Hearthstone, 9 carte in Hall of fame: quali archetipi scompariranno ad Aprile?
Con l’annuncio del tema del nuovo Anno del Drago, la Blizzard ha reso note le carte che andranno a finire in hall of fame.
Per tutti quelli che speravano di vedere Malygos o Profeta Velen in quella lista, ci sono solo magre consolazioni, dato che queste carte resteranno ancora con noi.
Analizziamo ora quello che è stato fatto, partendo però dalle carte che ruoteranno in wild ad aprile, dato che bisogna considerare questi cambiamenti nell’ottica della rotazione.
Le rotazioni:
Ad aprile, in concomitanza con il rilascio del nuovo set, le carte delle espansioni di “Viaggio ad Un’Goro”, “I Cavalieri del Trono di Ghiaccio” e “Coboldi e Catacombe” non saranno più utilizzabili in standard.
Cosa implica questa rotazione? La maggior parte delle carte di questa espansione caratterizzano ora Hearthstone.
Basti pensare ad un qualunque Sacerdote, che ad aprile si vedrà privato della sua più potente rimozione, (Urlo psichico), e del pacchetto di carte che permettono a questa classe le interazioni con il cimitero.
Sempre il prete è penalizzato dalla rotazione di Visioni d’Ombra, altra carta chiave per molti degli archetipi presenti in meta. Queste sono solo alcune delle carte fondamentali che ruoteranno ad aprile. Al prete si accodano il cacciatore, privato completamente delle meccaniche “rantolo di morte”, data la rotazione di morte fasulla, Kathrena brinafatua e uovo di gigantosauro.
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Perdono molte carte anche ladro e druido, con la rotazione dell’Aracnomante Fal’Dorei e del menestrello elfico, per quanto concerne la prima classe. Spellstone e Sentieri Divergenti per quanto riguarda la seconda.
In ogni caso, l’aspetto delle rotazioni che più inciderà sarà l’uscita dallo standard delle missioni, delle carte eroe di KFT e, infine, delle armi leggendarie. Questo implica che non esisteranno più partite in cui l’importante è pescare il DK prima del nostro avversario.
Cosa rimane?
Rimangono in standard le ultime 3 espansioni uscite, ovvero “Boscotetro”, “Operazione Apocalisse” e “La Sfida di Rasthakan”, espansioni caratterizzate da 3 carte eroe che, per quanto siano potenti, sono comunque imprevedibili. Del primo set citato, in particolare, 2 carte hanno avuto un impatto devastante sul meta: Baku la Mangialune e Genn Mantogrigio. Questo ha probabilmente spaventato la Blizzard, che ha notato la tendenza a scegliere versioni dei mazzi pari/dispari, piuttosto che mazzi “misti”, data la grande potenza del potere eroe migliorato da inizio partita.
La “paura” della Blizzard è sensata, perché la rotazione lascerebbe strada libera al dominio dei mazzi pari/dispari. Inoltre, Genn mantogrigio e Baku la Mangialune influenzano indirettamente le espansioni, limitando il design delle carte, dato il rischio di creare sinergie troppo potenti. Questo ha portato alla decisione di anticipare di un anno la rotazione di questi due servitori, così da lasciare spazio alla nascita di nuovi archetipi. Seguiranno il destino di queste carte anche i servitori che si basano su questa meccanica.
Brava Blizzard!
Non è da tutti riconoscere un errore e fare marcia indietro così. Questo dimostra che sono ancora attenti alla community e che il lavoro fatto in questi anni non andrà sprecato. Con l’uscita di tutte queste carte ci ritroveremo tra le mani un gioco praticamente nuovo, che vedrà la nascita di nuovi archetipi. Finalmente la rinascita di questo titolo, dato per spacciato da moltissime persone!
Le carte classiche!
A queste “nomination” per la hall of fame si uniscono: demone guardiano, naturalizzazione e favore divino. Due di queste carte, favore divino e demone guardiano, hanno da sempre caratterizzato archetipi aggressivi delle classi paladino e stregone, che, secondo la Blizzard, devono avere identità di classe diverse. Sicuramente sono carte dal power level elevato, soprattutto favore divino, che é in grado di riempirci la mano di carte “spendendo” solo 3 mana. Entra in hall of fame anche la più potente rimozione singola del druido, naturalizzazione, che oltre a permettere l’eliminazione di minacce ad inizio partita, incide anche nella gestione del late game e della fatigue.
Questo fa perdere delle valide opzioni a queste classi, che si vedranno costrette a reinventarsi da praticamente zero, magari prendendo ispirazione da vecchie meccaniche o, speriamo, da potenti meccaniche nuove.
Sicuramente dopo questo annuncio il futuro di Hearthstone sembra molto più sereno e tutti possiamo tirare un sospiro di sollievo, perché, grazie a queste novità, la Blizzard ci sta dicendo “Hearthstone non morirà”!