Inferno eSports sono pronti a riprendersi tutto quello che è loro!
Gli Inferno eSports dal 2007 sono stati tra i team più importanti del panorama esportivo italiano. Dopo un periodo di pausa di circa un anno sono pronti a tornare ancora più forti e organizzati di prima.
Il loro nuovo progetto mi è sembrato sin da subito ben strutturato, caratterizzato da un modo di vedere l’eSport alla Europea, dove accanto ad uno staff dirigenziale esperto viene affiancato uno staff tecnico numeroso, preparato ed appassionato che sia capace di guidare i giovani ragazzi in un percorso di crescita e nell’acquisizione di un metodo. Altro nota positiva dei nuovi Inferno è la capacità e la voglia di gestire la comunicazione con le principali testate che trattano di Sport Elettronici in Italia.
Purtroppo noi di Powned non abbiamo potuto esser presenti alla conferenza stampa di presentazione dello scorso 24 Maggio, ma i ragazzi degli Inferno sono stati disponibili a concederci un intervista nella giornata di ieri. Al “tavolo” erano presenti il presidente Francesco “Life” Caforio, il CEO Massimiliano “Redde” Rossi, l’Head Coach di LoL Alberto “Harashi” Lo Grasso e il tiratore di uno dei due team Cristian “Sharpie” Spanu. Mi ha fatto veramente piacere avere uno scambio di opinioni con questi ragazzi che hanno dimostrato, in molte cose, di avere una visione degli Sport Elettronici molto vicina alla mia.
L’idea del presidente Life è quella di creare un’organizzazione pronta a durare nel tempo, seguendo un iter lavorativo ben preciso. Con l’umiltà e il duro lavoro si possono raggiungere anche i risultati che inizialmente possono sembrare più lontani e irrealizzabili. Proprio questa sembra essere la pecca di molti altri team italiani, la mancanza di lungimiranza nel creare progetti che siano capaci di durare nel tempo. Questo non è il caso degli Inferno eSports che hanno dimostrato la loro voglia di creare un’organizzazione alla Europea, in cui venga curato ogni singolo aspetto del gioco elettronico competitivo. Questo è possibile grazie ad un’attenzione meticolosa ad ogni dettaglio volta alla creazione di un vero e proprio brand che sappia essere un faro nel buio del settore competitivo italiano.
Life mi ha ribadito la volontà di rientrare in Lega Prima, ad oggi il migliore campionato italiano di League of Legends. Verosimilmente dovremo aspettare un anno per vedere gli Inferno in Lega Prima visto che dovranno percorrere un lungo iter dalle qualificazioni per la Lega Seconda alla qualificazione per la Lega Prima. Come pensavo l’idea però è quella di non focalizzarsi solo nella competizione made in GEC, ma partecipare a tanti altri tornei del nostro Bel Paese. Il discorso si è spostato poi su Twitch e i nuovi mezzi di trasmissione di contenuti eSportivi. Per i millenials ed in generale i più giovani Twitch è diventata una valida alternativa alla televisione tradizionale, poco capace di catalizzare l’attenzione dei più giovani. Anche gli Inferno eSports hanno accennato alla possibilità, in un futuro non meglio specificato, di creare un proprio canale/network su Twitch per la trasmissioni di contenuti di vario genere. Personalmente sono molto curioso di vedere come si muoveranno in questo senso.
Come dicevo prima tutta l’organizzazione ha voglia di creare un progetto capace di durare nel tempo. La dirigenza per questo ha deciso di contare su di uno staff tecnico numeroso e voglioso di trasmettere la propria visione ai giovani player. Con Life abbiamo fatto l’esempio di uno staff ben preparato come quello dei Team Forge che è stato capace di forgiare un giocatore come Jiizuké, ora considerato a tutti gli effetti il miglior player italiano di League of Legends. Il coach Harashi è contento di poter lavorare con dei ragazzi così in sintonia con la propria idea di eSport. Con questa premessa è possibile lavorare sui ragazzi in modo tale da fargli acquisire un metodo di lavoro e un modo di vedere il gioco in sintonia con i migliori team europei. Per questo dopo lunghi tryouts l’organizzazione ha deciso di puntare su ragazzi giovani che siano prima di tutto in sintonia con la loro idea di eSport. Per Harashi questa è una condizione essenziale per garantire una crescita ai ragazzi e all’organizzazione con una lungimiranza che pochi team italiani dimostrano di avere. In molto casi è più facile prendere 5 giocatori esperti, affiancargli un solo coach e puntare a vincere pochi tornei per poi arrivare allo scioglimento. Questo non è il caso dell’organizzazione Inferno eSports, dove si lavora sempre in funzione di una crescita dei player garantita da un coaching staff numeroso e pronto a rispondere alle esigenze di ogni singolo giocatore. Il tiratore Sharpie è molto motivato dal poter contare su un coaching staff così preparato ed è fiducioso nel progetto. Sicuramente per i player il poter contare quotidianamente su uno staff preparato è un ulteriore stimolo a migliorare e vincere. Ad oggi i ragazzi hanno fatto scrim soddisfacenti sia contro team italiani che contro team stranieri. Anche la qualificazione per le Challenger Series, per quanto finite con una sconfitta, sono state un’esperienza formativa da non sottovalutare visto che hanno perso proprio contro i Red Bull, team approdato alle CS tra le principali candidate ad entrare alle LCS il prossimo anno.
Il CEO Redde ha ribadito quanto sia importante per un’organizzazione darsi un obiettivo da raggiungere con pazienza e duro lavoro. Altro aspetto importante per il CEO degli Inferno eSports è la comunicazione con i content creator del settore eSport, che troppe volte manca in molte organizzazioni italiane. Con una conferenza stampa di presentazione speriamo che abbiano dato il via a un qualcosa che possa diventare la normalità per molte altri team e organizzazioni italiane. Personalmente ritengo che questi momenti di comunicazione tra noi content creator e i team siano indispensabili per la creazione di un ambiente solido e duraturo che sappia garantire degli scambi di idee e opinioni tra protagonisti e narratori. Altro argomento su cui mi sono trovato in sintonia con Redde è quello riguardante l’insegnamento della disciplina gioco elettronico in Italia. Per quanto molte A.S.D. siano cresciute negli ultimi anni, è necessaria un’attenzione più metodica da parte di chi vuole prendersi la responsabilità di insegnare le discipline degli sport elettronici nel nostro Bel Paese. Personalmente ritengo che molte LAN/ASD debbano uscire da quella condizione mentale di cura del proprio orticello-community per raggiungere una capillarità indispensabile, ad oggi, sul suolo nazionale.
Sono molto curioso di vedere quale sarà l’evoluzione di un progetto così interessante come quello dei ragazzi degli Inferno eSports nei prossimi mesi. Ringraziamo Life, Redde, Harashi e Sharpie per la disponibilità e faccio loro un grande inboccallupo per il grande lavoro che dovranno portare avanti nei prossimi mesi. Speriamo che questo sia veramente l’anno zero degli sport elettronici anche in Italia.
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