Esport tra passione, sacrifici e lavoro: l’INTERVISTA al presidente di FUT&Me Attilio Bartoli
Fut&Me ESPORT – In un mondo sempre più legato alle figure esportive, che molto più spesso rispetto al passato prendono il posto dei nostri idoli sportivi, esistono alcune importantissime figure che permettono lo sviluppo a tutti i livelli di questo settore.
Stiamo ovviamente parlando delle organizzazioni esport, spesso delle vere e proprie famiglie senza le quali sarebbe impossibile anche solo pensare di poter vivere tutto quello che stiamo vivendo in questo periodo.
Quale migliore occasione dunque per offrire a voi lettori il punto di vista interno di queste realtà. Lo facciamo quest’oggi insieme ad Attilio Bartoli, presidente di FUT&Me – un Team esport di FIFA che sta vivendo una rapida crescita.
FUT&Me: Esport vissuto da dentro, intervista ad Attilio Bartoli
Grazie per l’invito redazione di Powned, sono lieto di essere qui. Sono un giovane sognatore palermitano, ho 29 anni e mi occupo di Esports e Turismo. Oltre a Fut&Me eSports, di cui sono il Presidente, CEO e Fondatore, gestisco una piccola azienda a conduzione familiare che opera qui a Palermo.
Parlando del mio passato formativo, ho un un background di stampo variegato. Ho studiato ingegneria presso il Campus Biomedico di Roma, dove ho sviluppato le mie skills in ambito informatico e tecnologico. Skills che ho poi approfondito da autodidatta, vista la mia profonda passione per tutto ciò che è “Tech”.
Sono inoltre un grande amante dello sport, ho sempre praticato attività fisica e vorrei che anche in Italia venisse dato merito agli sport elettronici come avviene con quelli tradizionali.
Quali sono le origini di Fut&Me?
Come spesso accade, anche Fut&Me nasce per gioco: una piccola pagina Instagram che faceva informazione su FIFA, un passatempo per un gruppo di amici. Il tempo ha voluto che il gioco diventasse lavoro ed oggi sono felice di poter raccontare un breve, ma intenso percorso. Circa due anni di fatica, traguardi ed impagabili emozioni.
Secondo la tua esperienza, qual é la strada da intraprendere per diventare un giocatore professionista di FIFA?
Sono tanti ormai i ragazzi che ambiscono “al trono” del Pro Player. Noi abbiamo anche un’Academy, crediamo tanto nei giovani talenti e, come avviene nel mondo del calcio giocato, anche gli sport elettronici danno spazio ai piccoli appassionati.
Il consiglio più grande che sento di dare a chi vorrebbe intraprendere questo percorso è quello di superare i momenti di “tilt” con spirito autocritico. Quando si raggiunge un buon livello, lo stress di un’intera sessione di gioco può farsi sentire.
Il segreto sta nel mantenere la lucidità anche nei momenti più difficili, anche quando non si riesce ad ottenere il risultato che si desidera. Consiglio poi di curare la propria immagine. In Italia siamo tanto indietro da questo punto di vista.
Esistono poche figure ambivalenti, player che sono anche content creators. Puoi essere forte quanto vuoi, ma finché lo sapranno solo i tuoi amici o la tua famiglia nessuno avrà la possibilità di notarti. In Fut&Me eSports i ragazzi vengono assistiti anche in tal senso. Cerchiamo di formare i nostri players a 360º con il contributo del nostro staff (coach, creator, manager, etc).
Quali sono i traguardi raggiunti da Fut&Me fino ad oggi?
Sono due i traguardi che ci tengo a citare:
- L’ultimo traguardo tagliato a livello competitivo che, grazie all’eccezionale prestazione del nostro Pro Marco “VanBasten” Caiazzo, con una TOP 32 europea ottenuta all’evento live di Londra, organizzato dalla UEFA in collaborazione con Electronic Arts presso l’Here East Arena di Stratford, ci vedrà nuovamente protagonisti alle semifinali che si terranno sempre nella capitale inglese nei giorni 22 e 23 del mese di Aprile. Obiettivo aggiudicarsi il pass per la finale di Istanbul che si terrà il 7 Giugno 2023.
- Aver creato un ambiente familiare. Penso che i player, i creators, etc, possano rendere al loro meglio, se messi all’interno di un contesto dove l’utile ed il dilettevole vanno di pari passo. Non è semplice, anzi… ma da sempre sono stato convinto che uno spogliatoio affiatato sia alla base di tutto. Non sempre ci pensiamo, ma la parola “Team” significa “squadra”. Essere riuscito a creare una squadra di persone che si vogliono bene e che lavorano le une per le altre… questo è il mio più grande traguardo.
Quali sono invece gli obiettivi che volete raggiungere nel breve e nel lungo termine?
Gli obiettivi sono tanti, ma di certo il più importante risiede nella possibilità di creare opportunità di lavoro per chi come me nutre una vera passione per questo mondo. Io so molto bene quanto sia difficile e mi sto giocando tutto affinché il sogno diventi realtà.
La scena italiana esportiva su FIFA è in crescita o siamo ad un punto di stallo e magari necessita di una svolta?
In Italia siamo indietro, ma iniziano a vedersi alcuni sforzi interessanti da parte di enti ed investitori. Noi siamo affiliati con FIDE (Federazione Italiana Discipline Elettroniche) che in tal senso sta compiendo un ottimo lavoro, operando orizzontalmente su più fronti.
Aumenta inoltre il numero di eventi (B2B e B2C), di appassionati, di organizzazioni, etc. C’è anche da dire che, purtroppo, l’ambiente è molto circoscritto e le opportunità di partecipazione a livello imprenditoriale non sono alla portata di tutti.
Infine, non una domanda, ma uno spazio per condividere qualche considerazione personale.
Vi saluto con un importante augurio: confido che, grazie al lavoro di Team, Provider ed enti di promozione, venga compreso il potenziale di questo settore, che nascano sempre più sinergie e che si riesca a smuovere gli interessi dei possibili investitori per poter iniziare a fare sul serio anche in Italia.
Ormai le nuove generazioni non hanno più come idoli i calciatori, ma i pro players. Per interfacciarsi con i giovani di oggi è necessario farlo attraverso i videogiochi. Gli sport elettronici possono diventare un volano di sviluppo economico per il Paese in un contesto di mercato che è globale come e più di altri settori.