Sgherri Torvi, storia di un amore mai nato.
L’espansione “Bassifondi di Meccania” ha introdotto nella locanda tre Clan. Due di questi contengono carte che sono state centrali e fondamentali in svariati mazzi, anche decisamente competitivi. Parliamo ovviamente del Loto di Giada e della sua leader Aya Zampanera, e della Cabala, con il suo capo Kazakus. La meccanica Jade si è rivelata una delle più continue, forti e anche contestate deglle ultime stagioni, per la sua polarizzazione del matchup contro mazzi control fino all’introduzione del Geist predatore. Kazakus è stato inserito in qualsiasi mazzo monocopia andando ad aumentare enormemente il valore di esso, all’inizio in combo con Brann, vedendo poi una flessione del suo utilizzo e una sua prepotente risalita con il dominio del razakus priest, dopo l’arrivo di Knights of the Frozen Throne. La meccanica Jade non ha detto la sua solo nel druido, ma, anche se in tono minore, è riuscita a ritagliarsi uno spazio nello sciamano e nel ladro. Le pozioni della cabala, sicuramente hanno dominato all’interno del prete, ma carte legate a questo clan hanno trovato gioco anche in molti mazzi Lock e Mage.
Il terzo clan è quello degli Sgherri Torvi, capitanati dall’ogre Don Han’Cho. La meccanica caratterizzante è sicuramente quella dell’Handbuff.
Don Han’Cho non ha mai trovato gioco se non in qualche fantadeck. Da subito streamer e pro players avevano bocciato questa carta, decisamente troppo lenta e con un effetto di non immediato impatto sulla board era destinata ad essere velocemente accantonata. La meccanica handbuff stessa con due delle tre classi appartenenti agli sgherri torvi, non è mai stata un fattore. Nel cacciatore sono sì state usate carte come Domabestie Trogg o Kodo Impetuoso ma più in ottiche di classici mazzi midrange o face.
Il guerriero, con Meccania ha sviluppato prepotentemente un suo archetipo, ma questo è stato il Pirate Warrior, indiscusso re della Ladder per i primi mesi post espansione con il leggendario ingresso di Patches. La meccanica Handbuff è stata quindi relegata a qualche mazzo Paladino, tra l’altro mai salito ai piani nobili della Tierlist. Per il paladino però Blizzard ha continuato a spingere nella direzione di un archetipo buff/Handbuff.
La stessa Val’anyr arma leggendaria di classe di Koboldi e Catacombe attinge pienamente a questa meccanica. Nonostante questo, i due archetipi in questo momento tier 1 in ladder, Murloc e Token, utilizzano carte e sinergie completamente diverse.
Quali sono le motivazioni per la debacle di questo arhcetipo? Un Handbuff Paladin che gioca in curva e i cui buff vanno a segno sulle giuste carte è un mazzo sicuramente forte e difficile da arginare, ma il problema sta probabilmente proprio in questo: nella necessità di avere sempre la mano perfetta, la curva perfetta e i buff a segno nel posto giusto.
Mia opinione è che il problema di questo mazzo è simile per certi versi a quello che affligge l’elemental Shaman: un mazzo bellissimo sulla carta, che se giocato in curva diventa dominante, ma che se invece, come spesso accadde, non pesca perfettamente, perde quasi tutta la sua forza. Con la prossima rotazione in wild di Meccania viene da chiedersi se la Blizzard proverà ancora a spingere in questa direzione per Uther o se magari cercherà di sviluppare il suo lato più aggressivo con le sinergie token e Murloc.