The Silent Sea: tra fantascienza e dura realtà
L’enorme successo di Squid Game ha suscitato molto interesse nel panorama delle serie TV coreane, andando a cementificare il lavoro già fatto dall’amatissimo Parasite. The Silent Sea vuole percorrere questa onda lunga, e ci riesce in pieno grazie a tantissimi fattori.
In primis un cast stellare, ricco di attori bravissimi che hanno valorizzato ancora di più l’opera. Ma anche grazie ad una regia, un’estetica fantascientifica nostalgica, delle tematiche attuali ed una scrittura che non sfigura in nessun momento della serie.
Insomma, sembra che Netflix abbia puntato sul cavallo giusto questa volta, proponendo una serie adatta e studiata per essere apprezzata anche dal grande pubblico occidentale.
Recensione di The Silent Sea
Trama senza spoiler
In un futuro non troppo lontano dal nostro presente, la Terra ha finito le sue scorte d’acqua e tutta l’umanità è entrata in crisi. I pochi residui idrici vengono razionati e distribuiti alle persone in base a delle classi, in cui i ricchi sono chiaramente più avvantaggiati.
I governi di tutti il mondo sono alla costante ricerca di una soluzione, che però pare non essere così realistica o possibile. Nonostante questo, la SAA, decide d’intraprendere una misteriosa missione spaziale per recuperare il campione di una importantissima ricerca custodita nella base Balhae sulla Luna.
L’equipaggio, capitanato da Han Yunjae, non dovrà soltanto recuperare il campione, ma anche indagare su un misterioso incidente che ha liberato radiazioni in tutta la stazione ed ucciso il personale. Una vicenda che appare subito poco chiara ai nostri protagonisti. Infatti, sembra che la versione data dalla SAA nasconda un po’ troppe cose.
Cast eccezionale
A condire una trama fitta di mistero e ricca di suspance e colpi di scena mai banali, ci ha pensato un cast ricco di attori famosi anche tra il pubblico occidentale. In primis abbiamo Gong Yoo, attore che recentemente è tornato sotto i riflettori grazie ad una breve apparizione in Squid Game (l’uomo che propone i giochi a Gi-hun), ma che già in passato avevamo ammirato in Train to Busan, vero capolavoro della cinematografia coreana.
La rappresentativa di Squid Game però, non finisce qui. Infatti è presente anche Heo Sung-Tae, il criminale senza scrupoli che ha terrorizzato il gruppo di Gi-hun durante i vari giochi. Da menzionare anche la presenza di Kim Sun-Young, attrice nota in Corea per aver partecipato al drama Crash Landing On You (che vi abbiamo consigliato in passato).
Ma la perla più brillante è sicuramente Bea Doo-na (Song Ji-an), che ha fatto parte del cast di Cloud Atlas, al fianco di mostri sacri del cinema occidentale quali: Tom Hanks, Halle Berry ed Hugo Weaving. Insomma, un gruppo di attori importantissimo, che ha regalato alla serie ulteriore spessore.
Tutti loro, infatti, hanno avuto delle performance superiori alla media, calandosi perfettamente nei panni dei propri personaggi ed adattandosi bene ai movimenti poco fluidi e meccanici adatti a simulare l’effetto della gravità lunare.
Nostalgia
Quando si parla di fantascienza è quasi inevitabile fare richiami alle opere del passato, che ancora caratterizzano il genere nella sua estetica e nei suoi temi. The Silent Sea non è rimasto immune a questo richiamo, ma anzi lo ha portato ad un livello superiore, grazie ad un impatto visivo curato nei minimi dettagli.
La serie scritta da Park Eun-kyo e diretta da Choi Hang-yong richiama esplicitamente i film e le serie TV che hanno dato la vita alla fantascienza, e cita apertamente l’Alien di Ridley Scott. Le atmosfere horror/thriller ricordano molto l’aria che si respirava negli stretti cunicoli della Nostromo, ed anche gli strumenti usati strizzano l’occhio a quanto visto nella pellicola del 1979.
Nello specifico, infatti, vi è una scena in cui i protagonisti sono alle prese con un strumento che traccia i movimenti, molto simile a quello di Alien. Insomma, The Silent Sea è fortemente ispirato al cinema fantascientifico occidentale, ma nonostante questo riesce ad avere una sua personalità sia nella trama che nella regia.
La dura realtà
L’incipit narrativo di The Silent Sea prende spunto da una realtà che, attualmente, tutti stiamo fronteggiando: il cambiamento climatico. L’espediente è veramente ben contestualizzato nella serie, e non risulta solo una propaganda o un ammonimento nei confronti del genere umano.
Di fatti tutta la trama della serie ruota attorno alla mancanza di acqua sulla Terra, e sulle possibili soluzioni da adottare per fermare la crisi. Proprio in questo, The Silent Sea, riesce ad essere originale. Creare un’opera di fantascienza rispettando tutti i crismi del caso risulta spesso semplice, ma adattarla e contestualizzarla sul nostro tempo non è per nulla facile.
Benché molti possano ancora non capire (per volontà o no) la gravità del cambiamento climatico, è una minaccia con cui abbiamo già a che fare. Certamente quella di The Silent Sea è un’iperbole in tutti i sensi, ma non è poi così lontana da un possibile scenario futuro e futuribile.
Conclusioni
The Silent Sea è un’opera davvero ben fatta. Stuzzica la nostalgia degli amanti della fantascienza, ma lo fa portandola ad un livello superiore. Le tematiche ambientaliste sono perfettamente integrate e contestualizzate nella serie, rendendo la commistione tra fantastico e reale molto apprezzabile.
Alcuni ritmi di narrazione lenti potrebbero farvi desistere dal completare la visione di questo horror/thriller, ma è tutto funzionale al contesto del racconto. In definitiva ci sentiamo di consigliare a tutti The Silent Sea, anche solo per capire la bellezza di un’opera rara da trovare nel panorama delle serie Netflix.
VOTO: 8,5