Overwatch, Symmetra e la diversità
Mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulla “questione Symmetra”.
Avrei potuto semplicemente riportare la notizia, come in molti hanno legittimamente fatto, o sfruttare l’occasione per toccare un argomento delicato, ma spero utile alla crescita della nostra piccola comunità, come quello della diversità.
Per oggi, purtroppo per voi, ha vinto la mia responsabilità civile. E così, con Overwatch che fa da scenografia, ci allontaniamo per un attimo dai discorsi su meta e elohell per avviare una parentesi sensibilmente più seria e potenzialmente costruttiva.
Da Maggio, a seguito dell’apparizione del fumetto “Un mondo migliore”, si inseguono i rumor sul presunto autismo di Symmetra. Tutto a partire da una frase (pag. 5) che alluderebbe a una certa diversità, appunto. In realtà, con la traduzione, si perde un riferimento preciso allo spectrum (come nel comic in lingua originale “A better world”) che in molti hanno da subito accostato allo spettro autistico.
Pochi giorni fa è divenuta virale l’immagine di una lettera di risposta, da parte di Jeff Kaplan in persona, alle parole scritte da un appassionato di Overwatch di nome Samuel.
“Caro Samuel,
Sono molto felice che Overwatch si stia rivelando un bel modo di legare per te e tuo fratello! Niente ci scalda i cuori più di sentire storie come la vostra.
Sono contento che tu abbia chiesto di Symmetra. Molto astuto da parte tua notare che (Symmetra) menzioni lo spettro nel nostro fumetto. Symmetra è autistica. È uno dei nostri eroi più amati e pensiamo faccia un bel lavoro nel rappresentare quanto possano essere fantastiche le persone autistiche.
Ti ringrazio moltissimo per avermi scritto. Mi è piaciuta molto la tua lettera e la condividerò con il resto del team.
Auguro a te e tuo fratello tante partite divertenti di Overwatch!
Vi auguro il meglio,
Jeffrey Kaplan
Game Director, Overwatch”
Rappresentare la diversità è difficile, a maggior ragione in un gioco di successo come Overwatch e per una software house seguitissima come la Blizzard.
Rappresentare le differenze di genere, razza, religione e orientamento sessuale rischia, nella società moderna, di essere scambiato per buonismo e strumentalizzazione.
La linea è sottile: da un lato la normalità, dall’altro i cliché.
La salute mentale è un tema che catalizza meno attenzioni di quelli sopracitati e che, anche per questo, viene trattato più di rado nel nostro media di riferimento, lasciando questo tipo di diversità senza rappresentazione. La Blizzard, invece, ha provato a farlo. E nel modo giusto: discretamente.
Le informazioni riguardanti Symmetra si trovano in materiale ancillare, che gran parte degli utenti di Overwatch non conosce. Niente di esplicito, niente che renda l’eroe uno stendardo che dica al mondo: “Ehi, guardate come siamo politically correct noi alla Blizzard!”.
Magari, probabilmente, il fine potrebbe essere proprio quello, ma i mezzi e i risultati cambiano. Si prova così a sensibilizzare il pubblico su come una qualità di un individuo sia soltanto una parte della sua totalità e non necessariamente qualcosa che lo definisca nel suo essere.
Symmetra non è uno stereotipo. È simpaticamente ossessionata dall’ordine, ma senza che questo diventi il centro della sua persona, anzi! La Blizzard è riuscita egregiamente nel rappresentare quello spectrum, le infinite sfumature che caratterizzano gli individui con disturbi mentali, prendendo non un caso limite, niente che potesse scatenare con facilità il classico boom di click e visualizzazioni, bensì un caso che comunica fortemente un’idea di normalità. Poi la visibilità mediatica c’è stata comunque, ma ben venga se i mezzi sono questi e le conseguenze possono essere nobili.
Purtroppo la superficialità dilagante, l’ignoranza atavica, l’ineducazione ormai diffusa e l’impunità dei leoni da tastiera ci portano ad assistere a certe aberrazioni -nella forma di commenti ai vari post sull’argomento- che snaturano la delicatezza di una storia creata con cura su un tema così sensibile e rischiano di minare la nobiltà del messaggio.
Per questa volta mi sento di fare i miei complimenti alla Blizzard e molto meno, anzi il contrario, a quella parte della community.
Astenersi troll e haters… e alla prossima!