Genoa sempre più impegnato negli eSports: ecco il suo eSports Road Show
La storica società calcistica del Genoa ha da sempre dimostrato un certo interesse nei confronti degli eSports e si è presentata alla community italiana, più di un anno fa, come una delle prime realtà del calcio professionistico ad investire nel mondo degli sport elettronici competitivi.
L’ultimo importante iniziativa che la società ha organizzato e promosso si chiama Esports Road Show, evento che sarà caratterizzato da ben 5 tappe in altrettanti centri commerciali della Liguria in cui gli aspiranti PRO di FIFA che vorranno mettersi alla prova potranno farlo iscrivendosi a dei tornei gratuiti ed aperti a tutti.
Questa serie di eventi vedrà la sua conclusione direttamente allo stadio genovese Ferraris, dove a fine Maggio i migliori giocatori di ogni tappa si sfideranno all’interno della più importante struttura della storica società rossoblu.
Si è abbondantemente parlato dell’iniziativa e della volontà del Genoa di investire negli eSports durante la giornata di ieri al Museo del Genoa dove, in occasione dei festeggiamenti per i 125 anni della società, sono stati esposti i progetti futuri dei rossoblu in questo ambito.
Durante la conferenza il giocatore del Genoa eSports Gintera ha dovuto affrontare l’avversario Ranerista, giocatore del team eSportivo del team spagnolo Levante (partita persa dall’italiano per 5-2).
Fondamentale in questo passaggio l’aiuto ed il supporto che gli IDomina eSports hanno fornito al Genoa, che nell’articolo ufficiale pubblicato sul sito della squadra ha infatti scritto: “Non poteva mancare il supporto di I-Domina, l’azienda che collabora con il Genoa e schiera il nostro giocatore ufficiale Gintera, sconfitto con il punteggio di 5-2 nella sfida a distanza con Ranerista. Il calciatore ufficiale del Levante Ud, tra i primi 100 a livello internazionale nel ranking di FIFA Pro Player. “Abbiamo iniziato nel 2011 per pura passione, senza pensare ad altri aspetti che poi hanno preso campo” racconta il ceo Alessandro Barison. “Selezioniamo i giocatori dai tornei, poi li affidiamo agli allenatori, ma ormai vengono precettati anche preparatori atletici e mental-coach. E’ controproducente che i giocatori restino attaccati alla consolle dieci ore al giorno. Ne bastano due o tre. Gli esports sono uno strumento sociale forte. Siamo fieri di portare i nostri ragazzi in giro per l’Italia e per l’Europa, di farli conoscere e di contribuire a creare una vera e propria community” (clicca qui per leggere l’articolo completo).