Storia delle carte: vi presentiamo il celebre Guardiano Medivh!
Ben ritrovati avventori della locanda più famosa del globo! In questo appuntamento con la Storia dei personaggi di Warcraft protagonisti anche in Hearthstone vi parleremo di un personaggio tanto potente quanto controverso; nella fattispecie vi racconteremo la storia di Medivh, il mago più potente in assoluto nella sua epoca nonché ultimo Guardiano di Tirisfal (una antica congrega di protettori del Mondo caratterizzati da enormi poteri per combattere la terribile Legione Infuocata).
Medivh fu corrotto addirittura prima della sua nascita e successivamente posseduto dal Signore dei Demoni Sargeras che utilizzò Medivh come una pedina nel suo piano per la conquista di Azeroth. A seguito di ciò, Medivh entrò in contatto con lo Stregone degli orchi, il potente Gul’dan, ed insieme aprirono il Portale Oscuro che permise alla Legione Infuocata di dare inizio alla distruzione del mondo di Azeroth.
Per il momento però è meglio non darvi troppe anticipazioni ed iniziare subito a raccontarvi tutti gli eventi che hanno caratterizzato la sua esistenza nel mondo di Azeroth con la sua Storia:
Nascita e giovinezza
La madre di Medivh, Aegwynn (matriarca del Tirisfal nonché unica Guardiana di Tirisfal di genere femminile), fu la penultima Guardiana di Tirisfal proprio prima di Medivh. Ben otto secoli prima della comparsa degli orchi, Aegwynn combatté e sembrò anche sconfiggere il Signore dei Demoni Sargeras. Questo era proprio ciò che Sargeras ( leader supremo della Legione Infuocata) voleva far credere in modo che egli potesse avere l’opportunità di trasferire indisturbato la sua essenza nel corpo di Aegwynn, dove avrebbe atteso il momento propizio per manifestarsi.
Una volta dentro Aegwynn, Sargeras cominciò lentamente a distorcere i suoi pensieri. Difatti Aegwynn diventò sempre più distante dal Concilio facendosi vedere molto raramente.
Sargeras non fece altro che alimentare alcune paure e timori che Aegwynn già aveva nei confronti del Concilio. Secondo lei il Concilio stava sfruttando i suoi poteri per manipolare le politiche dei Regni dell’Est al fine di prevenire le sofferenze delle guerre per il bene supremo; dal punto di vista di Aegwynn la costante manipolazione sarebbe sfociata in un enorme disastro.
Nonostante ciò, Aegwynn scelse di non abbandonare il suo ruolo di Guardiana per paura che il Concilio potesse eleggere un nuovo guardiano meno potente di lei e quindi più facile da manipolare e controllare. Il Concilio non era pienamente d’accordo con questa sua decisione di rimanere nel ruolo di Guardiana ma glielo permisero per il momento.
Il suo rapporto col Concilio divenne sempre più distante con i secoli a venire e questo permise ad Aegwynn di costruire di nascosto dagli occhi del Concilio la Torre di Karazhan.
Questa Torre assumeva la funzione di catalizzatore per le Ley Lines (attraverso le quali circola la magia arcana) dalle quali Aegwynn poteva acquisire sempre più poteri, se necessario. Inoltre la torre avrebbe anche avuto la funzione di rifugio dal Concilio di Tirisfal.
Con il passare del tempo alcuni membri del Concilio vennero a mancare per lasciare il posto a membri più giovani che volevano obbligare Aegwynn a lasciare la sua carica di Guardiana. I nuovi membri formarono anche il Tirisgarde, un ordine di maghi con il compito di sopraffare la Guardiana.
Per anni il Tirisgarde cercò senza successo Aegwynn, fino a scoprire il suo rifugio a Karazhan. A quel punto Aegwynn sigillò Karazhan in maniera tale che il Concilio non avrebbe mai potuto prenderne il controllo e si trasferí a nella città abbandonata di Suramar (un tempo uno stabilimento degli Elfi della Notte nonché città natale di Malfurion, Illidan Grantempesta e Tyrande Whisperwind) dove si sarebbe nascosta per centinaia di anni.
