Esport: incontro tra esseri umani dice il presidente degli Sparks
Durante le finali del PG Nationals 2019, abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Jan Nava, uno dei due fondatori del team Campus Party Sparks. In occasione della seconda vittoria del suo team, abbiamo potuto parlare della gestione di un team competitvo, arrivando fino a cos’è per lui l’esport.
“Io credo fortemente che uno dei grandi errori che si faccia in Italia è non capire che, prima ancora dei giocatori, ci siano delle persone e quindi valutare un ambiente che permetta di farli crescere. Ed è per questo che l’esport, secondo me, è solo un incontro tra esseri umani, tutto il resto rischia di fare un po’ confusione”.
Intervista a Jan Nava, presidente dei Campus Party Sparks
Powned.it: Dopo questa importante vittoria, puoi dirci come avete dato il supporto alla squadra?
Jan Nava: Io e Francesco (si parla di Francesco Albanese, co-fondatore del Campus Party Sparks. ndr) abbiamo cercato di dare massimo supporto alla squadra, cercando di convogliare le energie all’interno del gruppo, dando le risposte a tutte le domande che ci venivano fatte.
Powned.it: Siete una delle poche gaming house in Italia, come funziona il campus e il modo in cui vivono i giocatori?
Jan Nava: Sempre con Francesco, abbiamo dato una parola chiave a Cristo (Cristofaro Di Maggio, coach della squadra. ndr. link intervista all’allenatore), che è libertà. Secondo il nostro punto di vista, un fondatore, o un dirigente, non deve intromettersi all’interno di un mondo che non è suo, ma interamente dei ragazzi. Per questo, il nostro lavoro è stato quello di rispondere alle domande, il resto, allenamento, gestione della squadra e scelta dei giocatori, è stato lasciato all’allenatore.
All’interno della gaming house, la gestione dell’ambiente e dei servizi è lasciata ai ragazzi. Stanze abbastanza accomodanti, il ristorante interno su due piani, la palestra interna, la “practice room” e lo spazio all’aperto è tutto lasciato libero ai ragazzi. Siamo all’interno di una gaming house all’interno di Campus Party.
Powned.it: Com’è stata la risposta da parte del pubblico della piazza di Roma, durante questa finale?
Jan Nava: La risposta da parte del pubblico è stata abbastanza positiva, probabilmente su Roma c’è ancora del lavoro da fare. Ho visto che i ragazzi sono estremamente più caldi, più partecipi rispetto ad altre piazze. Sono, comunque, soddisfatto da tutto il lavoro fatto da PG Esports durante questa finale.
Prima dei saluti il presidente dei CPSparks, ci ha lasciato con una frase che mi ha fatto riflettere
Jan Nava: Io credo fortemente che uno dei grandi errori che si faccia in Italia è non capire che, prima ancora dei giocatori, ci siano delle persone e quindi valutare un ambiente che permetta di farli crescere. Ed è per questo che l’esport, secondo me, è solo un incontro tra esseri umani, tutto il resto rischia di fare un po’ confusione
Esport come incontro tra esseri umani
Tanto banale, quanto scontato, ma troppo spesso lasciato indietro. Forse è proprio da qui che si dovrebbe riparitre, sia per il riconoscimento esterno, che per l’impegno interno. A volte ci dimentichiamo di vivere all’interno di una serie di gruppi, fatti di persone, quanto lo siamo noi.
Tanto è così che abbiamo dovuto costruire dei veri e propri spazi virtuali, che chiamiamo community, per condividere quello che siamo e ciò che ci piace. Questa necessità di riproporre le stesse dinamiche “reali” nei social, è ciò che più caratterizza non solo l’esport, ma i nostri giorni. Proprio dal mondo esport potrebbe ripartire quel tipico senso di appertenenza che ci caratterizza come persone.
Fonte immagini: PG Esports