Trump/Fortnite: quando la politica cela dietro il nulla la sua incapacità di gestire il paese.
Con un nuovo sorprendente attacco l’Amministrazione Trump se la prende con Fortnite e con i videogiochi “violenti”, principale causa, (secondo loro) degli ultimi terribili episodi di violenza registrati negli Stati Uniti d’America.
In meno di 24 ore infatti, gli USA sono stati colpiti in due zone differenti da delle violentissime sparatorie avvenute in un Walmart a El Paso, in Texas, dove sono rimaste uccise 21 persone (con altre 26 che invece sono ferite), e nella città di Dayton, nello stato dell’Ohio, dove purtroppo si sono contate nove vittime e decine di feriti.
Proprio in merito a questi episodi di violenza, durante la giornata di Lunedì il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha tenuto un discorso alla nazione in diretta dalla Casa Bianca, durante il quale ha avuto modo di parlare delle future mosse legislative e delle priorità che la sua Amministrazione dovrà darsi per affrontare meglio questa difficile e spinosa questione.
Il Presidente Trump però è Repubblicano, un partito da sempre molto vicino alle lobby delle armi e da sempre anche “difensore” del diritto di tutti gli americani di possedere un’arma da fuoco…era quindi molto difficile sperare in una forte presa di responsabilità da parte della leadership politica USA, con conseguente attacco al quasi totalmente libero mercato delle armi che vige in America.
I went on Fox News with @DanaPerino to talk about how video games don't cause real life violence, why this only happens here in America despite gaming and esports played worldwide, and why mainstream media needs to get it right #VideogamesAreNotToBlame pic.twitter.com/FFKxEGK90P
— Rod Breslau (@Slasher) August 5, 2019
Invece di affrontare il problema per quello che è (da sempre, aggiungo io) il Presidente Trump e diversi altri politici di spicco del suo partito hanno invece preferito puntare il dito contro un nemico ormai frequente…”Fortnite” e più in generale il mondo “dei videogiochi violenti“. Quasi come un mantra, quando una tragedia cosi violenta colpisce degli innocenti l’accostamento al mondo dei videogiochi diventa automatico, come se la censura simultanea di qualsiasi videogame possa davvero influire sulla diminuzione della violenza in uno stato “storicamente violento” come gli Stati Uniti d’America.
Il Presidente Trump ha cosi parlato nel suo discorso dei videogiochi: “Dobbiamo fermare la glorificazione della violenza nella nostra società. Ciò include i raccapriccianti videogiochi che sono all’ordine del giorno. Oggi è troppo facile per i giovani in difficoltà lasciarsi circondare da una cultura che celebra la violenza. Dobbiamo ridurre o fermare tutto questo“.
Fox News, others in the media, and politicians are already blaming specifically video games and FPS games including FORTNITE of all things for yet another awful multiple mass shootings here in America, in Dayton and El Paso
video game guns don't kill people, real guns do pic.twitter.com/Y5sq0nPH23
— Rod Breslau (@Slasher) August 4, 2019
Dare anche lontanamente la colpa ai videogiochi per una tragedia del genere non è grave per il mondo videoludico in se…è grave per la nostra società e per il nostro tempo, perché è incredibilmente pericoloso distogliere volutamente l’attenzione dalla reale causa del problema, andando a nascondersi dietro un qualcosa che non ha alcuna attinenza con la manifestazione della violenza.
L’ennesima dimostrazione che il mondo dei videogiochi non ha alcuna diretta (o indiretta) responsabilità in stragi di questo tipo è stata data recentemente da VOX e da NewZoo che attraverso dei dati (mostrati sotto, nel post di Reggie Fils-Aime, ex Presidente di Nintendo America) hanno mostrato come la violenza da armi da fuoco degli USA sia completamente sproporzionata rispetto a quella presente in diversi altri stati del mondo, compresi anche in quelli dove i videogiochi sono ancor più permeati a livello sociale (come ad esempio in Corea del Sud).
Facts are facts. pic.twitter.com/sSEbdYZcgE
— Reggie Fils-Aime (@Reggie) August 6, 2019
Per decenni e decenni si è discusso del problema della vendita di armi da fuoco negli USA e nel 2019 questo “problema”, che appare ormai più come una vera e propria crisi nazionale, è ancora ben lontano dall’essere risolto.
E’ però ancor più frustrante vedere come un’intera classe politica si arrampichi sugli specchi e si nasconda dietro a Fortnite ed ai giochi violenti invece di rimboccarsi le maniche e di affrontare a muso duro, ed una volta per tutte, un problema tutto americano che trova le sue basi nel secondo emendamento della Costituzione (1791, ndr).
Grazie a questo emendamento del 18° secolo, all’epoca giustificato dal fatto che per gli Americani l’unico modo di difendersi dai potenziali invasori (come gli spagnoli o gli inglesi) fosse quello di armare la popolazione fino ai denti, il “possedere un’arma” è infatti un Diritto per tutti i cittadini americani, come riconosciuto anche nel Luglio 2008 dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.
People suffer from mental illness in every other country on earth; people play video games in virtually every other country on earth.
The difference is the guns.
— Hillary Clinton (@HillaryClinton) August 5, 2019
Il problema quindi è molto più “radicato” e spinoso di quel che si potrebbe sembrare (anche se alcuni leader dell’opposizione, come ad esempio Hillary Clinton, hanno voluto esprimere il loro disappunto verso le parole del Presidente – vedi post sopra), e nessuna Amministrazione è mai riuscita a risolvere questa tragedia, questa “arma di distruzione di massa” che porta via ogni anno centinaia e centinaia di innocenti…e se queste sono le reali intenzioni dell’Amministrazione Trump siamo sicuri che non ci riusciranno neanche loro, purtroppo per noi tutti.