Le carte di Hearthstone: “Sylvanas Ventolesto”
Ebbene si! Dopo innumerevoli richieste abbiamo deciso di accontentarvi! Quest’oggi abbiamo infatti deciso di trattare uno dei personaggi più idolatrati e venerati nella storia di WoW. Per la rubrica “Le carte di Hearthstone“, in quest’articolo andremo ad indagare sulla protagonista dalla fanbase interminabile.. *rullo di tamburi*: Sylvanas Ventolesto!
Piccola premessa: per quanto proveremo a focalizzarci solo sulle cose importanti, Sylvanas è un personaggio particolarmente importante per la storia di WoW quindi la sua storia non sarà solo più lunga delle altre, ma verrà anche suddivisa in piccoli capitoli, tutti all’interno di quest’articolo.. quindi.. mettetevi comodi, armatevi di pop corn e godetevi il passato di questo personaggio! :D
Sylvanas era un membro della nobile famiglia elfica dei Ventolesto. Al tempo aveva due sorelle di nome Alleria e Vereesa, ed almeno altri tre fratelli di cui non si sa molto, e vivevano al Pinnacolo di Ventolesto nelle foreste di Quel’Thalas, le attuali Terre Spettrali. Le tre sorelle mostrarono sin da piccole le loro altissime doti di ranger ma tra loro fu Sylvanas a spiccare in abilità, mostrandosi la più promettente della famiglia. Entrò così nel corpo dei ranger e ne divenne tempo dopo il capo, raggiungendo il rango di generale dei ranger di Lunargenta, ovvero capo militare di tutte le forze degli alti elfi.
Ottenendo una qualifica così alta, venne inviata a combattere contro l’Orda quando questa si presentò alle porte di Quel’Thalas cominciando a bruciarne i boschi, e rimase a difendere la sua terra spalleggiata da ulteriori forze dell’Alleanza e dal loro condottiero: il paladino Turalyon.
L’invasione non durò molto in quanto, dopo poco tempo, l’Orda si ritirò per fare rotta verso la capitale Lordaeron. Nonostante la breve durata le perdite di Sylvanas furono molte e nelle battaglie persero la vita uno dei suoi fratelli e molti altri suoi parenti.
La Terza Guerra e la trasformazione in Banshee
Dopo la Seconda Guerra, per quattordici anni, Sylvanas ed i suoi ranger rimasero a vegliare sulle terre degli alti elfi. Durante una delle tante notti di veglia, all’elfa giunse la notizia che orde di non morti, provenienti da un Flagello, stavano invadendo Lordaeron. Poco tempo dopo avvenne ciò che aveva temuto; le orde non morte giunsero ai cancelli di Quel’Thalas, portando la Terza Guerra nel regno degli alti elfi. Sylvanas e le sue forze armate opposero resistenza combattendo valorosamente.. ma la forza numerica del Flagello, e il tradimento di Dar’Khan Drathir, causarono la sua sconfitta.
Fu Arthas stesso a battere Sylvanas; quando quest’ultima chiese una morte pulita e veloce, il cavaliere della morte protese per un’altra opzione, riportando la nostra ranger in vita dopo averla uccisa sotto forma di banshee. Sebbene questo capitolo della storia di WoW sia un po’ confuso (riportando piccole variazioni fra il romanzo Arthas – L’ascesa del Re e il fumetto Sunwell: la trilogia) ciò che gli alti elfi divulgarono in Azeroth fu che Sylvanas cadde per mano dei non-morti e che il suo corpo fu ridotto in cenere.
« Sylvanas: Finiscimi! Mi merito… una morte pulita.
Arthas: Dopo tutto ciò che mi hai fatto passare, donna, l’ultima cosa che ti darò è la pace della morte.
Sylvanas: No, non… osare… »
Sylvanas e Arthas, poco prima di essere tramutata da lui in banshee
Quel’Thalas cadde e Sylvanas fu totalmente piegata al volere di Arthas, costretta servirlo nelle battaglie di Lunargenta e in tutta la sua campagna di distruzione a Lordaeron.
La liberazione
Dopo la fine della Terza Guerra, a causa di un incantesimo lanciato da Illidan, Arthas inizio a perdere il controllo di un numero crescente di non-morti, fra i quali la stessa Sylvanas che, ben accorta a non farglielo notare, riuscì a recuperare il suo corpo e a tendere una trappola ai cavalieri della morte. Il suo piano funzionò e le sue frecce stavano finalmente per porre fine al suo tormento e alla vita di quello del suo “tutore” ma quando tutto sembrava già scritto, Kel’Thuzad corse in aiuto del suo signore, riuscendo a mandare in fumo il piano della banshee.
« Arthas: Finiscimi, allora.
