Living With Yourself, qualche riflessione sulla nuova serie Netflix

Living With Yourself, qualche riflessione sulla nuova serie Netflix

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Su Netflix è da poco uscita una nuova serie dal titolo Living With Yourself.

È stata mia sorella a suggerirmene la visione, senza però dirmi assolutamente nulla sul suo contenuto. Riporto testualmente le sue parole:
“Ca c’è una nuova serie su Netflix! Bellissima! Ti piace sicuro, guardala! Si chiama Living With Yourself”.

Non avendo subito la possibilità di vedere il trailer, la mia mente ha iniziato a galoppare nei meandri della fantasia per cercare di capire quale fosse la storia narrata.

(Premessa: la mia immaginazione può raggiungere livelli esagerati).

Tra le varie ipotesi formulate, il mio cervello aveva partorito una strana e contorta idea. Ogni sera, un fantomatico personaggio, ovunque si trovasse, era obbligato (per qualche strana ragione) a sdraiarsi per terra e ripercorrere la propria giornata analizzando i fatti accaduti. Il protagonista rivivendo il dì risvolgeva le sue attività e il sé stesso sdraiato sul pavimento lo osservava commentando ogni sua azione ed interagendo con lui. Nella mia immaginazione, solo il protagonista avrebbe potuto parlare con il suo io del futuro. E così via. Ammetto che l’idea è abbastanza elaborata, specie se si considera che ero parecchio avanti nella storia, ma ho cercato di farla semplice perché altrimenti finivo a parlare di qualcosa che non è.

(E molti potranno obbiettare che in realtà l’ho fatto. Ma va beh!)

Ovviamente Living With Yourself non è nulla di tutto questo.

(Diciamo che la questione è molto più semplice ma come dicevo, ho una fervida immaginazione!)

La chiave della serie è racchiusa nel suo titolo, il quale va preso alla lettera “vivere con sé stesso”.

Siete stanchi? Volete cambiare? Avete bisogno di rinnovarvi? Cosa succederebbe se il vostro io si trovasse a convivere con la migliore versione di voi stessi?

Credo che molti si siano chiesti almeno una volta nella vita come sarebbe se ci fossero due versioni di sé.

(Se non vi è mai successo, pazienza. Forse sono io la strana…)

Netflix prova rispondere.

Miles Elliott (Paul Rude) è un impiegato e un marito. La vita però lo ha portato a perdere il suo estro creativo e la sua voglia di affrontare il mondo. Scontento quindi della sua esistenza, decide di recarsi in una “Spa” alternativa dalla quale tutti sembrano uscirne rinati. Ignaro di tutto, si presterà a un misterioso esperimento, salvo poi scoprirne le conseguenze e venire sostituito da una “versione migliore” di sé stesso, con la quale sarà costretto a convivere.

La serie ideata da Timothy Greenberg e diretta da Jonathan Dayton e Valerie Faris è costruita magistralmente. Gli otto episodi di circa 30 minuti l’uno narrano perfettamente non solo gli eventi ma anche la psicologia dei personaggi.

Le puntate infatti sono presentate, in alternanza, dal punto di vista di Miles e da quello del suo clone. Fa eccezione la quinta che invece è riportata seguendo lo sguardo di sua moglie Kate (Aisling Bea ).

Ogni momento è quindi narrato due volte. Tornando indietro nella narrazione, è possibile vedere come entrambi i personaggi vivono lo svolgersi degli eventi.

(Ho visto una puntata al giorno. Quindi l’utilizzo di questa tecnica mi ha agevolato molto nella visione. Una sorta di “nelle puntate precedenti”, ma da una nuova prospettiva!).

Parto subito nel dire che l’interpretazione di Paul Rude è assolutamente eccezionale. Con entrambi i suoi personaggi riesce a mettere in luce ogni sensazione. I loro pensieri vivono nelle sue espressioni e nei suoi gesti in maniera sublime.

La novità raccontata in Living With Yourself non è il tema trattato, bensì il modo in cui lo si affronta. La tematica della clonazione viene sottoposta allo spettatore in modo apparentemente naturale. Come se si andasse in una “spa” per ricaricare le batterie.

Il risultato ottenuto dagli sceneggiatori è quello di una commedia brillante e dall’apparenza semplice, ma che lascia dentro noi degli interrogativi amari che ci fanno riflettere.

