La Corea Domina. Chou (Ksv): “se la Corea non si apre al mercato globale resterà indietro”
Una Corea dalle due facce quella che abbiamo visto sui principali media internazionali dedicati agli eSports.
Da un lato abbiamo la Overwatch League dove, tanto per cambiare, i coreani dominano al punto da vedersi costretti, ancora una volta, a giocarsi tra loro un titolo mondiale anche se 2/3 dei protagonisti giocano per altre città del mondo.
Tutti e 18 i giocatori che rappresentano le 3 squadre leader della classifica della Lega (Seoul, New York e Londra) sono Coreani; una di queste tre squadre rappresenta addirittura anche la Capitale della Corea del Sud: la franchigia Seoul Dynasty (nome calzante per il roster che hanno i “nero-oro“).
Come non parlare di un dominio eSportivo in questo caso? Ed il dominio è a tutti i livelli perché questa nazione asiatica primeggia, nell’ennesima Lega mondiale (perchè potremmo fare il medesimo discorso anche per titoli diversi da Overwatch), sia con i giocatori sia con le società dietro a questi.
Ma negli ultimi giorni la Corea del Sud ha fatto parlare di se nel mondo degli eSports anche per un altro fatto importante: le recenti dichiarazioni di Kevin Chou al giornale eSportsobserver.com, CEO e Co-Founder di KSV eSports.
Kevin Chou è un’importante figura della scena eSportiva mondiale. Merito anche suo è, ad esempio, la creazione di KSV eSports. KSV eSports (Korean Silicon Valley eSports) nasce nel 2017 come un progetto di collaborazione che potesse unire le conoscenze eSportive e gli investimenti di importanti figure chiave coreane con la portata globale ed il sostegno di importanti personaggi della Silicon Valley.
Oltre a tutto questo, Kevin Chou è anche il Presidente dei Soul Dynasty ed è per questo che alcune sue dichiarazioni rilasciate nei giorni passati hanno catturato l’attenzione di molti.
Prima di ogni altra cosa, Kevin Chou ha fornito un importante punto di vista in merito al fatto che in Corea del Sud la scena eSportiva sta affrontando alcune difficoltà che non vanno sottovalutate. Chou ha infatti spiegato che nel celebre stato asiatico “patria degli eSports” i grandi brand che dovrebbero sponsorizzare i team stanno velocemente diventando i team stessi.
Questa situazione danneggia molte delle dirigenze storiche coreane composte principalmente da ex giocatori, persone quindi molto preparate sull’argomento, che vengono via via tagliate fuori dalla scena.
La situazione critica si potrebbe raggiungere nel momento in cui gli eSports non vengano più vissuti come business dalle società che detengono delle squadre, ma più come marketing del brand stesso.
Inoltre, Chou ha anche più volte ribadito quanto la Corea del Sud debba accettare di aprirsi in modo definitivo al mercato globale degli eSports; il rischio in caso di mancata e definitiva apertura potrebbe essere quello che la Corea resti indietro rispetto al resto del mondo nel progresso del settore.
Al momento sembra assurdo pensare ad una Corea non leader di questo enorme mercato dell’intrattenimento ma vista la personalità che ha espresso queste perplessità, pensare ad un ragionevole dubbio è assolutamente lecito.