Intervista ad xPeke: alle origini degli Origen.
Il capitano nonché creatore degli Origen, Enrique “xPeke” Cedeño Martínez, ha da poco rilasciato un’interessante intervista al sito www.redbull.com di cui vi riportiamo la traduzione.
Hai giocato più volte Anivia nel quarto di finale contro i Flash Wolves, come mai questa scelta?
Mi pare semplicemente che funzioni molto bene all’interno delle compositions che stiamo attualmente utilizzando; al momento siamo incentrati maggiormente sull’AD e, quando scegliamo Kalista, Anivia riesce a crearle un sacco di spazio, di opportunità. Certo, per lei non è difficile trovare il modo di colpire, ma diventa più facile, se Anivia zona un nemico, specialmente quando utilizza il muro di ghiaccio.
Allo stesso tempo ho avuto la sensazione che funzionasse molto bene contro lo stile di gioco dei Flash Wolves: sapevamo che il loro mid laner amasse giocare LeBlanc, Diana e Yasuo, e Anivia è decisamente un’ottima scelta contro questi, poiché ha un ottimo wave clear e potenziale di push, che le permettono di punire i teams più passivi. Allo stesso tempo sono realmente “tankoso” e più forte contro tutti loro, perché, se mi vengono addosso, ho a disposizione uno stun, la finale, il muro e altro ancora (passiva, zhonya ecc…).
Pensi che Anivia potrà esserti di aiuto nel prossimo match, o anche nei prossimi, in caso riusciate a passare il turno?
Penso che potremmo usarla, ma dubito che sarà la stessa cosa. Non è esattamente un campione che si può prendere al buio (blind-pick). Ritengo che come last pick potremmo utilizzarla molte volte: abbiamo visto gli altri teams giocare spesso compositions contro cui potrebbe funzionare molto bene, ma tutto dipende, poiché alcune volte può risultare una scommessa. Nel caso dei Flash Wolves è stato più semplice, poiché già sapevamo cosa avrebbero giocato e loro non hanno cambiato granché, quindi la scelta di Anivia era più facilmente giustificabile. Arrivati ad un certo punto, abbiamo realizzato che avremmo potuto continuare a selezionarla, poiché sarebbe stato un pick sempre migliore, dal momento che loro non parevano intenzionati a tirare fuori niente di nuovo.
Questa sarà la tua terza apparizione in una semifinale dei mondiali, ma questa volta è un po’ diversa. Com’è stata per te?
Questa volta è decisamente diversa, sembra quasi un viaggio. Abbiamo iniziato nelle Challenger Series, con un team completamente nuovo e tutto mio; non conoscevo nessuno di questi giocatori, eccetto SoaZ, fino a che non abbiamo creato la squadra. O meglio, sapevo chi fossero, ma non avevo mai parlato con nessuno di loro personalmente, né li avevo mai incontrati.
È stata un’avventura e mi sono divertito molto a vedere come ci miglioravamo, come la nostra mentalità cambiava col passare del tempo, come le cose andavano nei momenti buoni e in quelli peggiori. Mi è veramente piaciuta, perché, nonostante pensassi che, arrivato ad un certo punto, avrei potuto smettere di divertirmi, è stata una stagione costantemente in mutamento, sempre pronta a sfornare qualche novità.
Tutto mi è apparso molto più interessante, comparato agli anni passati, in cui mi sono limitato a giocare gli LCS per tutto il tempo, arrivando alcune volte perfino ad annoiarmi e senza essere realmente entusiasta.
È stato proprio questo a spingerti a lasciare i Fnatic e ad andartene per la tua strada?
Esattamente, è stata una delle ragioni, ma ne ho avute anche molte altre. Era ovvio che il team si sarebbe diviso in maniera definitiva, con Rekkles in partenza e Cyan senza più voglia di giocare, oltre a SoaZ desideroso di cambiare aria. Molte cose hanno reso tutto più semplice, ad esempio il fatto che la squadra si stesse sgretolando o che io non riuscissi più a trovare la motivazione per giocare con i Fnatic. Addirittura ad un certo punto, come è successo nella quarta stagione, giocavo tanto per giocare.
Avevo questa motivazione quando siamo arrivati ai playoffs e poi ai mondiali ed anche adesso, ma durante la LCS mi sembrava che tutte le settimane fossero uguali, un sacco di allenamento senza pausa. Avevo la sensazione di stare semplicemente giocando, niente di più, e già l’avevo fatto per tre o quattro anni, mentre adesso è tutto nuovo, non c’è solo il giocare: ho il mio team, gli Origen, e mi piace vederlo crescere. Certo, questo mi impegna per molto più tempo e alcune volte mi causa anche dello stress, ma alla fine è ciò che amo fare. Quando vado a letto non sono mai nervoso, a meno che che il giorno successivo non abbia una partita molto importante, nel qual caso posso anche avere alcuni problemi.
Qual è stata la parte più difficile di questa decisione?
Sicuramente la parte più difficile è stata non avere molte persone ad aiutarmi. Quando ho creato tutto questo non ho assunto un sacco di persone che facessero tutto, eravamo solo io ed un ragazzo che mi dava una mano, più mia madre che mi assisteva in alcune cose. Dovevamo costruire tutto da zero e trovare la casa dove allenarci. Ricordo quando inizialmente ci siamo trasferiti in Germania: era una sistemazione davvero terribile ed alla fine abbiamo deciso di abbandonarla e non c’erano molte persone ad assicurarci che tutto fosse a posto. Credo che questa sia stata la parte più difficile, tenere il team motivato e concentrato sul gioco mentre tutto veniva sistemato, senza che avessero alcuna ulteriore preoccupazione.
Aspetta un attimo, tua madre ti ha aiutato a creare la squadra?
[Ride] Esatto! Mia madre mi ha aiutato molto inizialmente, specialmente poiché all’inizio non avevo alcuna idea di come fare per la creazione della compagnia, su quale fosse il miglior modo di impostarla e tutto il resto.
Mi ha aiutato trovando un ragioniere, dando una mano nella creazione dell’azienda, con il merchandising e tanto altro ancora, in modo tale che io potessi continuare a giocare. Perché non solo dovevo fare ogni cosa, ma era necessario anche che continuassi ad allenarmi in SoloQ, quindi è stata davvero fondamentale all’inizio, come anche con lo store. Ha fatto praticamente tutto lei per quanto riguarda quello, come trovare il magazzino e i fornitori. Averla accanto in quel momento è stato realmente importante perché tutto questo potesse avere luogo.
Traduzione non letterale dell’Articolo originale