Perché gli italiani non superano la prima fase agli stagionali? Ce lo dice Meliador
Benvenuti gentili lettori, il mio nome è Victor e in questi giorni mi sono chiesto: Perché gli italiani non superano la prima fase agli stagionali? Per chi infatti non ne fosse a conoscenza non l’abbiamo superata negli ultimi 2. L’ultimo risultato raggiunto è stata la qualificazione ad eliminazione diretta nell’EU Master.
Normalmente le mie domande sono di tipo oggettivo, mi limito alla raccolta di dati e poi a spiegarli. Qui invece la mia sola esperienza non era sufficiente, così sono voluto andare da un vero atleta di Legends of Runeterra: Meliador.
Onestamente, non credo che questi meriti presentazioni, ma per chi non ne fosse a conoscenza parliamo di uno dei migliori streamer, il quale ha ottenuto il primo posto nel ranking europeo nel mese di luglio. Se volete maggiori informazioni sull’argomento cliccate qui per leggere l’articolo dedicato.
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Perché gli italiani non superano la prima fase agli stagionali?
Qui sotto vi lascio l’intervista, le mie domande saranno evidenziate in grassetto così che alcuno di voi possa avere difficoltà. All’interno del discorso sono stati toccati molti punti oltre alle domande sotto citate. Questi saranno trattati nei prossimi articoli.
Dopo la qualificazione all’EU Master alla fase ad eliminazione diretta c’è stato il nulla. Escludendo il mondiale, negli ultimi 2 stagionali nessun italiano ha superato la fase a gironi. Come ti spieghi questa situazione? Come mai gli italiani non riescono a qualificarsi?
Vanno fatte 2 differenziazioni. La prima è che l’Italia, numericamente, è molto forte su Runeterra. Però come eccellenza non siamo al livello delle altre grandi nazioni come Francia, Germania e Spagna. Noi abbiamo quindi una media molto alta: l’Italia è spesso tra le prime, se non prima, per numero di master a fine season. Nonostante questo alla fase a eliminazione diretta al seasonal è difficile che si qualifichino anche solo 2 persone.
La seconda è una battaglia che io combatto da un anno, è come vengono gestiti i seasonal. Nel sistema svizzero giochi sempre contro un avversario che ha le tue stesse vittorie. Quindi se arrivi a fare 5-0 tu hai sempre affrontato avversari che erano in massima forma. Ora se tu fai 8 o 9 vittorie non ti può dire niente nessuno. Ma se nei fai 7 non viene conteggiato il tuo risultato nel torneo, bensì quello nelle classificate.
Quindi il torneo diventa un ladder simulator nel quale passa chi ha fatto i migliori risultati in rank. Questo penalizza gli italiani in quanto pochi di noi giocano in ladder per arrivare in top 10 e, di conseguenza, tutti gli italiani che fanno 7-2 non vanno al seasonal.
Quindi, secondo te, di italiani ce ne sono tanti, ma alla fine manca un discorso di qualità. Ma allora, come mai Francia, Germania, Spagna, ma anche la Repubblica Ceca, riescono a raggiungere questi risultati mentre noi no? Qual è la motivazione?
Secondo me, in generale nei giochi, se si crea, un gruppetto di persone che si migliorano a vicenda in una nazione, esce fuori quel gruppetto che si qualifica, fanno numero e trainano la nazione. In Italia questa cosa tendenzialmente non succede perché noi siamo frammentati a livello territoriale, mentre in Repubblica Ceca la persona più lontana starà al massimo a tre ore da te.
Cioè, quando avevamo fatto i global game di Heartstone gli israeliani erano tutti in un’unica casa. Per noi era impossibile, eravamo uno di Roma, uno di San Marino, uno di Genova, come fai? Detto ciò anche Francia, Germania e Spagna sono grandi.
