Nadia, la streamer di Warzone, accusa Activision di sessismo: esclusa dall’evento di MW3
Nadia Warzone – Nel mondo di Call of Duty, la fine dell’estate porta con sé una serie di aspettative ed una certa attesa: l’annuncio ufficiale del prossimo titolo della saga, MW3, la presentazione di un trailer e l’invio degli inviti per eventi di risonanza, come il prossimo CoD Next.
Il CoD Next rappresenta il primo grande appuntamento pubblico del nuovo anno in cui i fan possono vedere alcuni dei loro creator e giocatori preferiti mettersi alla prova l’uno contro l’altro. Quest’anno, con l’attesa uscita di Call of Duty: Modern Warfare 3 fissata per il 10 novembre, l’evento è programmato per il 5 ottobre.
Tuttavia, sembra che una delle personalità più celebri del mondo del gaming, Nadia, non sarà presente. La popolare streamer di Twitch, nota per la sua costante presenza in Warzone negli ultimi anni, anche quando è stata oggetto di accuse di cheating, ha rivelato di non aver ricevuto un invito a causa di alcune “foto in bikini” pubblicate su Twitter/X.
La “denuncia” di Nadia: sessismo da parte di Activision per la streamer di Warzone?
Nadia ha manifestato il suo sdegno nei confronti di Call of Duty, accusando il colosso videoludico di applicare “doppi standard”. Frasi condivise su Twitter/X nella giornata di ieri, di cui ha approfittato per evidenziare che altri creator invitati, tra cui nomi di spicco come Swagg, Tfue e Aydan, hanno condiviso immagini altrettanto audaci nel corso degli anni.
“Nessun invito da Call of Duty per me al CoD Next a causa delle mie foto in bikini (non ho mai pubblicato immagini nuda), ma continuano ad invitare creatori che pubblicano foto simili. E quando ho sollevato la questione dei doppi standard settimane fa, l’hanno semplicemente ignorata e mentito”, ha affermato in un tweet ora rimosso.
Nel corso di una diretta successiva, Nadia ha fornito spiegazioni leggermente diverse, suggerendo che il declino di interesse verso il gioco fosse stato evidente già in un precedente evento di presentazione e da lì sono nate le difficoltà.
Le motivazioni di Nadia: meno Warzone, sì, ma c’erano dei precedenti
Successivamente, ha affermato che alcuni hanno attribuito il motivo di questa scelta da parte di Activision alla sua minor presenza su Warzone rispetto al passato, ma di essere certa che questo non fosse il motivo. Ha indicato che il problema risalirebbe ad aprile, quando si ancora era molto attiva su Call of Duty. Anche all’epoca, secondo il suo resoconto, non sarebbe stata invitata alle sessioni di feedback per i creator.
Nadia ha rivelato anche di aver cercato di contattare Activision, chiedendo una risposta chiara sulla possibilità di ricevere un invito. Da qui, ha evidenziato che anche altre donne in una situazione simile sono state “escluse” da altri eventi.
“Anche FaZe Kalei ha sollevato il problema in passato, quando è stata emarginata per le sue dichiarazioni sui social media, ma poi ti ritrovi una foto del sedere di qualcuno proprio sul profilo di Raven. Non è niente di nuovo, succede da molto tempo. Kalei è stata la prima grande creator donna di Warzone, ed ha denunciato la situazione ben due anni fa, ed eccomi qui a farlo anch’io. Non dovrebbe essere un modello costante. C’è chiaramente qualcosa che non va“.
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- Articolo realizzato in collaborazione con la community di riferimento di Warzone d’Italia (Clicca qui per Facebook)
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