Osservatorio Italiano Esports: l’intervista a Luigi Caputo
Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare Luigi Caputo, Co-Fondatore (insieme a Enrico Gelfi) dell’Osservatorio Italiano Esports, proprio riguardo a questo nuovo progetto della scena nazionale dei videogiochi competitivi.
All’interno di Oies sono già presenti moltissimi protagonisti degli esports (tra gli altri, Powned, Exeed, Outplayed e Notorius Legion) ed anche svariate importanti sigle del mondo dello sport italiano: solo per citarne alcune, all’interno dell’Osservatorio troviamo già l’Inter, aziende internazionali come Motul o Panasonic e finanche diverse Federazioni come la Lega PRO, la LBA di pallacanestro e più di recente anche la Federazione Italiana di American Football presieduta dal Presidente Leoluca Orlando.
A partire dagli obiettivi e dalle finalità che ha l’Osservatorio, fino ad arrivare alla situazione attualmente vigente nel settore italiano, sia dal punto di vista della regolamentazione che da quello degli investimenti delle grandi aziende…ecco quanto ci ha riferito il co-fondatore di OIES ai nostri microfoni.
Ciao Luigi, benvenuto su Powned! Parlaci dell’Osservatorio, piattaforma a cui abbiamo aderito anche noi di Powned: quali sono obiettivi e finalità?
L’Osservatorio italiano Esport è la prima piattaforma B2B che aggrega tutti gli stake holders interessati al business degli esports.
Il nostro non è un obiettivo istituzionale, ma quello di accelerare e far evolvere le condizioni di Business in Italia. Come? Aggregando tutti i soggetti interessati: aziende, centri media, team e tanto altro…perchè solo creando un ecosistema virtuoso si potrà facilitare la creazione di progetti e sponsorizzazioni. L’Osservatorio vuole quindi essere un canale privilegiato per far crescere il business degli esports in Italia.
Come sta andando questa nuova avventura nel mondo esports italiano?
Al momento l’Osservatorio sta crescendo molto rapidamente…siamo nati ad Aprile ed in tre mesi siamo riusciti ad aggregare aziende davvero molto importanti sotto ogni punto di vista. Al momento stiamo anche creando delle notevoli condizioni di business, perchè ogni membro può mandare (o ricevere) delle proposte di finanziamento a tutti i vari altri soggetti presenti nell’Osservatorio stesso.
Stiamo anche producendo molti paper di marketing che stiamo fornendo a diverse aziende (che hanno cosi finalmente iniziato a formarsi dal punto di vista esport).
E sulla scena esport italiana, cosa pensi della situazione che sta riguardando il nostro settore?
Secondo noi bisogna partire dal dato che nel 2019 17 milioni di persone hanno giocato ai videogames in Italia. Questo singolo dato ci fa capire tutte le potenzialità del mercato italiano, soprattutto perchè un’importante fetta di questi giocatori sono giovani o adulti che oscillano tra i 25 ed i 34 anni…un’unicità del nostro settore dal mio punto di vista, che dimostra come il gaming non sia relegato solo alle fasce più giovani ma naturalmente votato ad essere molto più trasversale.
Nelle aziende ancora manca purtroppo la cultura rispetto al mondo del gaming. Ci sono dei pregiudizi che vanno abbattuti, cosi da poter far capire alle persone che i videogiochi possono essere vissuti come attività sociale.
Affinché il movimento esport possa crescere è fondamentale fare un lavoro a livello culturale, mostrando alle aziende quali sono i dati e le opportunità del mercato italiano. Se non vi sarà questo cambiamento, purtroppo l’Italia sarà destinata sempre ad una scena più amatoriale che competitiva.
Un altro aspetto fondamentale è quello di regolarizzare gli esport in Italia, rendendo più chiara quella che oggi sembra essere una vera e propria “giungla” a livello di norme e regolamenti: abbiamo bisogno di regole certe e condivise da tutti, solo cosi potremo vedere un maggiore interesse da parte delle aziende ad investire nel nostro settore.