Woody Allen:”Non voglio fare film per la TV, quindi può darsi che smetta di farli”
Secondo Woody Allen, la pandemia di coronavirus è “un altro chiodo nella bara” per il cinema. Probabilmente potrebbe far calare il sipario finale su una delle carriere più importanti e prolifiche della storia del cinema: la sua.
In un’intervista a Financial Times, in vista dell’uscita on demand di Un giorno di pioggia a New York (distribuito nel Regno Unito), Allen dichiara che non sa se lavorerà mai più ad un altro film. Questa decisione dipende molto dalla situazione attuale, che ha costretto i cinema di tutto il mondo a chiudere e rimandare innumerevoli titoli all’anno prossimo.
Woody Allen commenta così la questione: “Potrebbe avere un effetto negativo su di me“, spiega. “Le sale cinematografiche sono tutte chiuse al momento e non so se molte di loro riapriranno… La gente pensa ‘Non è poi così male a casa, posso cenare e poi guardare un film su un grande schermo ad alta definizione e audio surround’. Ma io non voglio fare film per la televisione, quindi può darsi che smetta di farli“.
Woody Allen: quali motivi lo spingono verso tale decisione?
Allen ha anche scritto una nuova sceneggiatura che avrebbe dovuto girare a Parigi quest’estate. “Ma il virus ha messo fine a tutto ciò“, dice cupamente. “Ho 84 anni e presto morirò. Se anche dovessi scrivere la migliore sceneggiatura al mondo, ma non c’è nessuno a produrla e nessun posto per mostrarla…per me diventa scoraggiante. Sono abituato a finire una sceneggiatura, strapparla dalla macchina da scrivere, passare dal mio produttore che prepara il budget, la lanciamo e poi la giriamo. Lo sto facendo da anni e anni allo stesso modo – un processo molto semplice. Ma ora non funziona… cosa ci posso fare?“.
La chiusura dei cinema e la pausa nel cinema non è l’unica ragione per cui Allen ha difficoltà a realizzare e distribuire film. La sua reputazione ha assunto un rinnovato e molto pubblico pestaggio negli ultimi tre anni, da quando la sua figlia adottiva, Dylan Farrow, ha ribadito le accuse secondo cui Allen l’ha molestata nel 1992, quando aveva sette anni. Questione su cui ancora oggi non è stata fatta totale chiarezza.
A tal proposito, alcuni membri del cast di Un giorno di pioggia a New York, tra cui la star Timothée Chalamet e Rebecca Hall, hanno pubblicamente rinnegato i loro ruoli nel film. Non per la sua qualità ma perché non volevano essere associati al marchio Allen sempre più tossico. Dopodiché, anche alcune stelle americane e britanniche come Greta Gerwig e Colin Firth dissero che non avrebbero mai più lavorato con Allen.
Voi cosa pensate dell’ipotetica decisione di Allen di abbandonare la sua carriera? Sentirete la sua mancanza? La discussione è aperta.
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