Call of the Sea: una piccola perla in mezzo al mare
Da qualche giorno è disponibile sul Microsoft Store e nel Game Pass, il primo titolo di Out of the Blue, neonata casa di sviluppo madrilena. Call of the Sea è di base un puzzle game, che fa dell’esplorazione degli ambienti il suo punto di forza. La storia, che s’ispira alle ambientazioni oniriche di H.P. Lovecraft, è un racconto d’amore perciò non aspettatevi i classici scenari horror dello scrittore americano.
Recensione di Call of the Sea
Trama ed ambientazione
Norah Everhart è una donna affetta da una strana malattia ereditaria, che ha causato la prematura scomparsa della mamma e della nonna. Le sue mani sono ricoperte di strane macchioline e la costringono al perenne uso dei guanti, per nascondere questa sua condizione poco felice. Le macchie sono solo uno dei sintomi dello strano morbo che mette alla prova la nostra protagonista.
Per questa ragione il marito Harry, spinto dalla volontà di salvarla, ha intrapreso una spedizione in Micornesia, per cercare una cura che sa più di leggenda che di scienza. I segni di vita dell’uomo si perdono in breve tempo, e dopo aver ricevuto una strano pacco contenente un pugnale rituale e una foto del marito, Norah decide di salpare per ritrovare l’amato compagno perduto.
Un incipit piuttosto interessante per una storia che vi porterà in un mondo molto caratterizzato, preso a piene mani dalle opere di Lovecraft. Non dovete aspettarvi i classici stilemi dello scrittore di Providence, ma troverete un’avventura onirica e godibile, accompagnata dai panorami mozzafiato dell’isola. Ed è proprio l’ambientazione uno dei punti di forza di questo piccolo indie, che lascia a bocca aperta dopo ogni passo.
Gameplay
Call of the Sea è un titolo votato quasi totalmente alla narrazione, e prende a pieni mani dalle vecchie avventure punta e clicca rimanendo comunque interattivo ed al passo con i tempi. In ogni caso il gameplay vero e proprio risulta scarno, specialmente se pensate che dovrete usare solamente quattro tasti del pad (oltre alle levette analogiche).
Non ci saranno combattimenti di nessun genere, nessuna interazione con altri personaggi, ma sarà un continuo flusso di coscienza della protagonista. Il tutto ruoterà attorno all’esplorazione degli ambienti ed alla risoluzione degli enigmi, in modo tale da avanzare nella prossima area. L’unico compagno sarà il fido diario su cui Norah annoterà gli indizi trovati durante le esplorazioni. La difficoltà delle sfide sarà sempre crescente, ma se siete degli attenti osservatori non avrete problemi a risolvere tutto ciò che il gioco vi pone davanti. Solamente un paio di rompicapi ci sono sembrati realmente disonesti, potrebbero farvi bloccare per ore prima di trovare una soluzione.
Realizzazione tecnica
Sebbene l’opera sia molto ispirata artisticamente, la realizzazione tecnica non brilla particolarmente. Out of the Blue è stata brava a nascondere i limiti della produzione, che comunque si notano in tante circostanze. Call of the Sea, di base, non richiede chissà quali risorse alle console ed ai PC, ma comunque soffre di cali di framerate quando si sposta la telecamera velocemente. Durante le nostre passeggiate abbiamo notato dei micro freeze che tolgono molta immersione al giocatore.
Conclusioni
Call of the Sea è un gioco piacevole, che brilla per la sua ispirazione lovecraftiana e per le ambientazioni lussureggianti, ma pecca dal punto di vista tecnico. Se siete dei fan dello scrittore americano e del vintage troverete pane per i vostri denti, e v’immergerete in una storia che merita di essere vissuta. La sua presenza nel Game Pass lo rende decisamente appetibile, dategli una chance se volete vivere qualche ora all’insegna del mistero.