sempre bene che si parli di eSports perchè la discussione ed il confronto sono l’unica strada percorribile per definire, con equilibrio, gli spazi e le esigenze degli eSports anche in uno stato come il nostro che è ancora lievemente indietro rispetto a molte altre nazioni del mondo.
E’ fa ben sperare per il prosieguo di questa discussione anche la frase con cui Legrottaglie ha chiuso il suo post (Sono un po’ perplesso, ma disposto a ricredermi. Voi cosa ne pensate?) che, certamente, continuerà a far discutere insieme alle recenti affermazioni di Ceferin.