Accuse Blizzard: parlano anche Ben Brode e Chris Metzen! Sospeso lo sviluppo di WoW
Sono giorni assolutamente cruciali per Blizzard Entertainment, che dopo più di 30 lunghi anni di attività si trova oggi ad un pericoloso bivio dagli esiti decisamente incerti…
Qualche giorno fa il Dept Fair Employment & Housing della California ha presentato formalmente delle accuse contro Blizzard per il fatto che all’interno dell’azienda si sono consumati casi di discriminazione sessuale. Blizzard è stata descritta dai funzionari del dipartimento che hanno redatto le accuse come ad una “confraternita” in cui le donne vengono discriminate, ed in cui si fa “largo uso di alcolici” nel corso delle ore di lavoro.
L’accusa ha anche presentato una relazione tra il suicidio di una dipendente di Blizzard, e gli abusi che questa aveva purtroppo ricevuto sul posto di lavoro anche dal collega Alex Afrasiabi.
La situazione è apparsa fin dal principio molto molto preoccupante, ed i toni durissimi sono stati confermati anche dalle parole di Blizzard e del suo Presidente J. Allen Brack, che hanno immediatamente gettato fango sul Dipartimento di Stato rigettando come “false” tutte le accuse presentate contro di loro.
Nelle ore successive però, sui social hanno iniziato a farsi avanti alcune delle dipendenti che avevano subito delle discriminazioni, e sono state anche numerose le testimonianze (e le scuse) pubblicate dagli ex leader dell’azienda, come l’ex numero 1 di Blizz Mike Morhaime, ma anche Chris Metzen o l’ex game director di Hearthstone Ben Brode…certamente tre dei volti più familiari e noti per l’azienda di Irvine.
/2 we haven’t worked closely together sorry nice WotLK. I never heard a peep about him other than that he could be tough on his team or an asshole from time to time. So learning all this the past week has been just utterly shocking. Just reprehensible shit.
— Chris Metzen (@ChrisMetzen) July 25, 2021
La “bomba” è esplosa in apertura di weekend, con anche numerosi giocatori che hanno deciso di manifestare tutto il loro disappunto per questa situazione con numerosi sit-in di protesta che si sono svolti su World of Warcraft nelle vie di Azeroth.
E veniamo quindi alla testimonianza di Ben Brode, uno dei “genitori” del celebre gioco di carte Hearthstone, che attraverso una serie di post ha affermato che sapeva degli abusi che stava subendo una sua ex collega, ma che non ha mai potuto denunciare la cosa per non distruggere il rapporto di fiducia che c’era tra lui e questa dipendente (lei non voleva che la cosa si venisse a sapere, perché aveva paura di eventuali ritorsioni, ndr).
There is strength in numbers, though. There’s a reason why we never heard about Bill Cosby and then 60 women came forward at once after so many years. Same for Weinstein, Lasseter, #MeToo.
— Ben Brode (@bbrode) July 25, 2021
Evidentemente quindi, questo clima irrespirabile (per le vittime) era già presente da tempo, ed è molto pericoloso rispondere a queste accuse bollandole come “false” e del tutto infondate.
La cosa non va affatto bene non solo ai tantissimi giocatori sentitisi “traditi” da un’azienda che li ha accompagnati per 3 decenni, ma anche ai suoi stessi dipendenti, molti dei quali hanno deciso di dissociarsi pubblicamente dalle dichiarazioni rilasciate da Activision.
Uno di questi è Jeff Hamilton, Senior System Designer on Warcraft, che attraverso una serie di Tweet si è detto “indignato” da tutta questa situazione, ed ha anche informato tutti del fatto che al momento lo sviluppo su World of Warcraft è stato completamente sospeso.
I don’t know what to do. I don’t have all the answers. I can tell you, almost no work is being done on World of Warcraft right now while this obscenity plays out. And that benefits nobody – not the players, not the developers, not the shareholders.
— Jeff Hamilton (@JeffAHamilton) July 25, 2021
Quello che sta attraversando Blizzard è certamente il periodo di crisi più brutto e dannatamente profondo che si sia mai visto…un ciclone di potenza inaudita dagli esiti abbastanza imprevedibili. Non meraviglia quindi che lo sviluppo di WoW sia al momento sospeso, e che tutta questa situazione certamente si tradurrà anche in pesanti ritardi sugli eventuali contenuti in arrivo nei prossimi mesi.
Al momento restiamo comunque in attesa di capire cosa accadrà fattivamente a livello legale, una volta che le accuse del Dipartimento verranno accolte, e quindi discusse, in un tribunale.
Di sicuro però (purtroppo per tutti come giustamente fa notare Jeff Hamilton), a pagare le conseguenze di questa vergognosa situazione non saranno solo i responsabili, ma l’interno ecosistema che ruota attorno a Blizzard (sono già diversi i colleghi che hanno annunciato la censura di tutti i titoli Blizzard dai loro giornali fino a quando il tutto non verrà chiarito)…e l’impressione generale al momento è che si è ancora solamente all’inizio.
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