John Rambo: The Last Blood…sarà la fine di un’era?
Il militare reduce del Vietnam torna nelle sale cinematografiche. Che effetto avrà sulla vecchia e la nuova generazione?
Dal 26 settembre 2019 il grande schermo ospiterà un cult del genere “action movie”: “JOHN RAMBO: THE LAST BLOOD”. Con un titolo che fa da eco a quello del primo film chiudendo il cerchio, si arriva al quinto capitolo della saga ma… sarà quello finale?
Rivedremo l’ormai saggio ma sempre vigoroso Sylvester Stallone nei panni di uno dei suoi personaggi più iconici e controversi che lasciò indubbiamente un segno indelebile alla decade degli ’80 e al pubblico di quell’epoca. Stessi anni nei quali la popolazione risultava ancora basita e scottata da quella che fu la guerra del Vietnam, avvenuta in un passato recentissimo, terminata soltanto nel 1975.
STORIA DI UN VETERANO: “JOHN RAMBO: THE FIRST BLOOD” (1982)
John Rambo è un veterano della guerra in Vietnam nell’unità d’élite delle United States Army Special Forces. Nell’ ‘81 si reca nei pressi di Hope (Washington) a visitare uno dei suoi compagni, Delmar Berry, ma la madre dello stesso gli riferirà che purtroppo quest’ultimo è morto di cancro a causa dell’esposizione all’Agente Arancio in Vietnam.
Poco dopo cerca di entrare nella stessa cittadina per rifocillarsi ma l’arrogante e violento sceriffo Teasle lo scambia per un vagabondo e gli proibisce l’accesso, portandolo alla periferia della città. Rambo ritorna provocatoriamente verso Hope e Teasle lo arresta per vagabondaggio. Alla stazione di polizia Rambo si rifiuta di collaborare con gli agenti che decidono di utilizzare la forza bruta per dissuaderlo.
Dopo una colluttazione, fugge dalla stazione con una moto rubata e si rintana sulle montagne vicine, dando il via a una caccia all’uomo da parte della polizia locale. Il botta e risposta non causerà poche perdite, tra cui accidentalmente l’agente Galt, amico di Teasle.
Lo stesso, dopo uno scontro con Rambo, chiama la Polizia di Stato e la Guardia Nazionale, montando un campo base fuori dai boschi. Arriva al campo l’ex comandante di Rambo, il colonnello Samuel Trautman che consiglia di lasciarlo andare e di tornare a cercarlo una volta che la situazione si sarà calmata. Teasle è determinato a procedere e concede al colonnello di aiutarli mettendolo in comunicazione con Rambo via radio. Sentendo la voce familiare, Rambo risponde lasciandosi individuare. L’inseguimento continua ed in un conflitto presso delle miniere Rambo viene dato per morto in seguito al crollo dell’ingresso.
In realtà è sopravvissuto e si sposta più in profondità fino a uscire; motivato a dar la caccia a Teasle, si muove nella notte riuscendo a penetrare nella cittadina di Hope. Dopo aver distrutto un’armeria, Rambo sale sul tetto della stazione di polizia: dopo aver individuato Teasle spara attraverso il soffitto e lo ferisce. Appena prima che Rambo possa infliggere il colpo di grazia, Trautman lo ferma e gli spiega che non ha speranza di fuggire vivo. Dopo un duro sfogo sul trattamento ricevuto, si consegna a Trautman e viene portato via dalla stazione mentre Teasle viene soccorso.
L’ATTUALITA’ IN JOHN RAMBO
Le riprese della pellicola risultarono difficoltose e molto lunghe, quasi come per le vicende belliche che le fanno da sfondo. Sia per la scelta degli addetti ai lavori, sia per piccoli incidenti logistici che occorsero durante le riprese, il lavoro fu duro e tortuoso. Lo stesso Stallone risultò essere il più capriccioso e volubile del cast poiché esaltato dal suo talento e desideroso di emergere al di sopra degli altri colleghi.
Si decise di depurare dell’aspetto più crudo e violento la figura del protagonista, a differenza di quanto si leggeva nel romanzo del canadese David Morell, padre della saga nata nel ‘72. Mentre nel libro, Rambo risulta quasi uno sterminatore inarrestabile che infine perde la sua partita con la vita, nella pellicola il veterano non commette nessun omicidio e riesce a sopravvivere.
Fu proprio Stallone a decidere di optare per il lieto fine poiché determinato a donare allo spettatore uno spiraglio di fiducia e speranza che nella realtà non si era mai riuscito ad intravedere. Rambo diventa eroe nazionale che combatte i soprusi di una categoria disseminatrice di morte e di violenza, troppe volte ingiustificata: le forze dell’ordine.
Denuncia più che mai attuale, Rambo rappresentò il riscatto dell’oppresso il quale decide di migliorare la sua posizione arrivando a mettere a repentaglio la propria incolumità se necessario. I cittadini degli States uscivano distrutti e instabili dalle vicende vietnamite e avevano sete di vincita morale e ripresa psicologica. E Rambo seppe cogliere appieno questo avido bisogno riuscendo a canalizzarlo e a soddisfarlo nelle sue azioni rocambolesche, spesso esagerate.
LA FINE INCERTA “RAMBO: THE LAST BLOOD”
Quest’ultimo capitolo si preannuncia (forse?) come tramonto di una storia epocale. Il pubblico avvezzo e non, è ormai pronto a partecipare con Rambo alla sua corsa contro il tempo, preparato allo stile che il genere ed uno dei suoi padrini propone.
Stallone ha confessato, per questo finale, di aver voluto sottolineare l’aspetto più familiare e umano della vicenda, un’atmosfera nella quale ormai un anziano John si ripiega sugli affetti per ritrovare la pace tanto agognata.
Ma con il fiato sospeso ci si chiede curiosi: cosa succederà stavolta? Con chi dovrà scontrarsi l’abile guerriero dalla forza sovra umana che a tratti lascia spazio ad una fredda spietatezza?