Aegwynn, madre di Medivh e Guardiana di Tirisfal
Aegwynn ogni tanto lasciava il suo rifugio a Suramar per osservare le mosse del Concilio ed in una di queste occasioni fu finalmente catturata da un mago del Tirisgarde, Nielas Aran. Nel corso di una lunghissima battaglia durata diversi mesi, la fine dello scontro si intravide quando entrambi capirono reciprocamente la vera natura dall’altro. Aran imparò che Aegwynn non era quella traditrice che il Concilio voleva dipingere e Aran era anch’esso disgustato dalle manipolazioni politiche che il Concilio stava attuando.
Non troppo tempo dopo i due si innamorarono e concordarono che dovevano allearsi per impedire che il Concilio potesse prendere il controllo di un altro Guardiano. Così decisero di date vita ad un erede a cui potessero tramandare il titolo di Guardiano.
Fu così che Aegwynn diede vita a Medivh, instillando dentro di lui i suoi poteri e la sua conoscenza del Concilio che avrebbe potuto manifestare durante la sua maturità.
Molto presto Aegwynn lasciò Medivh alle cure amorevoli di Aran per andarsi a nascondere e vegliare sul figlio da lontano.
Medivh ebbe un’infanzia felice sotto la tutela del Regno (di Azeroth), trascorsa principalmente con gli amici Anduin Lothar e il Principe Llane Wrynn. Un giorno, mentre lui e i suoi amici erano intenti in una normale passeggiata, furono attaccati da tre Troll della giungla; nonostante nessuno di loro avesse riportato gravi ferite, Medivh perse conoscenza dopo aver lanciato qualche magia. Egli cadde in un misterioso coma proprio il giorno del suo quattordicesimo compleanno, svegliandosi nel bel mezzo della notte a seguito di terribili incubi nei quali lui veniva inseguito da strane figure oscure e non ben definite. Al suo risveglio egli corse immediatamente dal padre e non appena Aran toccò il suo volto il potere che la madre Aegwynn aveva conferito a Medivh si risvegliò; ci vollero non meno di un centinaio di chieriche unite ai poteri del padre Aran per contenere il suo enorme potere.
Non appena la forza d’urto si attenuò, Aran morì e Medivh fu ridotto in fin di vita cadendo in un lunghissimo coma causato da Sargeras che durò per molti anni, nei quali il suo amico Lothar si prese cura di lui insieme alle chieriche dell’Abbazia di Northshire.
Il Guardiano caduto
Medivh si risvegliò oltre venti anni dopo con un’apparenza alquanto controllata e distesa, assicurando alle chieriche e alla corte di stare bene. Quello che alla corte non potevano sapere è che lo spirito oscuro di Sargeras si era insidiato dentro di lui e aveva corrotto ogni suo pensiero ed emozione. Con i suoi poteri che crescevano esponenzialmente di giorno in giorno era arrivato ad una conoscenza superiore del tutto ed aveva stretto un’alleanza a doppio filo con la Legione Infuocata.
Medivh cominciò a cercare un qualcosa o qualcuno con cui sopraffare gli umani di Azeroth, che vedeva come unico ostacolo per il suo trionfo insieme a Sargeras. Lo trovò su Draenor (il mondo natio degli orchi).
Alleandosi con Gul’dan, Medivh promise in cambio della sua collaborazione di svelare allo stregone degli orchi il punto esatto dove trovare la tomba di Sargeras a patto che Gul’dan portasse l’Orda ad Azeroth per distruggere tutti gli esseri umani.
Così, con l’aiuto del Concilio dell’Ombra di Gul’dan (un gruppo di Warlock al servizio dei demoni della Legione Infuocata) Medivh aprí il Portale Oscuro tra Azeroth e Draenor.
Poco dopo l’apertura del portale, Aegwynn apparve a Medivh tentando di fargli capire che stava seguendo la strada sbagliata ma Medivh non volle dare ascolto alla madre.
Infatti finirono per combattere madre contro figlio, con Medivh che ne uscì vincitore bandendola definitivamente dalla sua vista. La battaglia, però, prosciugò le energie di Medivh, così decise di assorbire del potere dalla terra circostante.