Il telefilm prova a mettere su pellicola il conflitto non solo che potrebbe affrontare una persona nel vivere con un altro sé ma anche quello che potrebbe affliggere qualcuno nello scoprire di non essere chi crede di essere. Ciliegina sulla torta per quest’ultimo: ogni singolo ricordo della sua vita in realtà non è reale, o meglio, non è stato lui ad averlo vissuto. Il conflitto interiore che Miles Clone deve provare è angosciante e frustrante ed i suoi continui sbalzi di umore nei confronti dell’alto sé non fanno che mettere in luce tale dissidio.

Dal canto suo anche Miles cerca di affrontare attraverso il clone la sua vita. Sebbene inizialmente provi a sfruttarne la presenza per avere di meglio, pian piano, proprio grazie all’esistenza di Miles Clone, si renderà conto che tutto quello che realmente desidera lo possiede già.

In questa sorta di analisi di coscienza continua vi è però una nota stonata.

(Ammetto che per un secondo ho pensato di ometterla, ma per onor di cronaca è stata una nota sgradevole che mi ha colpito molto, quindi mi sembra corretto riportarla. Potrebbe però contenere spoiler. A voi libero arbitrio!).

Nella scena in cui il protagonista si reca a donare lo sperma, la sale “di procreazione” è completamente ricoperta di foto di bambini. Per molti questo sarà un dettaglio irrilevante e forse qualcuno non ci farà neanche caso, ma per me è assolutamente fuorviante una sale adibita alla masturbazione ricoperta di foto di infanti sorridenti. Sinceramente non mi capacito di come sia possibile che un uomo riesca ad eiaculare con puntati addosso gli occhi di fanciulli gioiosi.  Sarò anche esagerata, ma non ho gradito affatto questa scelta e non ho colto la necessita di riempire tale sala con determinate foto.

(Se voi troverete un senso a ciò, siete invitati calorosamente a condividerlo con me. Perché è veramente l’unica cosa negativa che ho trovato in questa serie e sfortunatamente mi ha colpito abbastanza da non poter fare a meno di sottolinearlo.)

Particolarità che vi accompagnerà per tutta la durata del telefilm è la tendenza a parteggiare per Miles. Il punto è: quale Miles?
Sì, perché la vera forza di Living With Yourself è che Miles clone non risulta come il cattivo della situazione. Anzi, in molti punti si tenderà a simpatizzare per lui e a prenderne le parti.

Non vi è quindi una netta distinzione. Non c’è o bianco o nero, ma è tutto un grigio.

Il conflitto che vive lo spettatore nel cercare, in modo conscio o inconscio, di patteggiare per uno dei due, è lo stesso medesimo conflitto che vive Kate ed il medesimo conflitto che vivono i due protagonisti.

Un continuo dualismo che ovviamente non può avere una conclusione.

Magistrale e illuminate, sotto questo aspetto, è l’epilogo dato a questa prima stagione. Non solo lascia la porta aperta ad un nuovo capitolo della serie ma sottolinea ancora una volta come questo disputa non abbia fine.

Perché il conflitto che i due protagonisti vivono è quello che anche noi giornalmente viviamo nel fare ogni singola e banale scelta. Ma come per noi non c’è una conclusione né una decisione giusta o sbagliata, lo stesso avviene per loro.

I due Miles sono sì identici nel DNA e nei ricordi, ma molto diversi nel carattere. Questo porta entrambi a compiere scelte diverse. Non giuste o sbagliate, semplicemente diverse. Il che genera a sua volta dei nuovi scenari. Alcuni migliori altri peggiori, ma la cosa che sicuramente colpisce e che potenzialmente entrambi potrebbero fare quelle che vengono definite le scelte migliori. Infondo non è il potenziale che cambia la vita, siamo noi stessi, con il nostro carattere e le nostre scelte a disegnare la strada da percorrere. Troppo spesso però, non ci accorgiamo della bellezza che ci circonda.

Tutti viviamo e cerchiamo di affrontare la vita nel migliore dei modi. La caratteristica che ci accomuna e che siamo soliti chiedere e cercare di più. Non ci basta mai quello che possediamo. Desideriamo sempre altro, perché altro è sicuramente meglio. Spesso non abbiamo il tempo di godere ciò per cui abbiamo faticato tanto che già subito ripartiamo nella ricerca di qualcosa di nuovo.

Siamo soliti accorgerci del valore delle cose solo quando le perdiamo.

