WARZONE 2, giocatore viene INGIUSTAMENTE accusato di cheating dopo aver ucciso uno streamer: “sono LEGIT, ecco le prove”
Cheater & Streamer – Negli ultimi giorni, all’interno della community di Call of Duty e Warzone 2, si è parlato molto della massiccia fuga di dati sensibili degli impiegati, tra nomi, posizioni lavorative e numeri di telefono.
Un braccio di ferro quello tra Activision ed i principali distributori di cheat, che va avanti praticamente dall’uscita del gioco, grazie ad una mole di giocatori in continua crescita ed un pubblico, purtroppo, sempre più interessato ad imbrogliare.
In queste ore a far parlare di sé in maniera particolare, sono stati i noti rivenditori di cheat della “EngineOwning”, che appena qualche giorno fa sono stati obbligati a pagare una multa da 3 milioni $ per aver distribuito software tra streamer di alto profilo e giocatori casual su Warzone 2 (CLICCANDO QUI il nostro articolo in merito).
Warzone 2, i cheater ridono e gli streamer creano problemi: Activision purtroppo ancora in errore sui BAN
Proprio mentre in community si parlava di questo, è emersa la notizia che vede protagonista un giocatore di Warzone 2, colpito da un vero e proprio report di massa (per cheating, ndr) dopo che era riuscito a sconfiggere in un “complicato” scontro a fuoco uno streamer abbastanza seguito.
“Le killcam dovrebbero mostrare se sei stato spottato. Ho appena subito un report di massa perché ho eliminato qualche streamer su Twitch attraverso il fumo dopo, appunto, averlo spottato con il ping, ma evidentemente deve aver pensato che stessi cheattando…”.
Complice la grande tensione in community, la notizia è immediatamente esplosa, lasciando di stucco gli utenti che dopo aver letto il commento hanno immediatamente chiesto spiegazioni, impauriti che la stessa cosa potesse accadere a loro.
L’accaduto ha inoltre riacceso il dibattito sul sistema di ban automatizzato, per il quale basta ricevere un determinato numero di segnalazioni per essere immediatamente rimossi dal gioco in attesa di un giudizio umano, che decreti (anche a distanza di diversi giorni) se si tratti davvero di un imbroglione.
Insomma, l’ennesima riprova di quanto il business che gira intorno ad imbrogli e vantaggi immeritati nei videogiochi sia grande e redditizio, e di quanto a volte i sistemi che dovrebbero tenerci al sicuro siano fallaci. Che ne pensate? Come al solito la discussione è aperta!
- Articolo realizzato in collaborazione con la community di riferimento di Warzone d’Italia (Facebook – Instagram)
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