Sylvanas: Una morte veloce… come quella che tu hai dato a me? Oh no. Mi hai insegnato bene, Arthas Menethil. Mi hai insegnato la follia di mostrare pietà ai miei nemici e la delizia di esigere il loro tormento. E così, mio tutore, ti mostrerò quanto bene ho appreso queste lezioni. Stai per soffrire come ho sofferto io. Grazie alla mia freccia non puoi nemmeno correre. Porta i miei saluti all’inferno, figlio di puttana. »
(Sylvanas ad Arthas, quando questi cadde nella sua trappola)
Sylvanas: la regina dei reietti
Arthas partì verso Nordania per aiutare il re dei lich, lasciando Kel’Thuzad a guardia delle sue terre. Sylvanas, nel frattempo, oltre a doversela vedere con il Lich e le sue forze, entrò in conflitto anche con i nathrezim, ai quali rifiutava di sottomettersi. A questo punto, lei e le sue sorelle trasformate anche loro in banshee, iniziarono a formare un’armata di mercenari, clan minori e murloc prendendo il controllo mentale dei loro capi. il loro obiettivo principale era inizialmente quello di sopravvivere.. ma grazie a questo eterogeneo esercito, non solo riuscirono nel loro intento ma sconfissero anche il primo dei nathrezim, Varimathras. Questi, una volta sconfitto, supplicò Sylvanas di risparmiargli la vita, offrendogli aiuto nella battaglia contro i suoi stessi fratelli. Sylvanas, nonostante fosse a conoscenza del carattere subdolo del nathrezim, accettò. Non passò molto tempo quando, riuscendo ad uccidere Detheroc, liberò le forze dell’Alleanza che erano rimaste sotto il suo influsso, ottenendo così, grazie a false promesse, anche il loro aiuto per sconfiggere il nathzerim rimasto: Balnazzar. Terminata anche quest’ultima battaglia, Sylvanas costrinse Varimathras ad uccidere il suo stesso fratello (cosa che riuscirono benissimo ad inscenare) e successivamente anche il generale delle forze dell’Alleanza che l’avevano aiutata. Senza più ostacoli, Sylvanas si proclamò regina di tutti i non morti liberi dal volere del Re dei Lich, e li chiamò Reietti, quindi prese il controllo del trono di Lordaeron.
« Legittimi eredi di Lordaeron! Il Re dei Lich esita. Il vostro destino è nelle vostre mani. Volete essere degli esuli nella vostra stessa terra? Oppure giocheremo le carte crudeli che il fato ci ha distribuito e riconquisteremo un posto in questo mondo? Siamo stati abbandonati. Siamo… Reietti. Ma, quando il sole sorgerà domattina, la capitale sarà nostra. »
L’Orda e la battaglia di Sepulcra
Una volta fondata la sua neo capitale Sepulcra, Sylvanas iniziò a cercare dei validi alleati. Sebbene i Reietti furono opposti al Flagello, erano comunque perseguiti dagli umani.. questo portò Sylvanas a non cercare aiuto tra di loro trovandolo invece, grazie all’appoggio dei tauren, all’interno dell’Orda guidata da Thrall. Grazie a quest’alleanza di convenienza riuscirono ad uccidere Dar’Khan che controllava parte del flagello, permettendo così l’integramento degli elfi del sangue alle proprie forze e avvicinando Sylvanas ancora di più a ciò che realmente agognava: la definitiva sconfitta del Re dei Lich. A seguito di eventi meno importanti, Sylvanas riuscì ad organizzare una spedizione verso Nordania, decisa a concludere una volta per tutte i conti che erano rimasti in sospeso. La spedizione diede origine a quella che venne chiamata la battaglia di Angrathar, il Cancello dell’ira (punto di accesso per la roccaforte del Re dei Lich). Nel frattempo, Varimathras uscì allo scoperto nel tentativo di attuare il piano che aveva architettato sin dall’inizio della sua sottomissione, evocando all’interno della capitale orde di demoni e riuscendo quasi ad uccidere Sylvanas stessa. La nostra ex ranger e Thrall non lasciarono impunito un tale affronto e provocarono l’inizio della battaglia di Sepulcra, marciando in forze sulla città sconfiggendo il nethzerim nella sala del trono.
Sala del trono di Sepulcra
La caduta del Re dei Lich
Nonostante l’accaduto, Sylvanas continuò a supportare fermamente la spedizione di Nordania, recandosi anche personalmente a Corona di Ghiaccio. Qui, nella sala dei Riflessi, riuscì a fronteggiare Arthas, supportata dall’Orda ma fu comunque costretta ad ordinare la ritirata per il divario enorme che ormai correva tra lei e il Re dei Lich. Egli fu sconfitto non molto tempo dopo da un gruppo di avventurieri guidato da Tirion Fordring. Una volta che Sylvanas ricevette conferma della morte del Re dei Lich, si ritrovò senza più uno scopo nella sua non-vita. Decise così di salire fino alla sala del Trono Ghiacciato per scoprire con rabbia che il Re dei Lich era stato sostituito da Bolvar Domadraghi (un valorosissimo guerriero caduto nella battaglia di Angrathar).
« Quindi, è fatta. Non ho osato fidarmi dei miei sensi. Troppe volte il Re dei Lich mi ha fatta fessa. Finalmente, gli è stato fatto pagare il prezzo delle atrocità che ha imposto alla mia gente. Possa Azeroth non dimenticare mai il prezzo orribile che abbiamo pagato per la nostra debolezza, per il nostro orgoglio. Ma adesso, eroe? Cosa ne sarà di quelli che sono stati liberati dalla sua presa, ma sono ancora imprigionati nelle vicissitudini della loro vita? Lasciami. Ho molto su cui riflettere. »
Tutto ciò la portò a prendere una drastica decisione; dall’alto della cittadella si lanciò verso aguzze punte di saronite per morire.. ancora una volta. Alla sua morte, nove val’kyr le fecero visita, mostrandole ciò che sarebbe successo ai suoi Reietti con la sua scomparsa e le disperazioni infinite che la aspettavano a seguito della sua scelta. Le offrirono quindi il proprio aiuto in quanto anche loro erano confinate a Corona di Ghiaccio essendo sotto il controllo del Lich e desideravano la libertà. Sylvanas accettò quindi di ritornare lasciando si che una delle val’kyr chiamata Annhylde potesse sacrificarsi al posto suo. Da quel momento i Reietti persero il semplice ruolo di strumento e diventarono ciò che realmente la separava dall’oscurità infinita alla quale la morte l’avrebbe portata. La regina-banshee concentrò, quindi, tutte le sue forze su di un nuovo obiettivo: La conquista di Lordaeron.