Before the Flood – Punto di Non Ritorno
Quando ho iniziato a scrivere queste riflessioni su Before the Flood – Punto di Non Ritorno l’ispirazione era giunta da una triste notizie. Alla fine, per vari motivi, avevo deciso di lasciare in bozze questo mio scritto. Ieri però si è conclusa la Cop 25 a Madrid, il summit dell’Onu sui cambiamenti climatici.
Mi è quindi tornato alla mente questo testo e ho deciso che forse poteva avere nuova vita. Con qualche modifica e una piccola revisione, sfruttando quindi i principi dell’economia circolare dove lo scarto diventa una risorsa, ho deciso di ridargli vita. Sfortunatamente, se qualcuno di voi ancora non lo sapesse, il summit concluso non ha portato cambiamenti decisivi. Ovviamente l’assenza di risultati effettivi ha generato differenti reazioni.
Con questo non voglio aprire qui un dibattito ambientale, sebbene se qualcuno fosse interessato ad esporre il suo pensiero sarei ben lieta di leggerlo. Il mio intento è solo informativo. Credo che uno dei veicoli migliori della comunicazione siano le immagini, pertanto non sono qui per fare polemica o per sentenziare, ma per consigliarvi un film che possa scaturire in voi delle emozioni e possa farvi riflettere.
Before the Flood – Punto di Non Ritorno
Tutti conosciamo Leonardo DiCaprio.
(Sfido qualcuno a dire “non so chi sia!”).
Ma in molti non sanno che, oltre ad essere un attore incredibile, è anche Ambasciatore per la Pace alle Nazioni Unite ed un attivista ambientalista convinto.
Probabilmente vi starete chiedendo il perché di questa premessa. La risposta è molto banale. Proprio per questi motivi, Leonardo DiCaprio ha cercato di dare più volte il suo contributo. Essendo lui un attore, ha provato a farlo nel modo in cui gli viene più facile comunicare: il cinema.
Before the Flood – Punto di Non Ritorno è una chiara fotografia dei catastrofici mutamenti avvenuti, e che continuano ad avvenire, in tutto il mondo a causa dei cambiamenti climatici.
Leonardo DiCaprio ci guida in questo triste viaggio alla scoperta di ciò che l’uomo ha causato.
Dall’America, passando per la Cina, l’Italia e l’India, fino al Circolo Polare Artico, grazie ad interviste a scienziati, incontri con attivisti, con leader mondiali e locali, si ha una maggiore comprensione di questo problema e si indagano soluzioni concrete per affrontarlo.
Il documentario infatti non è solo una denuncia del problema. Anzi, la sua grandezza sta proprio nel presentare delle soluzioni concrete ed attuabili. Per citarne alcune: la carbon tax per sfavorire le industrie che inquinano, una riduzione ragionevole dei consumi di carne rossa, le batterie solari di Elon Musk, etc…)
Le tematiche mostrate per molti saranno note, ma come spesso accade, tra conoscere una cosa e vederla vi è un abisso.
La forza di Punto di Non Ritorno è quindi non tanto nella novità, ma nella modalità.
Il regista Fisher Stevens ha il grande merito di mostrarci il cambiamento. La voce e lo sguardo di DiCaprio sono solo la cornice; le immagini raccontano sé stesse.
Pertanto, anche notizie note appaiono allo spettatore come nuove. Leggere del disboscamento fa certamente effetto ma vedere un’intera foresta disboscata ha sicuramente un altro impatto.
Personalmente, come credo molte altri oltre me, avevo già sentito parlare dello scioglimento dei ghiacciai, ma vederlo concretamente mi ha fatto tutto un altro effetto.
(c’è una scena nel docufilm che definirei illuminante!)
A tutte le persone che continuano ad ostinarsi a dire che il surriscaldamento globale è un’invenzione, consiglio di guardarsi intorno. La diffamazione e le false informazioni non sono salutari per nessuno. Come lo stesso Di Caprio dice più volte “i cambiamenti climatici non sono una possibilità futura, ma una realtà presente”. Il docufilm è l’istantanea di questa realtà. Delle soluzioni concrete sono a portata di mano. Rimanere fermi e non fare nulla non è più possibile!
Siamo arrivati al Punto di Non Ritorno…