IT, dall’origine all’ultimo capitolo del 2019:”You all float…AGAIN”!
Dopo due anni dall’uscita del primo capitolo, dal 5 settembre 2019 è disponibile nelle sale italiane il clown danzante Pennywise in “IT: CAPITOLO 2“.
Il pagliaccio assassino dal caratteristico trucco a cera bianco e dal classico naso rosso è tornato a terrorizzare migliaia di spettatori, più affamato e avido di prima. Chissà se Stephen King fosse realmente conscio del successo a cui andava incontro una delle tante creature nate dalla sua penna, come Carrie, Annie Wilkes in “Misery”, il cane Cujo e Jack Torrance del celeberrimo “Shining”; creature che di solito sono dei banalissimi umani ma non per questo meno mostruosi di quegli esseri di pura fantasia che popolano gli incubi di milioni di individui.
Nel 1986 King pubblica un romanzo che ha per protagonista It (in inglese “esso”, proprio ad identificare una cosa misteriosa e senza connotati): una creatura multiforme venuta dall’universo ai primordi della Terra.
Vivente nelle viscere dell’immaginaria cittadina di Derry, ogni 27 anni questa si risveglia dal letargo per sostentarsi con la carne delle sue vittime. Il mostro ha una potenzialità allucinante: assume la forma delle paure più recondite delle proprie vittime per poterle assaporare meglio. Una delle vesti che solitamente utilizza è proprio quella del pagliaccio Pennywise, funzionale per poter avvicinare bambini, i prediletti della sua dieta perché più facili da spaventare.
È il 1957. Una delle prime vittime è Georgie Denbrough: emergendo da un tombino, IT lo adesca volendogli restituire una barchetta di carta che il bimbo aveva perso nel tentativo di far navigare. Dopo una serie di eventi, il fratello maggiore di Georgie, Bill, si ritroverà ad essere membro dei “Perdenti”, un gruppo di ragazzini che in comune hanno la conoscenza di It e per questo motivati a distruggerlo.
La storia si infittisce, diventando un botta e risposta tra i ragazzi ed It. A primo colpo sembra finire bene per quest’ultimi. In realtà, allo scoccare dei 27 anni, la creatura ritorna alla luce, inviando segnali della sua presenza a tutti i membri dei “Perdenti”, ormai adulti. La promessa di disintegrarlo definitivamente però va rispettata ed i componenti si ritroveranno a fronteggiare IT ancora una volta.
Si parlò del romanzo più riuscito ed apprezzato di King, al quale non tardò a seguitare una miniserie televisiva nel 1990, diretta da Tommy Lee Wallace.
Il clown venne impersonato da un prorompente Tim Curry, che per l’occasione dichiarò di essersi ispirato proprio ad un vero serial killer americano che indossava i panni di pagliaccio per uccidere le sue vittime.
L’atmosfera è quella di un episodio tratto da “Piccoli Brividi”, un horror per ragazzi che spaventa ma non i troppo audaci. Il tutto è confermato dalle colonne sonore che solleticano l’inquietudine e che ad un orecchio arguto vengono riconosciute come tappeto armonico giusto al contesto, “senza infamia e senza lode”.
Bisogna riconoscere a Curry il merito di aver costruito un buon personaggio, un Pennywise angosciante, a volte ironico e giocoso, che è riuscito a squarciare lo schermo con il suo sguardo penetrante ed attrattivo, la risata greve ma preoccupante. Un prodotto adatto alla generazione dell’epoca che non era così preoccupata, come oggi, di scandagliare negli abissi del tetro: una generazione che si accontentava del classico mostro e dei suoi classici poteri malefici.
27 ANNI DOPO: IT (2017)
Forse un caso oppure una trovata voluta, dopo 27 anni dalla miniserie viene prodotto il film “IT”, regia di Andrés Muschetti. La storia è quella horror di sempre, ma cambia l’atmosfera e l’arco temporale.
Senza ombra di dubbio le tecnologie d’animazione, ormai avanzate e sofisticate, hanno permesso di creare un lavoro più pulito rispetto alla versione “grezza” del ’90; acclamato dalla critica e dallo stesso King, il quale ha consigliato ai suoi fan di prenderne visione, ciò che ha colpito di più è stata la magistrale interpretazione dello svedese Bill Skarsgård: un Pennywise sofferto, psicologicamente fragile, avente una propria personalità.
Si dice che l’attore abbia preso così a cuore questo suo incarico da rimanere intrappolato nel personaggio, come a Ledger successe per il suo Joker. Fortunatamente Skarsgard, a differenza di Ledger, si è distanziato dal vortice introspettivo che il ruolo gli ha comportato, riuscendo comunque a bucare lo schermo sorprendendo gli spettatori.
Nel 2017 It si veste di reale malessere, diventa più crudo e senza scrupoli, celando dietro la sua acuta e gracchiante risata un mostro dalle tinte fosche e asfissianti. Quando si assiste alle imprese dei “Perdenti” e ai trabocchetti escogitati da It, quasi manca il respiro e non si riesce a intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.
Un turbinio di emozioni negative e cupe riecheggiano per tutta la pellicola, lasciando poco spazio ai sani e quasi spensierati spaventi ai quali si assisteva nel 1990. Se Curry ha interpretato perfettamente un It canonico e stilizzato, rispettandone i caratteri tipici e centrando in pieno la figura del pagliaccio seppur malefico, Skarsgard amplia il personaggio.
La figura del clown danzante che spaventa i bambini è solo la copertina di un libro denso e corposo del quale lo svedese fa intravedere l’essenza di un’entità: per quanto fantastica e lontana dal mondo umano, essa è carica di follia, drammaticità e turbamento psicofisico.
IL SEQUEL DEL 2019
Dal 5 settembre 2019 i nostri “Perdenti” ormai adulti sono ritornati a fronteggiare Pennywise, pronti ad annientarlo più agguerriti che mai. Rinnovata la presenza di Skarsgard nei panni di Pennywise, pronto a terrorizzare e ad angosciare nuovamente gli spettatori curiosi di sapere cosa accadrà.
IL CAST
- James McAvoy veste i panni di Bill Denbrough, diventato un celebre scrittore dell’orrore.
- Jessica Chastain è Beverly Marsh, adesso una nota stilista.
- Jay Ryan è Ben Hanscom. Notevolmente dimagrito, si è affermato come un architetto di caratura mondiale.
- Bill Hader è Richie Tozier, ora stand-up comedian.
- Isaiah Mustafa interpreta Mike Hanlon, colui il quale chiama a raccolta il gruppo.
- James Ransone è Eddie Kaspbrak, assicuratore sposato con una donna ipocondriaca e iperprotettiva molto simile a sua madre.
- Andy Bean è Stan Uris, diventato un agiato uomo d’affari, in procinto di andare in vacanza con la moglie.
Ora come allora, la storia di It e delle sue vittime dona terrore e angoscia agli spettatori che non possono far altro che rimanere attoniti di fronte al clown dal naso rosso.
Una riflessione cocente viene da suggerire: It non è forse specchio di un malessere sociale contemporaneo come la più profonda depressione? Quel mostro interno e ineludibile che divora la nostra essenza suscitandoci paura, angoscia e desiderio di fuga?