Aegwynn non fu l’unica ad affrontare Medivh; anche il drago Arcanagos (uno dei draghi blu emissario di Malygos, nonché uno dei guardiani della magia) fece visita a Medivh per spiegargli che qualcosa di orribile si stava per abbattere sul mondo di Azeroth e che per lui era meglio abbandonare la torre di Karazhan per mitigare le influenze demoniache. Dopo il rifiuto di Medivh ad abbandonare la torre, Arcanagos usò le maniere forti, incorrendo nel potere devastante di Medivh che gli lanciò una magia che lo bruciò dall’interno per poi tramutarlo nel terribile Nightbane (un drago scheletrico ardente nonché uno dei boss evocabili all’interno di Karazhan nel gioco di WoW) una volta morto.
Del tutto inconsapevoli di queste ultime vicende, i maghi di Dalaran mandarono un apprendista da Medivh; come già qualcuno può immaginare si tratta del giovane Khadgar (un nome che tra il popolo dei nani prende il significato di “fiducia”). L’apprendistato di Khadgar procedeva regolarmente e speditamente mentre il suo mentore Medivh era intento a preparare insieme a Gul’dan la vera e propria invasione di Azeroth da parte degli Orchi.
La guerra tra Orchi e Umani cominciò non appena il numero degli Orchi che attraversavano il Portale Oscuro cominciò ad aumentare esponenzialmente. Medivh ostentava una strana tranquillità agli occhi del Re e di Khadgar sostenendo che stava accadendo ciò che era stato programmato.
Poco dopo l’invasione, l’emissaria dell’Orda Garona si recò a Karazhan. All’insaputa di tutti, Medivh e Garona ebbero una breve relazione che portò successivamente alla nascita di un bambino mezzo sangue: il piccolo Med’an (che sarà uno dei fondatori del Nuovo Concilio di Tirisfal).
In tutto questo susseguirsi di eventi sarà Khadgar il primo a scoprire che era proprio Medivh l’artefice dell’apertura del portale che ha condotto gli orchi ad Azeroth. In quel momento Khadgar e Garona ebbero un’udienza da Re Llane e Anduin Lothar nella quale Lothar fu convinto della corruzione che aveva colpito il suo caro amico Medivh.
A quel punto Lothar condusse una truppa di forze umane che includeva Khadgar e Garona, i quali sarebbero stati utili per aver a che fare con il Guardiano ormai fuori di senno.
Durante la battaglia contro Medivh, Khadgar riuscì a trafiggere il corpo di Medivh con la spada di Lothar e, proprio mentre stava per infliggergli il colpo di grazia, il demone all’interno di Medivh si risvegliò; una volta decapitata la testa del Guardiano da parte di Lothar, anche il Signore dei Demoni Sargeras fu bandito dal mondo di Azeroth e ricacciato negli inferi.
Come conseguenza, allo spirito puro e virtuoso di Medivh fu concesso di vivere e vagare all’interno del piano astrale per molti anni a venire. Il suo corpo fu sepolto nel Morgan’s Plot all’interno di Valico Ventomorto.
Lo scontro interiore di poteri tra Medivh e Sargeras e la successiva morte del Guardiano furono la causa di una terribile influenza e maledizione che fu scagliata contro Karazhan ed il suo territorio circostante che prese il nome, per l’appunto, di Valico Ventomorto. La Torre è diventata un luogo talmente pericoloso e maledetto che chiunque si avventuri all’interno di essa è destinato a non fare più ritorno.
Resurrezione
La madre di Medivh, Aegwynn, dopo la morte del suo adorato figlio, impiegò anni per raccogliere tutti I poteri necessari per riportarlo in vita e addirittura riuscì ad avere successo in questa impresa.
Medivh, descritto come l’intruso, tornò poco dopo nella sua dimora a Karazhan e lo fece entrando dalla porta principale e bisbigliando sotto voce alcune parole che rimangono avvolte nel mistero.
