Le Storie inedite della Locanda: Un Mondo Selvaggio (Cap. 7)
Bentrovati, avventori della Locanda più affollata del mondo e rieccoci con il consueto appuntamento con un nuovo ed incredibile capitolo dell’esclusiva saga ad opera del membro della nostra community di Hearthstone Emiliano Casali ed edita dalla nostra piattaforma.
Questo capitolo segna uno dei punti cruciali della nostra storia e, se per caso siete rimasti indietro di qualche capitolo o questa è la prima volta che capitate da queste parti, non disperate! Vi basterà seguire il link riportato qui di seguito per avere accesso a tutti i capitoli precedenti: https://www.powned.it/?s=Storie+inedite+della+Locanda
Dopo questo doveroso preambolo, non lasciamo spazio ad ulteriori indugi e passiamo al racconto vero e proprio di questa mitica saga.
Capitolo 7 – Oltre il Vero
La fuga aveva messo a dura prova lo spirito e il corpo di Jones. Tutto era successo velocemente e non aveva avuto il tempo di realizzare quello che gli era capitato.
Erano passati due giorni da quando Dr. Boom aveva condotto lui e Saraad in un rifugio sotterraneo nel quartiere del loto: un acquedotto in disuso che ora fungeva da nascondiglio grazie alle sue enormi vasche trasformate in alloggi.
Quel luogo maleodorante e claustrofobico era molto simile ad una prigione e cominciava a rendere insofferente l’esploratore. Insieme ai tre, vi erano due Agenti del Loto che si occupavano dei beni di prima necessità e riportavano sommarie informazioni su quanto accadeva in superficie. “Hei Goblin, quando potremo uscire secondo te?
E perché ci hai salvato? Cosa vuoi da noi?” domandò Jones dal giaciglio di fortuna su cui era sdraiato. L’etereo, indaffarato a curare la sua cavalcatura, si volse anch’esso verso Dr. Boom: “Saraad vuole conoscere. L’ignoto fluisce come sangue nel cuore dell’inquietudine“ – “ Esattamente amico mio…esattamente” aggiunse Jones con finta convinzione. Il Goblin, indaffarato a leggere alcune carte aveva ascoltato con insofferenza le lamentele dei due ospiti “Beh Aya Zampa Nera ci farà visita tra poche ore, è il momento che vi racconti il motivo per cui ci siamo interessati a voi”.
Jones sentendo la risposta del Goblin cambiò espressione diventando più serio “Voi chi? E perché il loto ci sta nascondendo?”; gli occhi rossi di Dr. Boom riflettevano il volto di Jones: “Ci fu un’epoca in cui il mondo rischiò di perdere il suo equilibrio. Una guerra tra gli gnomi di Gnomeregan e i goblin di Kalimdor stava portando i continenti al tracollo. Nel frattempo, indisturbata all’interno della necropoli di Naxxramas, una forza misteriosa stava risvegliando poteri occulti diffondendo la non- morte. Si espandeva a macchia d’olio, la non-morte, quasi fosse un’epidemia più che un maleficio, e noi, come stupidi, invece di curarla, la sfruttammo per i nostri scopi. Per molto tempo ho visto la sofferenza inondare le strade del mondo con il volto della non-morte e quella che mi sembrava una battaglia necessaria stava lentamente perdendo di senso.
Il mondo aveva bisogno di un cambiamento e quel cambiamento sarebbe avvenuto prima dell’anno del Kraken. Raccolsi quindi tutti i miei alleati e partii verso la Necropoli per sigillarne ogni ala; ad aiutarmi vi erano figure leggendarie che, come me, avevano compreso quanto quella piaga non fosse così differente dalle guerre di cui noi eravamo artefici. Tutto faceva parte di un morbo di cui il mondo si era ammalato, eravamo noi la causa di un progressivo deterioramento di Azeroth. Tutti noi, dotati di grandi poteri, stavamo portando alla distruzione il mondo che tanto agognavamo comandare.
Disposti a sacrificare la nostra intera esistenza per un bene al di sopra di ogni legge morale, abbiamo prima confinato il potere e poi esiliato noi stessi e i nostri eserciti. Ognuno di noi promise di esistere senza più interferire con la realtà. Il mondo avrebbe seguito le sue regole senza di noi. Nacque così il Formato Selvaggio non al di sopra nè al di sotto dalle leggi, solamente lontano da esse ”.
“Se è vero quello che mi stai dicendo perché sto parlando con te ora?” tuonò l’esploratore.
“Da quando gli dei antichi si sono risvegliati, molti del Formato Selvaggio sono convinti che il loro esilio non sia più necessario. Sfruttando le lotte intestine alla città di Meccania, vogliono utilizzare le risorse di Kalimdor per i loro scopi. Il Sindaco Noggenfoggen, capo segreto dei clienti torvi, è stato convinto ad allearsi con la Kabala per distruggere il loto”
“Convinto da chi? E poi perché proprio il loto? “ domandò incredulo Jones”
“Da Gelbin Meccatork, High Tinker di Gnomeregan e membro del Formato Selvaggio. I seguaci del loto si affidano ad un potere che va ben oltre l’influenza degli dei antichi e che non può essere controllata con la tecnologia. Tra di noi c’è la credenza che chi riuscirà ad unire la forza del loto di giada con quella di un altro artefatto, riuscirà finalmente ad avere il potere per controllare l’equilibrio, non solo di questo mondo….ma di tutti quelli conosciuti…”.
