Il Vaticano si apre agli eSports: la notizia che non ti aspetti!
No, non avete letto male il titolo se è quello che vi state chiedendo: Matteo Zinnia, collaboratore di GeC, è ufficialmente delegato per la supervisione ed il coordinamento delle attività concernenti l’ambito degli Sport Elettronici per conto del Dipartimento Cultura e Sport del Pontificio Consiglio della Cultura.
Anche lo Stato Vaticano quindi, resosi conto delle potenzialità che l’eSport può vantare, ha deciso di fare un primo, ancora piccolo, ma estremamente importante passo in avanti verso la completa comprensione di quello che, ogni giorno di più, si presenta agli occhi della società mondiale come un cambiamento rivoluzionario.
I giochi elettronici competitivi acquisiscono consenso, importanza ed attenzione in modo incredibilmente veloce ed i vari stati del mondo (compresi quelli più piccoli e “particolari” proprio come Città del Vaticano) stanno quindi, una volta consacrata a livelli planetari l’importanza stessa che gli eSport hanno, cercando di rimanere al passo con lo sviluppo di questo nuovo settore; ogni nazione lo fa a modo suo e con le modalità che ritiene più opportune: dagli Stati Uniti alla Germania passando, ovviamente, per la Corea del Sud i vari governi nelle figure delle loro persone specializzate si interessano di questa giungla fatta di giocatori, giochi, tornei e montepremi da capogiro cercando di coglierne la reale portata e le reali potenzialità economiche e sociali.
E’ cosi che anche lo Stato Vaticano, con una mossa che ha quanto meno del clamoroso, si avvia ad una prima ed importante comprensione di questo fenomeno attraverso la figura di Matteo Zinnia che, ai microfoni di GeC, parla di questo “brusco” ma fondamentale cambio di rotta da parte di una istituzione che, a livello globale, è risaputamente nota per le sue posizioni politiche “conservatrici“:
Per capire l’interesse della Santa Sede per un ambito così moderno, bisogna anzitutto lasciarsi alle spalle la visione anacronistica di una Chiesa conservatrice. La Chiesa oggi ha un’attenzione nei confronti degli eSports che sorprenderebbe i più; questo perché ci si aspetterebbe dal Pontificio Consiglio della Cultura un interesse rivolto ad un tipo di cultura per così dire “alta”, classica, come l’arte e la letteratura. In realtà la maggior attenzione viene dedicata alla cultura “attiva”, quella cioè che nasce e si sviluppa attraverso il rapporto con enti, persone e con il pubblico.
Alla domanda invece circa le reali competenze che Mattia dovrà avere in quanto delegato, l’intervistato risponde cosi:
Il mio incarico anzitutto consiste nel seguire tutte le iniziative che vengono organizzate sul suolo italiano a livello di eSports e monitorare le attività del settore, raccogliere dati, redigere rapporti e mantenere così sempre aggiornato il Dipartimento Cultura e Sport su come evolve la scena dei videogiochi competitivi a livello nazionale ed internazionale.
Inoltre mi occupo anche di coordinare le attività del Dipartimento con quelle degli enti e delle associazioni che collaborano con il Pontificio Consiglio, ovviamente sempre e solo in ambito eSports. Mi trovo di fatto a svolgere un’attività di consulenza, mettendo al servizio del Pontificio Consiglio la mia esperienza maturata nel campo videoludico come esperto di settore al fine di permettere al Dipartimento di potersi muovere agilmente attraverso il panorama degli eSports.
Infine mi occupo di tessere tutte le nuove eventuali relazioni che dovessero sorgere con le varie associazioni ed enti interessati a collaborare con il Pontificio Consiglio.
Sicuramente, oltre alle valutazioni negative o positive che un membro della community può avere circa situazioni di questo genere, c’è da dire che al di fuori di ogni dubbio un tale interessamento non potrà che essere un valore aggiunto per la discussione nazionale; con la speranza che anche i nostri, di governanti, comprendano di non trovarsi più nel 1980 e decidano, una volta per tutte, di aprire le proprie porte al cambiamento globale attualmente in corso: siamo ancora in tempo (anche se, purtroppo, già molto in ritardo) per recuperare…non vorremo mica pensare che lo Stato Pontificio si dimostri più comprensivo ed aperto al mondo dei videogiochi, oltre che più abile nel comprende le positività che può trasmettere il mondo dell’eSport, rispetto allo Stato italiano ed ai suoi Ministeri?
Cosa ne pensate di quanto fin qui detto? Fatecelo sapere nei commenti!
Per leggere l’intervista completa vi invitiamo a cliccare qui: Matteo Zinnia risponde alle domande di GeC