Quelle nazioni hanno però una cultura diversa a livello esportivo. In Italia una persona che prova vivere di Esports probabilmente non ce la fa. Quindi è difficile trovare un italiano che ci mette la professionalità. Mentre un francese, un tedesco o uno spagnolo, se ci si mettono, possono tirare fuori uno stipendio fra una cosa e l’altra.
Ciò perché le organizzazioni, in Francia, Germania e Spagna, sono molto più ricche, quindi investono molto di più, perché la gente segue molto di più. E quindi c’è un interesse maggiore e quindi sponsor maggiori, e quindi soldi maggiori e quindi una maggiore possibilità di investire. Di conseguenza una persona che è promettente te la costruisci e la rendi costante perché deve pensare solo a quello.
Nel caso dell’Italia questa cosa non succede mai. Un ragazzo che gioca ai videogiochi non viene considerato come se lavorasse dalla massa. In Italia Twitch è molto poco conosciuto. Inoltre se organizzi un torneo dal vivo non ci viene nessuno probabilmente.
Su Heartstone, a un certo punto, ho scoperto che ero più famoso in Spagna che in Italia. L’ho scoperto perché, quando stavo in Samsung sono andato a viere nella Samsung House insieme ad altri giocatori anche di altri giochi. Tra questi c’erano due spagnoli che giocavano ad Overwatch. Loro mi conoscevano, senza giocare ad Heartstone, e dicevano che ero l’italiano più conosciuto in Spagna, perché avevo fatto risultato a Valencia.
Cioè, visto che io ho fatto risultato in Spagna, la gente si ricorda di me in Spagna. A loro piace il competitivo, gli piace tifare, in generale. E anche a noi piace nello sport, mentre l’esport è una cosa da ragazzini. Loro questa barriera non ce l’hanno e fanno il tifo. Come se tu, che tifi calcio, ti ricordi di Italia Spagna, e del tizio della Spagna ci ha fatto 3 goal. Poi magari viene comprato da una squadra italiana per via degli osservatori.
Quindi, nel mondo degli esports l’Italia sta indietrissimo, gli investimenti sono molto bassi. Ringrazio di essere in un team e di essere pagato, ma di fatto sono un unicum su Runeterra. E questa cosa mi viene soprattutto dal fatto di essere un personaggi pubblico, piuttosto che dal fatto di essere bravo.
L’ultimo problema è l’informatica: un sacco di gente non ti può seguire. Non è che non vuole, è che proprio non può farlo. In molte parti dell’Italia internet va male o non va. Appena ti allontani da casa, dove c’è il WI-FI, non prende più niente. Se tu stai su un mezzo pubblico non c’è un WI-FI.
Io sono andato spesso in Svezia a fare tornei. In Svezia c’è il WI-FI pubblico ovunque. Tu hai sempre il WI-FI, non hai la tua rete. Salvo che tu vada in mezzo ai boschi, in tal caso hai le rete, perché lì prende. Cioè, qua in Italia ci sono città in cui in alcuni posti non prende internet. Certo, può succedere sugli Appennini, Ma non nelle grandi città come Roma.
Ora però ti chiedo: Se tu potessi dare delle soluzioni ai problemi che hai elencato, cosa andresti a proporre?
Il problema della distanza può essere risolto risolvendo il problema dell’informatica. Perché se ci si abitua all’idea che è normale parlare con la gente online, il problema della distanza diminuisce. Poi non è una cosa che io adoro. I miei amici li voglio vedere dal vivo. Diventa più conviviale, stai insieme, ti mangi qualcosa. La discussione con tanta gente è più semplice dal vivo. Detto ciò in Italia fai fatica pure a fare le riunioni lavorative tramite internet.
Il problema quindi è parecchio grosso, anche se è migliorato per necessità. In questi anni siamo stati obbligati ad usare internet. Un buon modo per risolverlo sarebbe che la politica stessa se ne occupasse, in particolare dei problemi dell’informatica e dello sviluppo delle infrastrutture.