A volte abbiamo soltanto bisogno che qualcuno ci ricordi che il bicchiere è mezzo pieno.

Ecco, Living With Yourself può farlo!

Golden Globe 2024: trionfa Oppenheimer ma fallisce Barbie

Golden Globe 2024: trionfa Oppenheimer ma fallisce Barbie

Profilo di Rios
08/01/2024 17:56 di Mario "Rios" Cristofalo
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Nella notte italiana di oggi, 8 gennaio, si è tenuta la tanto attesa cerimonia dei Golden Globe 2024. Il gala viene solitamente visto come un antipasto in vista degli Oscar, che andranno a consacrare definitivamente i film migliori dell’anno passato.

Le aspettative sono state sostanzialmente rispettate, con Oppenheimer che ha fatto incetta di premi (pellicola più premiata della serata), mentre Barbie (altro pezzo da 90 del 2023) è rimasto a bocca quasi asciutta. Una serata da incorniciare per Nolan ed i suoi, che ora si preparano a calare l’asso piglia tutto anche agli Oscar.

Andiamo quindi a vedere insieme quali sono stati i premi conferiti ai film ed ai singoli attori.

La notte dei Golden Globe 2024

Il trionfo di Christopher Nolan

Come detto in precedenza, il biopic sulla vita del fisico Robert Oppenheimer (padre del Progetto Manhattan) è stato il film più premiato della serata. L’opera ha incassato ben cinque statuette: miglior film drammatico, migliore regista, migliore attore in un film drammatico (Cillian Murphy), miglior attore non protagonista (Robert Downey Jr.) e miglior colonna sonora.

Insomma, l’ennesima celebrazione di un lavoro monumentale. Riconoscimenti che certificano la qualità di Oppenheimer a trecentosessanta gradi, dal cast, alla regia alla colonna sonora.

Tonfo per Barbie

Ma se Oppenheimer ha rispettato quasi tutte le aspettative, lo stesso non si può dire di Barbie, l’altro film che ha dominato l’estate italiana. Al netto di un successo enorme al botteghino, certificato anche dal Golden Globe 2024 come miglior blockbuster, la pellicola di Greta Gerwig non ha trionfato nemmeno nelle categorie in cui sembrava favorito. Rimane la consolazione dell’aver vinto la statuetta per la miglior canzone originale, che è finita nelle mani di Billie Eilish, capace di surclassare la straordinaria Dance The Night della collega Dua Lipa (sempre presente in Barbie).

Tutti i premiati

  • Miglior film drammatico: Oppenheimer
  • Miglior film commedia o musicale: Povere creature
  • Miglior film non in inglese: Anatomia di una caduta
  • Miglior film d’animazione: Il ragazzo e L’Airone
  • Miglior blockbuster: Barbie
  • Miglior regista: Christopher Nolan (Oppenheimer)
  • Migliore sceneggiatura: Justine Triet e Arthur Harari (Anatomia di una caduta)
  • Miglior attore in un film drammatico: Cillian Murphy (Oppenheimer)
  • Migliore attrice in un film drammatico: Lily Gladstone (Killers of the Flower Moon)
  • Miglior attore in un film commedia o musical: Paul Giamatti (The Holdovers – Lezioni di vita)
  • Migliore attrice in un film commedia o musicale: Emma Stone (Povere creature!)
  • Miglior attore non protagonista: Robert Downey Jr. (Oppenheimer)
  • Migliore attrice non protagonista: Da’Vine Joy Randolph (The Holdovers – Lezioni di vita)
  • Migliore colonna sonora originale: Ludwig Göransson (Oppenheimer)
  • Migliore canzone originale: Barbie — What Was I Made For? di Billie Eilish e Finneas

Azienda offre 2500€ per vedere 25 Film di Natale

Azienda offre 2500€ per vedere 25 Film di Natale

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29/11/2023 11:04 di Amin "Gosoap" Bey El Hadj
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Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, l’idea di rilassarsi davanti a una cioccolata calda e godersi i classici film natalizi è irresistibile per molti di noi.

Ma cosa direste se vi pagassero 2,500€ per farlo? Un’azienda ha lanciato un’offerta allettante: la possibilità di guadagnare una consistente somma di denaro guardando 25 film natalizi in altrettanti giorni. Tuttavia, c’è un piccolo “ma” che potrebbe rendere questa opportunità più unica che rara.

