ESports – Manifesto
Nel corso della storia movimenti, correnti letterarie o pittoriche, partiti, comunità e gruppi di pensiero hanno redatto un loro scritto caratteristico che ne delineasse le linee guida, gli aspetti fondamentali e quelli di discontinuità rispetto a ciò che c’era prima: questo scritto è detto Manifesto. Il Manifesto ha fatto evolvere l’idea in una ideologia, un’associazione in un movimento, una moda in una componente culturale e credo che sia giunto il momento di compiere questo grande passo anche per l’E-sport e per la sua community.
La prima idea che passa negli occhi e nella mente di chi guarda qualcuno giocare ai videogame è che questi ultimi siano solamente uno svago magari infantile praticato da chi, presumibilmente, non ha le competenze necessarie per relazionarsi col mondo esterno. Una visione da rispedire al mittente senza neanche considerarla. Lo Sport elettronico non è una moda degli ultimi anni, ma è nato quasi cinquant’anni fa e da allora è cresciuto -maturato- in maniera esponenziale frenato solo dai limiti dei mezzi di comunicazione. Se negli anni ’70-’80 una community era rappresentata dai frequentatori di una determinata sala giochi che spesso, indirettamente, si sfidavano allo stesso cabinato per il raggiungimento del punteggio più alto, alla fine degli anni ’80 e per tutti i ’90 l’home entertaiment ha portato il gioco nelle case di tutto il mondo: Nintendo, SEGA, PlayStation hanno permesso una diffusione a macchia d’olio della cultura videoludica creando terreno fertile per ciò che sarebbe successo dal 2000 in poi. Negli ultimi 16 anni,infatti, la diffusione mondiale di Internet, sistemi di comunicazione sempre più avanzati, messaggistica in tempo reale e addirittura streaming hanno eliminato i confini fisici di una community che ora può definirsi davvero come globale. Può tutto ciò essere ridotto a semplice moda?
Ora che è chiaro come l’e-sport sia a tutti gli effetti una cultura degna di tale nome, possiamo concentrarci su quali aspetti definiscano esso e la sua comunità. Appare chiaro da quanto scritto poco prima che un primo elemento caratteristico sia l’interconnessione interna tra i membri: siti, forum,gruppi social testimoniano la volontà imprescindibile di aggregarsi tra appassionati e di parlare, discutere, dibattere di ciò che li accomuna.
Un secondo elemento costituente è la creatività sia intesa come estro personale, sia come reinterpretazione di un prodotto attraverso forme artistiche personali o modifica libera e funzionante della struttura del videogame. Mi spiego ulteriormente: fan-art, gif, immagini e anche meme che prendano spunto da un gioco sono la prova di un’analisi profonda di quel che si gioca così come “mod” sviluppate dagli utenti denotano la volontà di partecipare a qualcosa più grande di un solo individuo.
L’e-Sport è, come dice la definizione stessa, uno sport ed attorno a questa parola gravitano infiniti significati che spaziano dalla (sana)competizione al rispetto delle regole, dal gioco di squadra alle capacità personali, dall’allenamento indispensabile per raggiungere gli obiettivi all’unicità della gara e dei suoi verdetti. Ogni qualvolta un giocatore professionista viene intervistato sentirete questi concetti ripetuti in tutte le forme ad ulteriore dimostrazione di come giocare sia ben più di premere qualche tasto (così come giocare a calcio non significhi solo tirar calci).
Socialità, senso artistico e indole sportiva rappresentano i tre pilastri su cui si fonda la cultura del gioco elettronico e nei quali l’e-sportivo si riconosce; valori reali e duraturi che svincolano l’e-sport dall’essere una semplice moda o passione elevandolo a qualcosa di più alto.