One Punch Man – Saitama, un eroe per hobby
Saitama è il nostro “eroe”, una persona qualunque che a fronte di un mondo violento (e di una depressione da mancanza di lavoro) decide di allenarsi per diventare più forte. Il suo allenamento lo porta ad essere TROPPO potente a scapito dei suoi capelli.
Se state pensando a Son Goku come espressione di potenza, resistenza e velocità non ci andate neanche vicini. Starete pensando certamente a qualcun altro con una potenza indescrivibile per creare un paragone, farlo è come una challenge tra waifu: inutile.
In un mondo che viene invaso regolarmente da potentissimi esseri misteriosi il sistema reagisce con gli Eroi, personalità più o meno eccezionali in grado di tener testa alle minacce, sempre più o meno.
Il nostro Saitama non è tra loro, lo fa per passatempo (“Sono uno che fa l’eroe per hobby”) e senza un vero trasporto. Se un essere misterioso lo intralcia se ne occupa, altrimenti la sua vita va avanti paciosamente nella sua routine normalissima.
Un personaggio diventato troppo forte, tanto che nulla nell’universo può sostenere un suo pugno senza venir obliterato.
Un personaggio veloce a tal punto che anche da distratto è più pronto e rapido di chiunque altro.
Un essere talmente resistente che un meteorite grande quanto il Molise può solo sporcarlo.
Ho appena descritto un protagonista inutilizzabile in qualunque storia, visto che non c’è niente che potrebbe scalfirlo o impensierirlo, giusto? Inoltre se ogni situazione venisse risolta in una frazione di secondo… la banalità e la ripetitività ti assalirebbe dopo poco.
Qui nasce la ragion d’essere di tutto il personaggio: la noia.
Non riesce in alcun modo a divertirsi, ad esser coinvolto, a provare il brivido della sfida.
La prima stagione non è altro che uno showreel dei personaggi, degli eroi, dell’ambiente e sancisce in ultima parola che non c’è niente che potrebbe creare un problema al nostro Saitama.
Il mood in cui ci muoviamo è tutto fuorché banale e la dicotomia con la quale viene letta una calamità ne è un perfetto esempio. Se un mostro rade al suolo una città in un battito d’ali di colibrì, gli eroi sono preoccupati, il governo suda freddo, il mondo impazzisce, cerca riparo e il tutto è reso con la gravità di un film apocalittico. Arriviamo poi a Saitama che nello stesso contesto pensa a fare la spesa, dare gli spicci al cassiere, chiedersi quando finiscono i saldi al supermercato.
È come se vedessimo in lui il nostro punto di vista interno, sapendo che se le cose non si risolvono da sole puoi farlo in un niente, semplicemente non ti va di farlo. Lo sfondamento della quarta parete non si palesa in un dialogo col pubblico, ma è il protagonista che fa parte del pubblico stesso.
Star a parlare delle gesta singole che si susseguono nei dodici episodi della prima stagione vi toglierebbe il gusto di scoprirle da soli, quindi non lo farò. Vi basti sapere che è una delle opere più geniali che si siano mai viste negli ultimi anni.
Un must assoluto per chiunque, anche per quel vostro amico che cerca il pelo nell’uovo, che si diverte a rovinare una storia che vi piace. Qui cercare incongruenze, assurdità, soluzioni più intelligenti è semplicemente superfluo data la natura cazzona ed assurda del tutto.
Cosa da non sottovalutare è l’assoluta voglia di ricominciarlo che ti si attacca addosso non appena terminato. Quanti anime vi lasciano la fame di nuove imprese, risate e battute? One (il suo autore) ha creato un mostro vero, una pietra miliare che non sparirà nell’oceanica produzione nipponica di anime visti e rivisti.
Una botta di freschezza che mancava da troppo.
Se non lo avete già visto non avete scuse per iniziarlo subito, se invece lo avete già finito… beh, sapete come la penso: ricominciarlo per la trentesima volta è sempre giustificato!