CableTV ha annunciato l’apertura della posizione di “Chief of Cheer” (letteralmente Capo dell’Allegria), un incarico che prevede il compito di guardare 25 film natalizi nel corso di 25 giorni. Oltre ai 2,500€, il fortunato Chief of Cheer avrà diritto anche a un abbonamento di un anno a diverse piattaforme di streaming.

Film di Natale da vedere  per guadagnare un lauta ricompensa: ecco come candidarsi

Sul loro sito web, l’azienda sottolinea l’amore per la tradizione natalizia di tirare fuori il cesto di vecchie VHS (o, più realisticamente, di navigare tra le sezioni “natalizie” dei vostri servizi di streaming preferiti) e guardare alcuni classici film stagionali.

Il solo inconveniente in questa generosa offerta è che verrà selezionata una sola persona per svolgere il compito. Coloro che desiderano candidarsi devono avere almeno 18 anni e possono farlo compilando il modulo di candidatura online dell’azienda.

Tra i film inclusi nella lista ci sono titoli come “Klaus”, “Last Christmas”, “Mickey’s Christmas Carol”, “Elf” e molti altri. Un viaggio attraverso i classici natalizi che sicuramente metterà alla prova lo spirito natalizio del fortunato prescelto.

Se sei interessato a questa insolita opportunità, ti consigliamo di presentare la tua candidatura al più presto, poiché il processo di selezione si chiuderà il 1° dicembre.

In un periodo in cui la magia delle festività invade l’aria, guadagnare 2,500€ per godersi una maratona di film natalizi potrebbe essere il regalo perfetto per un fortunato appassionato del Natale. Un’occasione da non lasciarsi sfuggire per chi sogna di coniugare la passione per i film natalizi con una ricompensa sostanziosa.

Voi cosa ne pensate community? La discussione, come sempre, è aperta!

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Fast & Furious, multa da 1 MILIONE € ai registi: l’incidente sul set

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Profilo di Gosoap
27/11/2023 09:55 di Amin "Gosoap" Bey El Hadj
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A distanza di un paio d’anni dall’uscita, si è tornato a parlare del nono capitolo di Fast & Furious a causa di un incidente sul set che ha portato a una multa di un milione di dollari per la società di produzione FF9 Pictures. Vediamo nel dettaglio cosa è accaduto e quali sono le implicazioni di questo grave incidente.

L’Incidente: Stuntman di Fast & Furious con Lesioni Cerebrali

Nel luglio 2019, durante le riprese di Fast & Furious 9, lo stuntman Joe Watts ha riportato una frattura al cranio dopo una caduta di 8 metri sulla superficie di cemento sottostante il set. L’incidente è avvenuto presso gli studi della Warner Bros in Inghilterra.

La FF9 Pictures dovrà pagare una multa di 800.000 sterline (circa 1 milione di euro). A condannarla, la Corte del Magistrato di Luton lo scorso venerdì, dopo aver ammesso responsabilità per violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro.

Il Cambiamento nella Sequenza e le Negligenze di Sicurezza

Secondo quanto riportato dalla BBC, il giudice ha dichiarato che Watts è “fortunato ad essere vivo” dopo che una sequenza di acrobazie, precedentemente provata, è stata modificata durante le riprese senza il necessario controllo delle linee di sicurezza tra un ciak e l’altro.

Nella versione originale della scena, Watts doveva essere lanciato sopra la spalla destra di un altro performer, ma durante le riprese questa dinamica è stata cambiata, portando Watts a essere lanciato sopra la spalla sinistra. A causa di questo cambiamento, il tappetino di sicurezza non è stato adeguatamente posizionato per la nuova sequenza.

Inoltre, il cavo di sicurezza di Watts si è staccata durante la seconda ripresa, contribuendo alla sua rovinosa caduta. Secondo l’Health and Safety Executive, incaricato dall’accusa, la produzione non aveva un sistema per verificare che il collegamento fosse stato correttamente fissato e serrato.

Joe Watts, lo stuntman coinvolto nell’incidente, ha una lunga esperienza in produzioni di alto profilo, tra cui Star Wars: The Last Jedi, Game of Thrones e Kingsman: The Golden Circle. La sua esperienza solleva ulteriori interrogativi sulla sicurezza sul set e sull’importanza di implementare rigorosi protocolli di sicurezza in produzioni cinematografiche ad alto budget.

Che ne pensate community? Come al solito la discussione è assolutamente aperta!

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