Una volta all’interno di Karazhan trovò un vecchio astrolabio (un oggetto utilizzato per gli studi di astronomia) e, non appena lo colse, tutte le memorie dei tempi andati cominciarono a scorrergli dinanzi agli occhi; c’era solo un elemento che stonava con tutto il resto, vale a dire la presenza di un altro uomo simile a lui con in mano proprio lo stesso astrolabio. Egli interagí con quell’uomo in quanto era convinto che egli fosse una versione del passato del suo allievo Khadgar, sebbene quella figura fosse la versione futura di sé stesso ma dalla prospettiva proprio di Khadgar.
Medivh spiegò a colui che credeva essere Khadgar che, dopo la sua sepoltura e il suo successivo ritorno in vita, il buono che era in lui (Medivh) era riuscito a sopraffare definitivamente il suo lato maligno (Sargeras) e che per la prima volta egli poteva agire a tutti gli effetti come il vero Medivh. Infine, dopo aver raccolto le energie e le visioni da Karazhan, si preparò per la successiva battaglia contro la Legione Infuocata, preannunciando la Terza Guerra.
Regno del Caos
Molto tempo dopo la Seconda Guerra, uno strano profeta apparve a molti abitanti di Azeroth; lo scopo delle sue apparizioni era quello di mettere in guardia tutti da una terribile minaccia che avrebbe potuto portare persino all’apocalisse.
Il giovane Warchief dell’Orda, Thrall, ebbe anche un incubo nel quale orchi e umani si trovavano a combattere l’uno contro l’altro mentre stormi di demoni piovevano dal cielo.
Al suo risveglio, il profeta gli disse che quella era stata una vera e propria visione e che, se voleva mettere in salvo il suo popolo, sarebbe dovuto partire alla volta delle antiche terre di Kalimdor. Thrall avvertì che il profeta stava dicendo il vero, così decise di partire al più presto per Kalimdor.
A quel punto, mentre l’Orda si stava dirigendo verso Kalimdor, convincere gli umani risultò molto più difficile. Difatti sia il Re Terenas di Lordaeron (una figura molto importante che risultò essere un vero e proprio patrono per l’Alleanza durante la Seconda e la Terza Guerra) che il potentissimo Arcimago Antonidas di Dalaran diedero al profeta del folle.
Anche il figlio del Re, Arthas, si rifiutò di lasciare la sua gente in preda ad un possibile assedio. Solo la figlia del grande Ammiraglio Daelin Marefiero nonché apprendista di Antonidas, Jaina, sospettò che forse quella minaccia fosse reale, così decise di preparare anch’essa una spedizione verso Kalimdor con un gruppo di suoi fedelissimi.
Quando Thrall giunse finalmente a Kalimdor per conoscere il suo destino, il suo nuovo amico nonché compagno di viaggio Cairne gli suggerì di dirigersi verso l’Oracolo. Thrall combatté lungo la strada per l’Oracolo contro diversi esseri umani che facevano parte della spedizione di Jaina e, quando finalmente arrivò al cospetto dell’Oracolo, trovò proprio Jaina con al seguito qualche suo seguace. Proprio mentre si preparavano a darsi battaglia, apparve il profeta. Egli consigliò a tutti i presenti di mettere da parte le divergenze ed allearsi per riuscire a tenere testa alla terrificante e potentissima Legione Infuocata e liberarsi una volta per tutte della sua corruzione. Entrambe le parti accettarono con non poche riserve.
Alla fine il profeta rivelò la sua vera identità; come potete immaginare si trattava proprio di Medivh, che ammise contestualmente di essere stato lui l’artefice della venuta degli orchi nel mondo di Azeroth oltre che della stessa Legione Infuocata. Inoltre spiegò che era apparso in sogno sia a Thrall che a Malfurion che a Jaina per avvertirli del pericolo imminente e che per loro era necessario formare un’alleanza per combattere il nemico comune.
Una volta convinto anche Malfurion che la vittoria poteva essere conseguita solamente grazie alla cooperazione dei loro popoli, i tre si diressero subito a difesa dell’Albero della Terra Nordrassil.
Durante l’atto finale della battaglia contro la Legione Infuocata, gli Spiriti della Natura richiamati da Malfurion grazie al Corno di Cenarius accerchiarono ed intrappolarono Archimonde (uno dei leader degli Eredar che si alleò con Sargeras) distruggendo il demone una volta per tutte.