Alla parola artefatto Jones trasalì , “Che artefatto?!“ , la sua curiosità nasceva non solo dalla preoccupazione ma dal suo genuino e irrefrenabile interesse verso gli oggetti di antica fattura.
“La staffa dell’origine di Osirs, quella di cui tu conosci ogni cosa. Sappiamo perché sei venuto a Meccania Jones, sei sulle tracce dei tuoi compagni che sono stati attirati da Gelbin tra le montagne di Zul’Farak. Le voci di un tesoro sepolto sono state solo un pretesto per attirarvi a lui, sapeva che vi sareste messi tutti in viaggio per cercarlo. Attualmente Elise è nelle loro mani mentre Jackson è riuscito a fuggire”.
Quelle rivelazioni colpirono Jonespiù forte del pugno di un ogre. Il suo animo ora era colmo di rabbia e dolore. Elise era in pericolo o forse era già morta e tutto per colpa dell’avidità di Reno e di quella staffa. Harrison si era opposto sin da subito alla missione del tempio di Osirs cercando di convincere sia Elise che Brann a desistere nel seguire le manie di grandezza di Jackson. Nessuno però volle ascoltarlo e questo lo ferì nell’orgoglio tanto da fargli credere che la sua amata non si fidasse più di lui.
Quando successivamente Reno propose di partire per Zul’Farrak alla ricerca di un misterioso tesoro, Jones non si oppose. Era convinto che fosse un buco nell’acqua e pregustava con gioia il fallimento di Jackson. Quel gesto meschino ora stava per costare la vita dell’unica persona di cui gli importava veramente, la sua dolce Elise. La sua invidia e il suo rancore l’avevano a partire e ora, il senso di colpa si faceva largo dentro di lui trafiggendogli il cuore come una lama. Jones era nuovo al senso di colpa.
Nella sua vita raramente si era preso delle responsabilità e presto, quel sentimento, lasciò spazio all’incredulità : “Perché dovrei crederti? Perché dovrei credere a tutto quello che mi hai detto?“. L’etereo, ascoltando queste parole, si avvicinò : “Saraad crede. Saraad ha visto nel Nexus poteri occulti in tempi passati, poteri dimenticati, arginati nel cuore della terra.
Semi Venefici, Portali Instabili, Cuori Demoniaci. Saraad sa che nulla scompare del tutto, Saraad sa che tutto si colloca. Saraad crede nelle tue parole. Saraad ascolta il Nexus. Il Nexus conosce la verità e Saraad sa che il Goblin ha detto verità”.
Alla luce della luna, una figura ammantata abbandonava il vascello di Squidface.
Kazakus insieme ai suoi agenti si era lasciato alle spalle le lacrime di Elise, ancora prigioniera nel ventre della nave, e si apprestava ad allontanarsi dal molo. Nel percorrere quel dissestato pontile gli si parò davanti un gruppo di quattro individui: un uomo in armatura, un murloc a cavallo di una rana, un Bucaniere Minuto e qualcosa di cui era difficile definire la forma.
“Spostatevi!“ esclamò con un inconfondibile tono da troll e uno strano accento mentre, con passo veloce, avanzava sul peculiare gruppetto scomparendo nel buio dei vicoli. Il Mysterious Challenger colpito da quella strana figura lo fissò cercando di ricordare dove aveva sentito quel tono di voce così particolare – “ Ehi…Sfidante! Non rimanere li impalato, vieni! “ disse Patches mentre si preparava a salire sul ponte. Improvvisamente un roditore antropomorfo si palesò di fronte a loro, il suo odore era terribile e tra i denti stringeva un sigaro, “Pathes che ci fai qui ?”.
Il piccolo essere tentacolare per nulla sorpreso da quella figura rispose con prontezza: “Siamo qui per il capitano! La tua puzza ti precede Talpa di Fogna! Chiamami Squid, ho un affare per lui , questi miei amici vogliono comprare delle informazioni”. Il roditore osservò per un attimo il gruppo per poi allungare la mano ingioiellata come nell’aspettativa di ricevere qualcosa “Il capo è occupato , non posso certo scomodarlo per te …“
Vedendo la scena il Mysterious si fece avanti. “Dì al capitano Squidface che ho da scambiare una Lama dell’Adunata“ disse mostrando una spada terribilmente lucente da sotto il mantello.
Anche il più sprovveduto di Lost Rigger conosceva il valore delle armi argentee e sapeva riconoscerne la fattura dalla luce pulsanti che tali armi emettevano. Lo Sfidante Misterioso era deciso a sapere la verità su quanto stava succedendo a Meccania e il valore della sua spada era un prezzo ragionevole da pagare. Dopo quella notte tutto avrebbe avuto senso, ne era convinto.
Racconto scritto e ideato da Emiliano Casali (battletag #Powathan2954)
Augurandoci che anche questo capitolo vi abbia tenuto con il fiato sospeso, vi diamo appuntamento al prossimo capitolo nella speranza di ritrovarvi sempre più numerosi.