La storia dei King of Blades – Luci ed Ombre negli E-Sports
La storia che vi raccontiamo oggi non è una storia da prima pagina,
Ma mostra come il mondo degli E-Sports, anche all’estero, sia tutt’altro che rose e fiori – può trasformarsi di fatto in un incubo senza fine.
Abbandonate i Cloud9, lasciate perdere i K2, i Fnatic e gli altri team conosciuti..in questo articolo parliamo dei King of Blades, un team semi-professionistico di Heroes of the Storm.
A raccontarci una storia che definiremmo triste è Chris Beery, che gioca su HotS col nome di Darkchimaera.
Racconta come il mondo di un giocatore semi-professionista sia un sali-scendi di emozioni dove si crea un forte legame con i membri di squadra ma allo stesso tempo si sente una grande pressione, dovuta anche alle ingerenze dei proprietari.
Ed è proprio col proprietario del team, Ryan Diliello, che si crea un grande, enorme problema; Chris racconta come nel corso dei mesi il suo team ha cambiato infiniti giocatori, ben quattro manager, decine di coach, alcuni partner d’affari e perfino una ex moglie (lol); la cosa che Chris recrimina è il comportamento di Ryan che contestava, anche in modo aggressivo e violento, ogni persona che aveva qualcosa contro il suo operato che viene definito, ed è un eufemismo, “invasivo”; Darkchimaera racconta ad esempio che una volta ha perfino aggredito un membro 17enne del team, Tomster per un banale errore.
Ma non finisce qui.
I KoB erano qualificati ad Heroes Rising, un torneo LAN crowd-funded americano e il loro proprietario non ha fatto altro che offendere e urlare contro le scelte dei suoi giocatori;dopo la prima sconfitta e nonostante non fosse lui il loro coach, li ha offesi e demoliti come un bullo.
Dal canto suo Chris lo ha sempre aiutato, presentandolo nel corso dei mesi a caster, membri Blizzard, perfino all’avvocato che ora Ryan stesso usa contro il team.
Poco prima del viaggio verso Heroes Rising, il proprietario Ryan ha richiesto ai giocatori di firmare delle complesse clausole contrattuali; non lo hanno fatto e lo ha richiesto nuovamente dopo la fine del torneo imponendo una “deadline”.
Il salario nel contratto da firmare era di 900 dollari l’anno + il 4% di eventuali vincite torneistiche, 5 anni di non concorrenza e 5% delle donazioni ricevute e dei ricavi dallo stream.
Allora Chris e gli altri membri dei KoB hanno deciso di rivolgersi ad un avvocato che si è detto esterrefatto dalle clausole: il salario era sotto il minimo per legge e c’erano un sacco di problemi di natura legale all’interno del contratto.
Scade il termine per firmare il contratto.
La settimana dopo Heroes Rising, Diliello è furioso, deciso a rimuovere Chris come capitano e di annullare tutto perchè nessuno dei suoi giocatori ha intenzione di firmare quel documento.
Dopo liti furiose però il proprietario ha convinto i giocatori a rimanere nel team, promettendo contratti migliori e una Team House. I KoB hanno continuato, fino a qualificarsi agli Spring Regionals NA, senza mai vedere un cent.
Ma il proprietario Ryan ha poi ricominciato a fare ciò che non doveva, cioè intervenire nelle scelte del Team e del Coach in un modo così violento da far dimettere l’allenatore.
La Fine.
In seguito a questo evento il team ha deciso di confrontarsi col proprietario, perché contrariato dell’accaduto: fu tranquillizzato da Diliello stesso che “il coach sarebbe stato reintegrato e le sue scuse fatte di persona”.
Il giorno dopo Diliello lo ha licenziato pubblicamente su Facebook e, a seguito di ciò, il team ha deciso di andarsene in blocco.
Ma la storia, che ha dell’assurdo, è che Chris “DarkChimaera”, in quanto ex-capitano e unico firmatario di un DBA (un accordo di lavoro per conto ndr), è stato citato da Diliello come unico responsabile dell’accaduto e gli viene chiesto il rimborso di ogni centesimo dei guadagni torneistici e di ogni spesa che il proprietario ha sostenuto per spostare il team, paradossalmente anche quelle che ha coperto Blizzard stessa per l’evento ufficiale.
Abbiamo deciso di raccontare la sua storia, che potete leggere in inglese qui su reddit, per aprire una riflessione su questo magico mondo degli E-Sport; è davvero tutto oro quello che luccica? C’è posto per tutti al tavolo o solo per i grossi nomi?
E infine, pensate che l’Italia sia pronta a realtà del genere?
Nel frattempo, gli ex King of Blades hanno formato un nuovo team chiamato Gust or Bust e vogliono ricominciare senza lo squalo Diliello, che goliardicamente hanno dipinto..come nel tweet sotto!
— Josh Kofalt (@RealRawrJar) 21 marzo 2016