Fiducioso che il mondo fosse salvo per il momento e che fosse riuscito a compensare almeno in parte le sue terribili azioni, Medivh scomparve per prendere posto tra le Leggende del passato. Le sue azioni avevano assicurato la sopravvivenza del mondo di Azeroth così da poter ottenere una specie di redenzione per i suoi crimini precedenti.
Dopo gli eventi della Battaglia del Monte Hyjal, egli si diresse verso zone sconosciute; non è del tutto chiaro che fine abbia lo spirito di Medivh ma è doveroso sottolineare come si possa osservare un corvo nero svolazzare attorno alla Torre di Karazhan senza sosta.
Non vi è la certezza che quel corvo sia proprio Medivh, anche se tutti gli indizi farebbero supporre questo oltre conferire alla sua storia un epilogo affascinante.
Lo sapevi che..?
- Come già anticipato poco fa, dopo la sua scomparsa, non vi è la certezza del luogo dove risieda lo spirito di Medivh e addirittura questo ha dato luogo a numerose speculazioni anche sulle modalità secondo le quali possa essere avvenuta la sua morte. Tutti questi dubbi vengono alimentati da ulteriori comparizioni del potentissimo Guardiano in diverse occasioni successive all’ultimo atto descritto nella sua storia come ad esempio nelle quest delle Caverne del Tempo e di Karazhan (entrambi successive cronologicamente alla sua scomparsa); nel primo dei due casi Medivh compare a Thrall sotto forma di corvo.
Inoltre, in un’altra occasione Khadgar sarà lo spettatore di un’apparizione di Medivh mentre è intento a cercare informazioni sulla Legione Infuocata nella Torre di Karazhan; Medivh offrirà a Khadgar i suoi poteri di Guardiano di Tirisfal ma quando il vecchio apprendista del Guardiano rifiuterà la sua offerta si scoprirà che questo era solo un inganno ad opera di un Nathrezim (una specie di demoni molto intelligenti e scaltri che fanno della manipolazione la loro arma principale) che poi sarà distrutto in battaglia dallo stesso Khadgar.
Riguardo la morte vera e propria del Guardiano di Tirisfal, come già detto all’inizio, abbiamo molteplici versioni, alcune di esse molto discordanti tra loro. La più accreditata risulta comunque quella descritta nella storia secondo la quale fu proprio Khadgar a trafiggere il corpo e il cuore di Medivh e Lothar a decapitarlo.
- Medivh, oltre che essere l’artefice dell’arrivo degli orchi e dell’invasione della Legione Infuocata nel mondo di Azeroth è anche il responsabile dell’evocazione delle Bestie di Carne (una razza delle Outland di cui non abbiamo molte informazioni dalla lore ma che possiamo descrivere come delle creature parassite); Medivh le utilizzava per i suoi esperimenti clandestini nei laboratori di Karazhan.
- Medivh ha degli occhi di un verde profondo che ha ereditato dalla madre Aegwynn, la quale lo ha battezzato con il nome Medivh alla nascita (avvenuta nell’anno 44 prima dell’apertura del Dark Portal) in quanto è traducibile in “protettore di segreti” nella lingua thalassiana, che è la lingua principale degli Elfi del Sangue; solo Anduin Lothar utilizzava un nomignolo con lui, data la grandissima amicizia che li ha da sempre legati, vale a dire Per un destino meschino sarà proprio il suo fedele amico Lothar a dovergli dare il colpo di grazia; Medivh muore nell’anno 3 dopo l’apertura del Dark Portal all’età di 47 anni.
Con queste ultime curiosità concludiamo la storia di uno degli assoluti protagonisti della nuova avventura Una notte a Karazhan nonché di uno dei personaggi che hanno segnato in maniera importante tutta la saga di Warcraft. Augurandoci che questo racconto vi abbia incuriosito ancor più sulla nuova espansione ed i suoi protagonisti, vi diamo appuntamento al prossimo episodio della Storia dei personaggi di Warcraft.
Fonte: wow.gamepedia.com