Uzi si ritira definitivamente dal competitivo di LOL
Qualche mese fa, vi avevamo annunciato la fine del rapporto tra Uzi ed il suo storico team RNG. Molti pensavano che la superstar cinese avrebbe trovato una sistemazione in fretta, ma oggi è arrivata la decisione che speravamo non sarebbe mai arrivata.
L’ex carry dei Royal Never Give Up ha deciso di ritirarsi definitivamente (a soli 23 anni), dopo una prima parte di stagione che lo ha visto costantemente in panchina. La sua scelta è stata dettata dalle sue condizioni di salute non ideali, che lo hanno costretto ad abbandonare la landa degli evocatori.
Uzi lascia il competitivo
Una carriera lunga e ricca di successi
Chiunque di noi sia amante del competitivo di LOL, oggi non può non commuoversi davanti ad un avvenimento del genere. Il carry cinese ha scritto la storia, è diventato a tutti gli effetti una leggenda grazie al suo talento cristallino ed alle sue innumerevoli vittorie.
In oltre otto anni di onorato servizio, Uzi ha vinto tantissimi split della LPL, un MSI ed una edizione degli Asian Games. Alla sua sfavillante carriera non si è mai aggiunto l’ultimo tassello, quel mondiale che gli è scivolato di mani tante (anzi troppe) volte. Nonostante questo rimarrà per sempre nella storia di League Of Legends.
Condizioni di salute precarie
Come già aveva detto in un documentario girato per Nike, le condizioni di salute del carry cinese, non sono mai state ottime. Già dal 2015, il ragazzo, soffriva di vari dolori alle spalle ma poi le sue condizioni si sono aggravate nel corso degli anni successivi. I dolori si sono fatti continui e persistenti, fino al punto da costringerlo a non allenarsi più al 100% delle sue possibilità.
Oggi, tramite un comunicato rilasciato sui social cinesi, il ragazzo ha aggiunto altri dettagli in merito alla condizione di salute. Uzi si sarebbe sottoposto ad ulteriori analisi per capire l’origine dei suoi problemi, e l’equipe medica che segue il suo caso gli ha diagnosticato il diabete di tipo due.
Inoltre la sua dieta irregolare, l’obesità, gli orari assurdi a cui si sottopone e lo stress cronico, hanno contribuito ad aggravare una situazione non proprio facile. Non è mai facile perdere un talento così grande (per qualsiasi scena competitiva, esportiva e non), ma in questi casi la salute è il bene primario.