Anche perché, per come vedo io il mondo, tra 20 o 30 anni, non capisco perché non si possa fare Valorant nel doposcuola, come tu, da piccolo facevi pallavolo, ping pong o altro. Ed è un’attività che, se fatta e controllata, porta dei vantaggi. Poi se il ragazzino gioca 10 ore a Valorant non va bene, salvo che non voglia farlo come professione. Perché bisogna differenziare chi usa i videogiochi come modo per sfuggire dalla realtà e chi come carriera.
Quello di cui mi sono accorto anche è che i ragazzi più giovani di me hanno è una mancanza di spirito sportivo. Io lo spirito sportivo me lo sono costruito facendo sport. Anche perché tu vai in una struttura, con un adulto, che ti insegna a fare sport ma anche a fare altre cose. Perché quello che fa il tuo compagno di squadra è tua responsabilità tanto quanto quello che fai te.
Quindi devi essere tu il primo a far si che lui riesca a farlo bene quanto lo fai te. Le impari da piccolo e poi le porti avanti. Mentre i ragazzini forti ai videogiochi sono tutti autodidatti. Ed è un problema, perché mancano di spirito sportivo.
Bisognerebbe quindi sviluppare una struttura giovanile che tiri su della gente in maniera sana su questo mondo che ormai è una realtà. E un discorso è se le gestisci tu, un conto è se le lasci allo stato brado e poi ti lamenti.
Ultima domanda Meliador: ho ricevuto diversi commenti di gente che mi diceva LOR è un gioco morto, eppure io ho gente che entra sul gruppo Facebook e su Discord tutti i giorni. Tu cosa pensi? Questo è un gioco morto oppure può andare avanti e potenziarsi? E se si come?
Di base Runeterra è, secondo me, il miglior gioco di carte attualmente in circolazione, come struttura del gioco, rapporto abilità e casualità. Anche il fatto che sia free to play è importantissimo. Da quel punto di vista è già ottimale. Pecca molto in pubblicità. Cioè, la Riot, rispetto alle altre cose che ha fatto qui non ha fatto una buona pubblicità.
L’ha fatta secondo me un po’ poco, a volte male e secondo me quello un po’ influisce sul ritorno di giocatori su Runeterra. Detto ciò io ho letto delle statistiche World Wide sui giochi mobile e, con mia grande sorpresa i card game sono quelli che hanno aumentato di più il loro numero di giocatori, che per me è assurdo. Pensavo fossimo in una fase calante.
Runeterra fra i giochi card game è il sesto. Quindi sta crescendo, o, in rapporto agli altri card game non è messo così male. Quindi credo non sia morto e penso che l’unica vera cosa su cui bisogna spingere e che va fatta meglio è tutto l’ambiente pubblicitario e quindi Twitch. Quindi secondo me, devono essere organizzati meglio e più in pompa magna i tornei.
Questi sono poco coperti, inoltre non viene data enfasi, nelle settimane precedenti, al fatto che tra poco ci sarà il torneo e alla sua live. Il problema covid ha inciso, ma cercherei il prima possibile di tornare a fare i tornei importanti in live. Anche perché io, che vedo i giocatori in cameretta loro, non percepisco epicità o l’importanza dell’evento. Con gli atleti di LOL nello stadio con le luci e il megaschermo percepisco l’evento e resto a guardare. Questo va indubbiamente migliorato.
Per il resto, secondo me, il gioco va bene così. Le persone che parlano dei nerf o si lamentano che le carte escono troppo poco spesso mi sorprendono: è il gioco che le fa uscire più spesso in assoluto. Io non so che altro devono fare. Fanno i nerf e i buff ogni 2 mesi, e le persone si lamentano che non cambia mai il meta. E spero che la Riot non dia troppo peso a queste cose, anche perché, nel mondo moderno le shitstorm partono come niente e spesso sono fatte da gente che il gioco non lo capisce.
Va bene Meliador, è stato un piacere parlare con te e fare questa intervista. Spero di rivederci presto e buon fortuna.